La curcuma è quella polvere giallo arancione conosciuta anche come zafferano delle Indie, una spezia che è diventata ingrediente sempre più apprezzato nella nostra cucina per il sapore particolare che conferisce ai piatti e per i suoi effetti positivi sulla salute, soprattutto in combinazione col pepe nero.
La pianta viene comunemente coltivata a scopo ornamentale: chi non la conosce potrebbe restare sorpreso dalla bellezza dei suoi fiori grandi, rosa o bianchi, emessi in abbondanza. Ciò non esclude di coltivarla con finalità culinarie per ottenere i preziosi rizomi, con l’incredibile soddisfazione di averli non solo a km zero ma addirittura a metro zero.
Infatti possiamo coltivare questa pianta di origine tropicale anche nel nostro clima, in orto o in vaso. Il ciclo colturale della curcuma è piuttosto lungo, poiché inizia a primavera e termina all’inizio dell’inverno, e di conseguenza è importante tenerla d’occhio con costanza, anche se le cure non sono troppo laboriose né impegnative.
La pianta curcuma longa
Il genere Curcuma, della famiglia delle Zingiberacee come lo zenzero, comprende molte specie.
Curcuma longa è quella più usata per la produzione della nota spezia, ed è una pianta erbacea perenne, con foglie molto lunghe e fioritura appariscente. Quello che ci interessa a scopo culinario e officinale è la radice tuberiforme, che per la pianta rappresenta un organo di riserva e di propagazione.
Dopo aver vegetato per tutta la stagione calda, in autunno la curcuma va in dormienza, con la parte aerea che inizia ad ingiallire e poi appassire, per poi germogliare ancora nella primavera successiva.
Dove si può coltivare la curcuma
La curcuma cresce in zone caratterizzate da clima tropicale, e di conseguenza per coltivarla in Italia bisogna assicurarle condizioni simili.
Clima adatto
Essendo una specie tropicale per farla crescere in Italia bisogna riuscire a non farle mai soffrire il freddo, che per questa specie significa una temperatura inferiore a 12 °-15 °C circa.
Di conseguenza è molto probabile che la sua coltivazione debba avvenire in vaso, che potremo spostare in un luogo riparato all’arrivo dei mesi freddi. In alternativa possiamo coltivarla in serra o sotto tunnel, tenendoci pronti ad intervenire coprendo le piante col tessuto non tessuto nei momenti di maggiore abbassamento termico.
Le estati caratterizzate da clima caldo e umido, come spesso si verificano da noi, non sono un problema per questa specie, che da aprile a settembre-ottobre può essere tenuta all’esterno.
Terreno favorevole e preparazione
Come molte piante a rizoma la curcuma teme il suolo asfittico con frequenti ristagni idrici. Il terreno ideale è fertile, ricco di sostanza organica e di nutrienti, profondo e non compatto.
Avendo una parte importante che si sviluppa ingrossando nel sottosuolo, la curcuma richiede un suolo affinato e dissodato in profondità. Bisogna evitare situazioni di compattamento tipiche di terreni fortemente argillosi, quindi è necessaria una lavorazione principale con la vanga o, se possibile, con la forca foraterra, che consente di ridurre la fatica e di non invertire gli strati di terreno.
Dopo questa operazione, si zappa mescolando bene al suolo il compost o il letame distribuiti come ammendanti di fondo, e infine si rastrella per livellare la superficie e garantire un buon letto di semina.
Come e quando seminare
Per la semina della curcuma non si utilizza il seme vero e proprio, ma, in modo analogo a quello che si fa per le patate, propaghiamo la pianta per via agamica.
Si utilizzano in questo caso delle porzioni di rizoma, che si possono reperire presso vivai ben forniti o anche ordinandoli in internet, e da questi daremo vita alle nuove piantine. Si può anche comprare la radice di curcuma al supermercato e poi piantarla, meglio sceglierla biologica per ridurre il rischio che sia trattata anche per scoraggiare la germinazione.
Il periodo in cui piantare la curcuma è il prima possibile: se abbiamo a disposizione un luogo riscaldato gennaio o febbraio, altrimenti appena le temperature si stabilizzano sopra ai 12 gradi, marzo o aprile in genere.
Prima di interrare i rizomi è consigliato aspettare che questi abbiano già degli accenni di germoglio. Facciamo quindi germinare all’aria. Con le temperature idonee, i primi germogli saranno visibili nell’arco di poco tempo e cresceranno sensibilmente col caldo. Possiamo tagliare una radice con molti germogli, in modo da ottenere più di una pianta. Un po’ quello che si fa piantando patate.
Li metteremo poi a circa 2 o 3 cm di profondità con una distanza di circa 20 cm tra uno e l’altro.
Possiamo decidere di coltivare la curcuma in piena terra o in vaso, purché in ogni caso si assicuri un’ottima esposizione al sole.
Come si coltiva
Considerando l’origine tropicale di queste piante, possiamo intuire la loro richiesta di acqua, che non deve mai mancare soprattutto in estate, comunque senza eccessi.
Per evitare lo shock dell’acqua fredda alle radici, è opportuno usare acqua a temperatura ambiente, per esempio tenendo sempre dei secchi o degli annaffiatoi pieni a scaldarsi al sole, e se per questo si teme un proliferare di zanzare, possiamo ricorrere al Bacillus thuringiensis israelensis, larvicida biologico.
Un’altra cura importante è quella di togliere regolarmente l’erba infestante che si sviluppa e se le piante di curcuma sono poche possiamo anche farlo semplicemente a mano.
Coltivare curcuma in vaso
Se decidiamo di coltivare la curcuma in vaso, bisogna procurarsene uno profondo almeno 40 cm e largo a sufficienza, e quindi vanno bene anche delle grandi fioriere o cassoni di legno come quelli che si utilizzano oggi per gli orti urbani. Scegliamo anche in questo caso un’esposizione soleggiata: non è il caso di mettere la curcuma su un balcone esposto a nord.
Quale che sia il contenitore scelto, deve essere riempito con buon terriccio e compost maturo, a cui aggiungere dello stallatico in pellets.
In vaso dovremo ricordare di irrigare più spesso, soprattutto se è di materiale traspirante. Se si tiene la pianta in casa, non dobbiamo collocarla vicino ai caloriferi, per evitare l’effetto disidratante.
Problemi nella coltivazione
La curcuma potrebbe essere soggetta a qualche attacco di afidi, i quali si presentano in fitte colonie ed estraggono linfa dai tessuti vegetali con il loro apparato boccale pungente succhiante. Per fortuna il loro danno può essere prevenuto in tempo spruzzando regolarmente sulle piante degli estratti repellenti che possiamo preparare autonomamente con l’ortica, l’aglio o il peperoncino piccante.
La raccolta dei rizomi
Dopo tanti mesi di vegetazione e fioritura, in inverno arriva momento della raccolta, quando la parte aerea è totalmente appassita o quasi.
Si estraggono allora i rizomi da terra, ma non tutti: ricordiamo che questi in natura servono come organi di riserva per la pianta e per la sua propagazione, e di conseguenza, dovremo lasciarne una parte nel terreno o nel vaso per avere ancora le piante nella stagione futura.
Utilizzo della curcuma e proprietà
In commercio possiamo trovare la curcuma in polvere, contenuta in barattoli di vetro o in bustine, oppure fresca, sotto forma di rizomi rossicci e di forma tendenzialmente cilindrica.
I rizomi freschi che raccogliamo dalla nostra coltivazione potranno essere conservati in frigorifero per un periodo limitato, ma provare ad essiccarli non è particolarmente complicato: dovremo tenerli per circa un mese in un luogo caldo e asciutto, e poi triturarli fino a trasformarli nella polvere fine che siamo abituati a vedere. In questo modo potremo conservare la curcuma a lungo in barattoli di vetro e usarla al bisogno.
La radice della curcuma è ricca di curcumina, quella sostanza che la rende gialla e che colora le pietanze a cui la si aggiunge. Le sostanze contenute nella curcuma presentano proprietà antiossidanti e antinvecchiamento, non per niente viene utilizzata nella medicina orientale e in particolare in quella Ayurvedica. La curcuma è anche uno degli ingredienti del noto curry, misto di spezie indiano.