Tutti conoscono l’aroma inconfondibile della liquirizia, molti sanno che si ricava dalla radice di una pianta. La liquirizia infatti è una pianta erbacea perenne molto rustica della famiglia delle fabacee, che raggiunge buone dimensioni, arrivando sino a due metri di altezza.
Si coltiva per estrarre il rizoma, ossia la radice, che può essere consumato oppure utilizzato per ricavarne un estratto, da cui prendono vita una varietà di caramelle e altri prodotti dal caratteristico aroma. La liquirizia ( Glycyrrhiza glabra ) è una pianta che richiede un clima caldo e asciutto, per questo non si presta alle regioni settentrionali ma può essere inserita con successo negli orti dell’Italia centrale e meridionale. Si tratta di una coltivazione diffusa nel mediterraneo, in nord Africa e in Iran. La Calabria ha una tradizione secolare nella produzione di ottima liquirizia, di cui è famoso anche il liquore.
Se volete cimentarvi nel far crescere una pianta di liquirizia all’interno del vostro orto ricordatevi che serve pazienza, visto che si raccolgono le radici delle piante che hanno almeno tre anni.
Terreno e clima
Clima. Come anticipato nell’introduzione si tratta di una pianta che ama il clima mite, per questo motivo viene benissimo al centro e sud Italia, mentre trova qualche problema a esser coltivata nell’Italia settentrionale. Questa coltivazione richiede una terra abbastanza asciutta e un’ottima esposizione solare, non teme il caldo estivo.
Terreno. Essenziale per coltivare la liquirizia è una buona lavorazione del terreno, visto che questa pianta non tollera ristagni di acqua. Questa coltivazione ama in particolare terreni soffici e sabbiosi, essendo una coltura da rizoma per un corretto sviluppo non sono adatti suoli troppo argillosi e compatti oppure sassosi che potrebbero ostacolare in modo meccanico l’allargarsi della radice. Una concimazione azotata può aiutare ad aver buoni risultati, ma senza esagerare perché altrimenti si favorisce la parte area a scapito di quella sotterranea che è di nostro interesse. Questa coltura ama inoltre una buona presenza di fosforo, ma anche il potassio è utile per formare la radice e quindi ugualmente necessario.
Seminare la liquirizia
Semina. I semi di liquirizia si mettono a marzo, dove fa molto caldo anche febbraio. Se si comincia piantando in semenzaio protetto si può anticipare un po’ la semina, a febbraio oppure anche a gennaio se si coltiva al sud. Meglio far germinare la liquirizia in vaschette, per poi trapiantare la piantina formata, perché non sono semi facilissimi da far nascere. Il seme deve stare a circa 1 cm di profondità. Una volta trapiantate in campo la distanza tra le piante consigliata è di 60 cm, un buon sesto d’impianto prevede file distanti 100 cm tra loro.
Talea. Volendo cominciare a coltivare la liquirizia piuttosto che seminarla il metodo più semplice è piantare un rizoma, dal quale far sviluppare per talea la pianta. In questo modo si evita di dover attendere la germinazione. Per fare la talea serve una radice di almeno 10 centimetri.
Coltivare liquirizia in vaso. Teoricamente è possibile coltivare la liquirizia sul balcone, anche se necessita vasi molto grandi e pesanti, visto che la radice si raccoglie sotto i 30 cm di profondità e ha bisogno di spazio per essere produttiva. Per questo motivo il nostro consiglio è di evitare la coltura in vaso e mettere la liquirizia direttamente nel terreno. Chi però non ha un orto a disposizione e fosse curioso di vedere la pianta può tentare lo stesso, sapendo che in vaso non c’è da aspettarsi una produzione significativa.
Coltivazione biologica della liquirizia
Irrigazione. La pianta di liquirizia richiede poca acqua: per questo motivo si raccomanda di innaffiarla raramente, soltanto in casi di siccità prolungata. Viceversa si tratta di una coltivazione che teme moltissimo il ristagno idrico, le radici possono marcire se il terreno resta bagnato a lungo.
Sarchiatura. La rimozione delle piante infestanti va fatta accuratamente quando la pianta è giovane, in particolare durante il primo anno di coltivazione. Successivamente la pianta si rafforza ed è in grado di farsi spazio da sola, per questo si riduce notevolmente il lavoro di controllo dell’erba infestante in campo e tenere la liquirizia diventa poco impegnativo.
Stasi vegetativa. Le piante di liquirizia vanno in stasi vegetativa in autunno, seccandosi. In questo periodo si può procedere a tagliare la parte aerea seccata e rimuoverla. Questo è anche il periodo adatto alla raccolta, se la pianta ha almeno tre anni.
Avversità. Il problema più frequente di questa pianta sono i marciumi, provocati dal ristagno idrico, che sovente fa sviluppare malattie funginee, come la ruggine del fusto, la ruggine delle radici e il marciume radicale. Queste patologie possono far deperire la pianta e compromettere il raccolto.
Raccolta della radice e utilizzi
Raccolta delle radici. La radice di liquirizia si trova nel terreno, per raccoglierla occorre scavare. Le radici si potranno poi consumare direttamente oppure utilizzare per estratti. Come già indicato si raccolgono le radici delle piante che hanno almeno 3 anni di età. Le radici di liquirizia crescono anche in profondità, per cui bisognerà scavare fino a mezzo metro. La raccolta avviene dopo l’estate, fino a novembre, quando la pianta inizia a seccarsi per un momento di stasi vegetativa. Dopo averle mondate le radici si fanno essiccare per ottenere i bastoncini che possono esser consumati o sminuzzati per le tisane. I rizomi che restano nel terreno dopo la raccolta possono far ripartire la coltura senza doverla riseminare. Se si vuole spostare la pianta bisogna tenere alcuni rizomi e farli radicare realizzando una talea.
Proprietà, benefici e controindicazioni. La liquirizia è una pianta officinale, per approfondire l’interessante tematica delle sue proprietà consiglio di leggere l’articolo dedicato proprio alle proprietà della radice di liquirizia. In sintesi la liquirizia contiene glicirizzina, una sostanza che può provocare aumento di pressione. Bisogna quindi fare attenzione a non esagerare con il consumo di liquirizia. Sono diversi i benefici officinali attribuiti a questa pianta, che ha funzione digestiva, è utile per la pressione bassa e per lenire la tosse.