Piantaggine

Piantaggine: erba spontanea da mangiare

Aggiornato il 15.11.2024

Piantaggine Plantago

  • Esposizione solare 3/5
  • Fabbisogno idrico 1/5
  • Difficoltà di riconoscimento 2/5
  • Raccolta da Ottobre a Giugno
la piantaggine

La piantaggine è un’erba infestante comunemente diffusa, la potete trovare su tutti i tipi di terreno, per quasi tutto l’anno, solo durante l’estate tende a seccare per il calore. Si tratta di una famiglia di erbe, le piantacinacee, tra cui troviamo diverse piante mangerecce, in particolare la piantaggine lanceolata, la piantaggine maggiore e il coronopo.

Conviene imparare a riconoscere queste piante spontanee perché sono commestibile con molti utilizzi: della piantaggine si possono mangiare tutte le parti e si consuma sia cruda che cotta.

Non chiamatela quindi “erbaccia”! Quest’erba commestibile non è molto conosciuta dal punto di vista alimentare, ma è un vegetale davvero interessante per via della sua utilità in cucina e anche per le straordinarie proprietà nutritive e medicinali.

La piantaggine e come riconoscerla

Col nome piantaggine indichiamo non una singola specie, ma un’intera famiglia di piante, le piantaginaceae. In questo macro insieme esistono diverse varietà interessanti, che troviamo spontanee comunemente presenti grosso modo in tutta Italia.

Come varietà interessanti perché commestibili e ben diffuse ricordiamo la piantaggine lanciuola (plantago lanceolata), che si riconosce per le foglie strette e allungate, con nervature evidenti sul lato inferiore della foglia, la piantaggine maggiore (plantago major) riconoscibile per le foglie ellittiche, larghe e più corte, e il coronopo (plantago coronopus). Le tre varietà sono tutte mangerecce.

riconoscere la spiga di piantaggine

Si tratta di una pianta alta 20/30 cm, che produce i semi a spighe. La presenza di queste spighette è molto caratteristica e permette di individuare le piante di questa specie facilmente anche in mezzo a prati d’erba alta.

Dove trovare spontanea la piantaggine

Questa pianta commestibile si diffonde ovunque: la piantaggine maggiore e il coronopo su tutti i terreni, la varietà lanceolata prevalentemente sui terreni compatti e umidi e nei pascoli. In genere la si incontra al bordo dei sentieri, nei pascoli e prati incolti. Non teme l’inverno freddo perché i suoi germogli svernano sotto il suolo e sono pronti per ricacciare appena le temperature diventano più miti, per questo la troviamo anche in montagna e collina.

Chi vuole raccoglierla per mangiarla dovrebbe ovviamente scegliere posti il più possibile incontaminati: sarebbe poco sano prendere erbe cresciute ai bordi di strade trafficate e quindi inevitabilmente inquinate. Una passeggiata nei campi in primavera o autunno dovrebbe permettervi una buona raccolta.

Le foglie partono dal colletto della pianta, mentre  a partire dalla primavera inoltrata degli steli verticali portano i fiorellini raggruppati all’apice, che poi maturano nei semi a spighe marroni, caratteristiche della piantaggine. Proprio questi semini sono il metodo di propagazione, si spargono tramite il vento o animaletti e diffondono questa specie molto facilmente.

Utilizzo in cucina

foglie di piantaggine

In passato la piantaggine si utilizzava molto sia a scopo mangereccio che per uso officinale e curativo. Ne troviamo traccia fin dai tempi antichi, ne viene citato l’utilizzo sia nelle zuppe dei contadini che come pasto per il bestiame. Attualmente è in disuso, ma meriterebbe di essere riscoperta.

Si può consumare cruda in insalata, anche se bisogna scegliere solo le foglioline più giovani e tenere.

La piantaggine in cucina si usa soprattutto cotta, cucinata in padella come molte verdure a foglia. Possiamo inserirla nei minestroni arricchendoli di un gusto nuovo, oppure consiglio un buonissimo risotto alla piantaggine che ricorda nel gusto il risotto ai funghi. Altre applicazioni sono nella pasta fredda, come ripieno dei ravioli (in modo simile alla più celebre borragine), oppure nelle frittate.  Sono molte le ricette con piantaggine, potete scoprirne parecchie cercando sul web.

Proprietà della piantaggine

Dal punto di vista nutritivo quest’erba spontanea commestibile contiene moltissimi sali minerali, soprattutto lo zinco, e flavonoidi.

Come pianta officinale viene utilizzata da secoli. Le vengono attribuiti vari effetti benefici: proprietà antibatteriche, diuretiche, depurative ed espettoranti.

Se mentre siete all’aria aperta venite punti da una zanzara potete cercare una piantaggine e raccogliere le foglie, strofinandole sulla puntura per lenire il prurito. Si tratta di un uso tradizionale di quest’erba.

piantaggine nel prato

Un altro rimedio della tradizione contadina per le ferite era fasciare con un impacco di foglie di piantaggine, legate poi con bende o garze per trattenere il sangue e far cicatrizzare.

Ulteriore utilizzo erboristico in uso ancora ai giorni nostri è legato alle vie respiratorie: in particolare il decotto o infuso di piantaggine viene somministrato contro il raffreddore, la tosse, il catarro  e l’influenza. In questo possiamo assimilarla al timo e alla malva, altre officinali utili al benessere dell’organismo.

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