Lo scalogno

Lo scalogno: coltivazione semplice

Aggiornato il 14.11.2024

Scalogno Allium ascalonicum

  • Famiglia Liliacee
  • Distanza di trapianto 50x30
  • Esposizione solare 3/5
  • Fabbisogno idrico 1/5
  • Difficoltà di coltivazione 1/5
lo scalogno

Lo scalogno (Allium ascalonicum L.) è una pianta erbacea della famiglia delle liliacee, molto simile all’aglio come tecnica di coltivazione, mentre come ortaggio ha un uso culinario affine alla cipolla.

Si tratta di un ortaggio interessante perché si mette a dimora nell’orto a fine inverno ed è decisamente rustico, per cui è veramente semplice da coltivare. Si può avere quindi una saporita verdura da portare in tavola, con poco sforzo: la sua coltivazione è adatta al metodo di coltivazione biologico ed è alla portata anche di “contadini” inesperti.

Si pianta a partire dal bulbo, il periodo migliore è febbraio e si ottiene una verdura di lunga conservazione: che dura per tutto l’inverno se tenuta in un luogo fresco e asciutto. Esistono diverse varietà di scalogno e si differenziano tra loro per il colore e per la forma del bulbo, che può essere allungato oppure tondo.

Il terreno ideale e il clima

Clima adatto. Lo scalogno è una pianta davvero molto rustica: come l’aglio non teme temperature prossime allo zero e può stare in campo anche durante i mesi invernali, se decidiamo di piantarlo in autunno. Possiamo quindi coltivarlo in tutta Italia, inclusi gli orti di montagna, nelle zone più calde è importante cominciare la coltura presto per non far patire la piena estate alla pianta, ma arrivare al raccolto prima del grande caldo.

Terreno e posizione. Come molti ortaggi che si coltivano per ottenere il bulbo lo scalogno è abbastanza esigente in termini di terreno, che deve essere sciolto e ben drenante, senza ristagni idrici, meglio se sabbioso. Si può comunque coltivare questa pianta anche su suoli argillosi, con alcune accortezze nella lavorazione che vedremo. Per ottenere buoni risultati è importante curare la lavorazione del suolo, rendendolo soffice dissodando.

Come e quando piantare lo scalogno

Lo scalogno si coltiva a partire dai bulbi, non dai semi. Questa coltura si riproduce prevalentemente tramite moltiplicazione per via vegetativa: ogni anno la pianta forma più di un bulbo, possiamo quindi tenerne alcuni per proseguire la coltura l’anno seguente e consumare gli altri come verdura. Per piantare con successo gli scalogni nell’orto è importante scegliere il periodo giusto e curare la lavorazione del suolo.

In sintesi. In genere lo scalogno si pianta tra febbraio e marzo, dopo una bella vangatura, mettendo i bulbi verso l’alto e tenendo le piante a 30 cm di distanza l’una dall’altra. Ma andiamo ad approfondire l’impianto dei bulbi di scalogno e i lavori di preparazione (si può leggere anche la guida specifica su come piantare bulbi di scalogno)

Lavorare e concimare il terreno

Lavorazione. Una vangatura ben fatta è molto importante per garantire il giusto drenaggio al terreno. Il suolo adatto allo scalogno deve essere dissodato in profondità, per far defluire l’acqua in eccesso durante le piogge, e deve esser ben sciolto in superficie, per consentire al bulbo di ingrossarsi e moltiplicarsi. Quindi prima operiamo di vanga, possibilmente senza girare la zolla (il motivo per cui non girare la zolla l’ho spiegato parlando di aratura), poi con la zappa prepariamo un letto superficiale abbastanza uniforme. Durante la zappatura possiamo incorporare anche la concimazione.

Concimazione. Lo scalogno è poco esigente in materia di concimazione, in particolare occorre non esagerare con la materia organica e con l’azoto. Troppo concime azotato può determinare piante squilibrate, che privilegiano la parte vegetativa (per cui le foglie) e formano bulbi di minor dimensione. Per questo conviene concimare usando compost piuttosto che letame e in dose moderata (2 kg a metro quadro come concimazione di fondo), assicuriamoci di usare materia ben matura. L’humus di lombrico è un’altra sostanza che si rivela preziosa, per via del miglioramento che apporta al terreno. Da evitare invece concimi concentrati, liquidi o essiccati (compresi il pellettato e lo sfarinato).

Il periodo migliore per piantare

Il momento giusto per piantare gli scalogni dipende dalla zona climatica, visto che questa pianta tollera il clima rigido possiamo partire anche in autunno, quindi tra ottobre e novembre, lasciando che i bulbi stiano in campo durante l’inverno. Dicembre e gennaio sono in genere periodi troppo freddi per seminare, non bisogna lavorare con il terreno ghiacciato, mentre tra febbraio e marzo può essere il periodo più opportuno nella maggior parte dei climi.

Per chi volesse seguire la fase lunare, come da tradizione contadina, la luna per piantare lo scalogno sarebbe quella calante, in cui si dice che l’influsso privilegi la parte sotterranea (per cui bulbo e radici), piuttosto che quella aerea (foglie e montata a seme).

Profondità e distanze

Lo scalogno, come già anticipato, si pianta mettendo a dimora i bulbi. Conviene metterli nel verso giusto: la punta è facilmente distinguibile e deve stare verso l’alto. I bulbi di scalogno possono essere conservati da un anno con l’altro oppure acquistati in qualsiasi garden center o vivaio. Meglio evitare di piantare bulbi già germogliati.

Profondità. La profondità a cui interrare il singolo bulbo può variare dai 2 ai 5 cm, a seconda anche del clima. Se decidiamo di piantare in autunno vale la pena mettere lo scalogno in modo che stia qualche centimetro sotto al livello del terreno, ottenendo un riparo, alla fine dell’inverno può bastare coprire completamente il bulbo, lasciando la cima praticamente a livello del suolo.

Sesto di impianto: siccome si tratta di una pianta che sviluppa un buon cespo conviene tenere almeno 30-35 centimetri tra le piante. Un tipico sesto d’impianto è di 40/50 cm tra le file e 30 cm tra le piante.

coltivazione di scalogno

Coltivazione dello scalogno

Stiamo parlando di una pianta semplicissima da coltivare: le operazioni colturali sono semplici e poco impegnative, i problemi di malattiee parassiti sono veramente pochi.

Operazioni colturali

Controllo erbe infestanti e sarchiatura. Lo scalogno teme poco le erbacce rispetto alle altre liliacee, perché il suo cespo è di buone dimensioni, nettamente più sviluppato rispetto ai “ciuffi” che emettono aglio e cipolla. Per questo motivo possiamo decidere di non ricorrere alla pacciamatura, basterà un blando controllo delle malerbe. Sarchiare tra le file è un buon accorgimento perché non solo toglie piante indesiderate, ma permette di smuovere il suolo tenendolo ossigenato e soffice. Questa operazione colturale è particolarmente importante su un suolo argilloso e possiamo farla in modo ottimale con un frangizolle munito di ruota e lama.

Irrigazione. Lo scalogno è decisamente poco esigente come pianta da orto anche in termini di irrigazione, che si richiede solo in caso di estrema siccità. In caso si decida di bagnare ricordiamoci di farlo senza eccessi, possibilmente direzionando l’acqua al terreno e non sulle foglie.

Malattie e insetti parassiti

Come avversità l’aglio scalogno è una pianta orticola molto rustica, raramente gli insetti riescono a portare danni significativi e anzi come consociazione è un’essenza utile a scacciare diversi parassiti di altre piante (per esempio la mosca della carota). A livello di malattie teme prevalentemente la peronospora, che attacca ad aprile, con l’aumentare dell’umidità, e provoca marciumi al bulbo. Si può eventualmente prevenire con trattamenti di rame. Nella maggior parte dei casi un terreno ben lavorato evita la maggior parte dei problemi.

La coltivazione su terreno argilloso

Le piante da bulbo possono far fatica su un suolo argilloso, che tende a compattarsi, ma questo non vuol dire rinunciare a coltivare scalogni se non si ha un terreno sciolto. Ecco alcuni semplici accorgimenti per ovviare al siuolo pesante.

  • Concimare senza eccesso con compost o humus di lombrico. La materia organica aiuta a strutturare il terreno e a mantenerlo soffice,
  • Non calpestare mai l’appezzamento. Dividete chiaramente i camminamenti e le aiuole coltivate, in modo da non camminare mai sopra al suolo coltivato per non compattarlo.
  • Realizzare baulature rialzate. Rialzare il piano coltivato permette un miglior deflusso d’acqua e aiuta a evitare la compattezza eccessiva.
  • Sarchiare frequentemente. La sarchiatura rompe la crosta asfittica superficiale che si forma spesso su suolo argilloso. Se non avete tempo di farlo mettete una bella pacciamatura di paglia.
  • Mischiare sabbia di fiume al suolo. Se il terreno è eccessivamente argilloso possiamo anche provare a migliorarlo, in particolare mischiando sabbia. Questo è un accorgimento per casi estremi, spesso basta fare quanto spiegato nei punti precedenti.

Coltivazione in vaso

Lo scalogno può esser tenuto anche in vaso, non si tratta di una pianta particolarmente esigente come dimensione del contenitore, anche se la profondità deve essere di almeno 25 cm. Importante predisporre uno strato di ghiaietta o argilla espansa sul fondo del vaso per far defluire l’acqua in eccesso, può essere utile anche mischiare un poco di sabbia silicea al terriccio.

Durante la coltivazione in balcone serve irrigare con costanza, sempre fornendo moderate dosi d’acqua.

Raccolta e conservazione

bulbi di scalogno

Quando i bulbi di scalogno raggiungono la giusta maturazione in terra si estraggono e si fanno seccare. Il momento di raccolta è analogo a quello dell’aglio: si riconosce osservando che le foglie della pianta cominciano a ingiallire, in genere il periodo è giugno o luglio.

La conservazione è analoga a quella delle cipolle: dopo il raccolto bisogna lasciar seccare i bulbi per qualche giorno, se lo facciamo dureranno per tutto l’inverno. Lo scalogno richiede un luogo asciutto e ombreggiato dove si conserva fino a 8 mesi dal raccolto.

Se il bulbo è sottoposto a condizioni di umido e a temperature favorevoli può germinare prima del tempo, lo scalogno germogliato può essere mangiato. Se il clima lo consente possiamo anche scegliere di piantarlo in vaso e partire quindi a coltivarlo.

Utilizzo culinario

In cucina lo scalogno ha gli stessi utilizzi della cipolla ma un gusto più delicato e rispetto anche all’aglio è più digeribile. Possiamo usarlo per ottimi soffritti, utili ad insaporire tantissime ricette, tanto nei primi, quanto nei secondi e nei contorni. Con lo scalogno si preparano ottimi risotti.

Per prepararlo deve essere sbucciato e in genere tagliato sottile, fortunatamente durante questa operazione è meno irritante per gli occhi rispetto alla cipolla, quindi si piange meno.

Varietà di scalogno

Come per la gran parte di ortaggi esistono diverse varietà di scalogno: lo scalogno comune, quello di Romagna, che ha ottenuto anche il riconoscimento di IGP, quello olandese. Vale la pena evidenziare alcune caratteristiche che dipendono dalla varietà.

Tondo o allungato. Esistono diverse varietà di aglio scalogno, una delle differenze più caratterizzanti è quella relativa alla forma del bulbo, che può essere più tonda oppure più allungata. In genere lo scalogno tondo produce maggiorente, spesso però i bulbi centrali vengono spinti verso l’alto e escono dalla terra, in questo caso tendono a seccare prima della maturazione e possono germogliare precocemente, meglio quindi coglierli e consumarli.

Tutti i colori dello scalogno. Lo scalogno differisce anche per il colore della buccia, i più comuni sono gli scalogni rossi, ma ne esistono anche di dorati e di bianchi, in genere l’interno è comunque bianco, magari con screziature per alcune varietà.

Ciclo colturale. Ci sono varietà di scalogno precoci, che arrivano in minor tempo al raccolto e altre invece più tardive.

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