Gestione infestanti

Erbe infestanti in primavera: contenerle, estirparle, conviverci

Aggiornato il 22.11.2024

infestanti primaverili

Coltivando l’orto spesso ci si trova a dover contenere le piante spontanee nel nostro appezzamento. Le piante spontanee sono più “forti”, riescono ad adattarsi meglio a tutte le situazioni climatiche e del terreno, inoltre la diversità che esiste in natura rende le piante spontanee delle grandi rivali delle nostre piante ortive.

In primavera si comincia la stagione in cui le erbe crescono e diventano sempre più invadenti, tanto da essere definite “infestanti”. Proprio in questo periodo risulta importante contenere la loro diffusione, salvaguardando le piantine in crescita nel nostro orto.

infestanti primaverili

Vediamo come impostare una convivenza equilibrata e quali metodi possiamo usare per limitare l’azione infestante di queste piante.

Perché le “erbacce” vanno tolte

Le piante spontanee, nel contesto dell’orto, potremmo chiamarle volgarmente “erbacce”: tendono a tappezzare il terreno e a crescere più velocemente di quelle coltivate. Si adattano a tutte le condizioni e, soprattutto le piante chiamate pioniere, si prendono velocemente gli spazi liberi da vegetazione presenti nel suolo.

Se non facciamo nulla le nostre piantine finiranno per essere soffocate. Non avranno abbastanza luce e nella parte radicale non avranno acqua e nutrienti, in particolare come dicevamo, in primavera quando l’orto è ancora “giovane”.

Perché convivere con le spontanee

Le piante spontanee sono molto competitive nello sfruttare le risorse e questo significa che dobbiamo eliminarle completamente?

Non necessariamente.

Quando nell’orto vediamo ricoprirsi di erbe selvatiche le ordinate parcelle dove abbiamo seminato o trapiantato abbiamo la tentazione di eliminare tutto, strappando o zappando. Osservare il terreno pulito e abitato solo dalle colture può darci un’idea di ordine positiva, ma dobbiamo riflettere sul fatto che in natura non esiste suolo nudo.

Ricordiamoci quindi che la presenza di una moltitudine di essenze vegetali è fattore di biodiversità, e possiamo trasformare questa biodiversità a nostro vantaggio e far diventare le erbe spontanee alleate dell’orto.

Come abbiamo già visto in articoli precedenti questo magazzino di natura spontanea può essere un vantaggio da valorizzare.

orto resiliente e biodiversità Guida Un orto resiliente con la biodiversità di Giorgio Avanzo

Anche lasciare il terreno nudo comporta vari problemi come la troppa evaporazione e la formazione di una crosta superficiale, ecco perché è importante utilizzare la pacciamatura.

Infine non dimentichiamo che tra le piante spontanee ci sono anche molte erbe commestibili, interessanti sia a livello culinario che per le loro proprietà. Borragine, tarassaco, portulaca e varie altre piante che nascono da sole possono rappresentare un’integrazione al raccolto degli ortaggi coltivati e non solo un “nemico” da estirpare.

L’osservazione delle spontanee è poi preziosa per capire meglio la natura del terreno su cui crescono senza dover ricorrere ad analisi di laboratorio.

La primavera e le piante spontanee

La primavera è un periodo in cui nell’orto bisogna stare particolarmente attenti alle piante spontanee, la natura è particolarmente rigogliosa e la terra lavorata si popola rapidamente di ospiti non invitati.

In genere nei mesi primaverili di marzo, aprile e maggio abbiamo temperature miti e una buona umidità, con piogge periodiche. Questa condizione è l’ideale per “attivare” i semi presenti nel terreno.

Inoltre il nostro orto a inizio stagione presenta piantine piccole, appena seminate o trapiantate e quindi meno capaci di competere con l’esuberanza delle infestanti.

Dall’estate in poi, quando le nostre ortive saranno cresciute e avranno radici profonde, si potrà anche lasciare qualche erba spontanea che nascerà, anche perché in piena estate non si espanderanno molto. Sostanzialmente all’inizio dell’orto il suolo non potrà essere ricoperto da piante spontanee e si dovrà preparare il terreno mantenendolo pulito.

Come contenere le erbe infestanti

zappa in primavera

Abbiamo parlato più volte di metodi per il controllo delle piante spontanee, ricapitolando per il contenimento delle erbacce bisogna usare olio di gomito e pacciamatura.

Ma abbiamo già visto anche come possa essere importante lasciare un po’ di spazio alla vegetazione selvatica nell’articolo sulla biodiversità nell’orto.

Alcuni brevi consigli per contenere le “erbacce” nel vostro orto:

  • Togliere le piantine subito. Le piantine infestanti piccole che nascono da seme conviene toglierle SUBITO, ci risparmierà un sacco di lavoro successivamente. Tra le file possiamo usare un sarchiatore, ma vicino alle piante lo faremo a mano.
  • Attenzione particolare alla gramigna. Ci sono piante che rimangono nel terreno dopo il dissodamento, con pezzi di radici che tornano a vegetare in primavera, come l’artemisia o la gramigna. Queste piante sono molto ostiche da eliminare totalmente, ma man mano che escono da terreno possiamo estirparle con tutto il pezzo di radice. Se le lasciamo propagare troppo eliminarle sarà una gran seccatura.
  • Il sarchiatore a lama oscillante. I sarchiatori sono attrezzi pensati per passare sotto al livello del terreno e quindi tagliare le piante sotto al colletto. Conviene usarli con lama oscillante, che non tende a conficcarsi ed è decisamente più rapida e meno faticosa. La versione con frangizolle è preziosa tra le file.
Attrezzo L’attrezzo ideale contro le erbacce: frangizolle sarchiatore di Matteo Cereda
  • Non cerchiamo troppe scorciatoie. Su grandi superfici esistono dei prodotti biologici che si possono utilizzare per eliminare le erbacce appena nate, sono dei diserbanti a base di aceti o acido pelargonico ad esempio, che sono in grado di “bruciare” le piantine appena nate. Non sono degli erbicidi sistemici ma lavorano per contatto. Sono tecniche da non preferire all’estirpazione manuale perché comunque sono prodotti che finiscono nel suolo andando ad interferire col sistema ecologico del terreno. Sono comunque meglio degli erbicidi sistemici che abbiamo usato per molti, troppi anni, ma non sono comunque metodi adatti a un orto. Ultimamente nell’agricoltura biologica si inizia ad usare anche il pirodiserbo, che consiste sostanzialmente nell’utilizzare una fiamma per bruciare le erbe e sterilizzare il terreno, esistono del cannelli da attaccare alla bomboletta fatti appositamente. Ma anche in questo caso si possono danneggiare organismi utili: è sempre preferibile fare il lavoro a mano estirpando le erbacce e interferendo il meno possibile con il terreno.
  • La falsa semina. Preparando il terreno si può ridurre la presenza di semi di spontanee con il metodo della falsa semina.
  • La pacciamatura. Oltre a limitare le erbacce la copertura della pacciamatura porta altri benefici, ed è per questo consigliatissima nell’orto.
la pacciamatura Guida Pacciamatura: cos’è e come farla di Matteo Cereda

Un piccolo consiglio se vivete al Nord, dove in inverno fa freddo e può ghiacciare il terreno, a marzo non mettete la pacciamatura in paglia o comunque toglietela nelle belle giornate, così il suolo può essere a contatto diretto con raggi del sole, scaldandosi. Ai primi di aprile togliete le erbacce manualmente e mettete la pacciamatura. Questo metodo è un po’ laborioso ma fa anticipare le coltivazioni perché la temperatura del terreno è fondamentale per fare germinare le semenze e stimolare la crescita delle piccole piante.

Commenta

Qual è la tua esperienza?
Raccontacela, pubblica il primo commento

Scrivi un commento
  • Corso Orto Facile

    Tutto quel che serve sapere per un buon orto biologico, sano e produttivo.

    di Sara Petrucci e Matteo Cereda

  • Ti presento

    Monarda

    La monarda è una pianta officinale, che possiamo considerare tanto erba aromatica quanto una pianta ornamentale.

    Iscriviti alla newsletter