La propoli è un prodotto naturale molto conosciuto, frutto del prezioso lavoro delle api, che prelevano sostanze resinose dalle piante per poi trasformarle.
Gli effetti benefici della propoli sull’organismo sono molto conosciuti, ad esempio è un noto rimedio per il mal di gola, ma le applicazioni della propoli non si limitano all’ambito salutistico e hanno interessanti possibilità in campo agricolo. Questa sostanza così unica presenta infatti effetti fitostimolanti e preventivi nei confronti di varie avversità dei vegetali. Possiamo utilizzarla per proteggere l’orto e il frutteto da svariate patologie e da parassiti animali senza creare alcun danno ambientale.
In questo articolo descriviamo la propoli e il suo utilizzo nella coltivazione biologica, per una difesa eco-compatibile ma efficace.
Cos’è la propoli e di cosa si compone
Prima di scoprire come usare la propoli per difendere le coltivazioni è bene dire due parole su cos’è e su cosa contiene. La propoli è un materiale resinoso che le api estraggono dalla corteccia di piante, quali le conifere. Nell’alveare viene usato come riparo e isolante termico, ma soprattutto serve a proteggere le api da microbi e in generale patogeni.
La composizione della propoli è piuttosto variabile a seconda delle piante da cui le api prelevano le sostanze resinose e del periodo di bottinatura. In diverse proporzioni contiene oli essenziali, cere, resine, balsami, vitamine, sali minerali, acidi aromatici e polifenoli, per cui le propoli possono variare per colore, odore e sapore.
Le api la depositano in vari punti dell’arnia come barriera naturale per proteggerla dal freddo e da invasioni esterne. La propoli grezza viene quindi prelevata raschiandola direttamente dalle arnie, ma di solito gli apicoltori mettono a punto tecniche specifiche volte a stimolare più direttamente le api alla produzione di propoli, facendo in modo che questa non presenti le impurità che invece si riscontrano con la semplice raschiatura. La propoli è poco solubile in acqua, mentre lo è molto di più in alcool.
Perché usare la propoli in agricoltura
Sugli alberi da frutta la propoli contribuisce a proteggere da varie malattie, ad esempio, dall’oidio e dalla bolla del pesco, dalla ticchiolatura e dal colpo di fuoco batterico.
Sugli ortaggi stimola la resistenza ad alcuni afidi, a batteri e malattie fungine come Botrytis e Fusarium, e a varie peronospore. Bisogna sempre valutare caso per caso se questa protezione è sufficiente o se non sia meglio abbinarla a dosi moderate di un prodotto rameico, e ciò dipende molto anche dall’andamento stagionale. In generale comunque la propoli è un aiuto a ridurre la necessità dei trattamenti col rame.
Inoltre, la soluzione idroalcolica di propoli viene anche usata per trattare la frutta dopo la raccolta e prevenire così i deperimenti di magazzino.
Modalità di azione
La propoli presenta un effetto fitostimolante e rinforzante nei confronti delle piante. Oltre a proteggere dalle avversità, la propoli stimola la crescita delle gemme, l’allegagione dei frutticini e il loro sviluppo iniziale.
In prossimità della fioritura delle piante da frutto, ha anche l’effetto di attirare gli insetti pronubi come le stesse api e di conseguenza di migliorare l’impollinazione.
Su quali piante si utilizza
Sono moltissime le piante su cui si può impiegare la propoli: il suo effetto di contrasto ai patogeni è ad ampio spettro e può quindi essere un rimedio utile per praticamente tutte le specie vegetali di orto, frutteto e giardino. Piante da frutto, ortaggi, agrumi, piante aromatiche ed ornamentali possono essere tutti trattati con la propoli. Anche l’ulivo può ricevere trattamenti con un prodotto a base di propoli, da solo o in miscela, ad esempio, con caolino, o litotamnio.
Quando trattare con la propoli
I trattamenti con prodotti a base di propoli si eseguono nelle ore fresche della giornata, come gli altri tipi di trattamento.
Dopo le potature delle piante da frutto e ornamentali, un trattamento con un prodotto a base di propoli favorisce una buona cicatrizzazione dei tagli e riduce il rischio della penetrazione da parte di patogeni.
I trattamenti sulle piante da frutto si eseguono dalla ripresa vegetativa, ovvero dalla pre-fioritura, fino alla raccolta, con intervalli di 2 o 3 settimane. Con questa costanza, le piante vengono rinforzate, considerando che oltre alla propoli si possono fare regolarmente anche altri trattamenti preventivi (con estratti di ortica, decotti di equiseto, che peraltro si possono unire alla propoli).
In caso di grandinate che provocano notoriamente delle ferite alle piante, un trattamento a base di propoli è di aiuto per stimolare la loro ripresa.
Naturalmente, in presenza di sintomi di patologia è possibile intensificare i trattamenti o scegliere di utilizzare il rame o altri sostituti, ma le necessità di questi prodotti possono ridursi.
Modalità e dosaggi di impiego
Sulle modalità e i dosaggi è fondamentale attenersi a quello che viene riportato sull’etichetta del prodotto acquistato. Ad esempio, è possibile leggere: 200-250 ml/hl di acqua se impiegato da solo, e 150-200 ml/hl se abbinato ad un anticrittogamico come zolfo o rame.
Non viene considerato strettamente necessario utilizzare i dispositivi di protezione individuale, ma può avere senso indossare comunque guanti e mascherina.
Tempo di carenza e aspetti ambientali
Sulle schede tecniche dei prodotti commerciali più conosciuti non vengono fornite indicazioni sui tempi di carenza, ovvero quell’intervallo di tempo minimo che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta della frutta e verdura, anzi i trattamenti sono consigliati proprio fino alla raccolta, quindi si può dedurre un’assenza di limiti in questo senso.
Si tratta di prodotti innocui per uomo, per gli animali e gli insetti utili, e non comportano inquinamento ambientale o tossicità.
Preparazioni con la propoli e prodotti commerciali
Le principali preparazioni in cui troviamo la propoli per uso agricolo sono le seguenti:
Soluzione acquosa, quando la propoli viene fatta macerare in acqua, alle dosi di 150 g/litro, accompagnata ad un emulsionante come la lecitina di soia, data la scarsissima solubilità in acqua della propoli.
Soluzione alcolica, detta anche “tintura”, quando la propoli viene diluita nell’alcool denaturato.
Soluzione idroalcolica: in questo caso la soluzione acquosa viene mescolata con una parte uguale di tintura di propoli e poi il tutto viene ulteriormente diluito in acqua.
Propoli + altri prodotti: possiamo trovare la propoli potenziata, con aggiunta di zolfo, di rame o di silicato di sodio, nei primi due casi per migliorare l’effetto sulle malattie crittogamiche, nel terzo contro afidi ed altri insetti nocivi.
Oleato di propoli: in questo caso la propoli viene lasciata a macerare nell’olio previa macinazione molto fine, e poi vi si aggiunge della soluzione idroalcolica. Questo prodotto è particolarmente utile contro le cocciniglie, al posto dell’olio bianco, e lo si può spennellare direttamente sulle parti di pianta colpite.
Propoli insieme alla cera d’api, sotto forma di crema cicatrizzante per proteggere le pianta dai tagli di potatura.
In genere per uso agricolo si trovano prodotti commerciali a base di propoli in flaconi che contengono ad esempio l’estratto di propoli con acqua demineralizzata. È opportuno leggere bene la loro scheda tecnica e l’etichetta per l’utilizzo, per sapere le dosi e le diluizioni corrette per ogni specie da trattare.
La propoli in agricoltura biologica
La normativa italiana sul biologico, che integra quella europea (Reg 834/07 e 889/08), ammette l’uso della propoli.
In particolare, la troviamo inserita nell’allegato 2, “Prodotti impiegati come corroboranti, potenziatori delle difese naturali dei vegetali” del Decreto Ministeriale 6793/2018, e descritta in questo modo:
“È il prodotto costituito dalla raccolta, elaborazione e modificazione, da parte delle api, di sostanze prodotte dalle piante. Si prevede l’estrazione in soluzione acquosa od idroalcolica od oleosa (in tal caso emulsionata esclusivamente con prodotti presenti in questo allegato). L’etichetta deve indicare il contenuto in flavonoidi, espressi in galangine, al momento del confezionamento. Rapporto percentuale peso/peso o peso/volume di propoli sul prodotto finito”.
Nella colonna a fianco, quella relativa alle modalità e alle precauzioni d’uso, non viene specificato niente.