Metodi di coltivazione

Coltivare tra le erbacce: l’orto del “non-fare”

Aggiornato il 20.11.2024

orto in agricoltura naturale

Quando mi si è presentata l’opportunità di scrivere su Orto Da Coltivare ho iniziato a chiedermi quale fosse il contributo che potevo dare al blog. Ho notato che ci sono già molti articoli e discussioni interessanti sui più svariati temi legati all’agricoltura, così ho avuto timore di non aver nulla da insegnare. Ecco perché ho deciso di non portare informazioni, bensì un esperimento concreto. Realizzerò un piccolo orto sperimentale e mi divertirò a vedere cosa funziona e cosa no.

Proverò ad utilizzare pratiche non convenzionali e osserverò come reagisce la natura. Chi seguirà questo esperimento, che documenterò il più possibile, potrà imparare dai miei errori e con un po’ di fortuna ripetere qualcosa che invece ho fatto bene.

agricoltura naturale e orto del non fare

L’agricoltura naturale (premessa teorica)

Le mie pratiche seguiranno la filosofia de “La rivoluzione del filo di paglia”, libro scritto da un agricoltore giapponese di nome Masanobu Fukuoka. Questo contadino, scrittore e filosofo ha un punto di vista un alternativo riguardo al mondo agricolo che merita un approfondimento: sostiene che la migliore agricoltura arriva senza sforzo. Questa filosofia del “non-fare” asseconda la mia pigrizia ed è un modo di vedere che non si limita alla coltivazione, anche se qui si declina in modo particolarmente efficace.
A molti agricoltori moderni potrà sembrare un’assurdità, ma in realtà dietro a questa prospettiva c’è una filosofia profonda ed esperimenti pratici che hanno dato buoni risultati. A questo riguardo consiglio sinceramente di leggere il libro di Masanobu ed altri testi che derivano dalle sue idee, come gli scritti sull’agricoltura sinergica di Emilia Hazelip.

Per dare un’idea di quello che proverò a fare nel mio orto sperimentale riporto i “quattro pilastri” dell’agricoltura naturale teorizzati da Masanobu Fukoka. Questi punti non sono da recepire come comandamenti, sono semplicemente dei fatti che egli ha constatato, dopo anni di esperimenti.

Secondo Fukuoka:

1. Nessuna vangatura. Non vi è nessun bisogno di lavorare il terreno, ovvero dissodarlo per preparare una coltivazione.
2. Nessun concime, nè chimico, nè organico.
3. Non togliere le erbe infestanti: non occorre diserbare, né con prodotti chimici, né con l’erpice.
4. Non usare prodotti chimici in generale.

C’è da dire che Masanobu sosteneva che questo modo di fare agricoltura e le sue tecniche funzionavano per lui, in Giappone, col clima e il terreno delle zone in cui Fukuoka abitava. Lui diceva che ogni coltivatore che voglia coltivare in maniera semi-selvatica deve trovare le proprie tecniche, attraverso un periodo di sperimentazione. La filosofia guida è: fare solo il necessario. Togliere anziché aggiungere: la natura farà la maggior parte del lavoro e da parte nostra ci sarà più gratitudine che sforzo.

L’orto sperimentale (premessa pratica)

Ho deciso di destinare ad orto sperimentale circa 50 metri quadri in Friuli Venezia Giulia sui quali quest’anno ho coltivato un po’ di piante ortive (pomodori, peperoni, melanzane, fagiolini, patate, zucchine). A Marzo avevo dissodato il terreno e preparato l’orto in maniera classica, trapiantando poi le piantine in Aprile.

Ormai il mio piccolo orto ha dato i suoi frutti per la stagione estiva. E’ stato un orto a bassa manutenzione: mi sono limitato a concimare un po’ con stallatico inizialmente, a bagnare la sera nella calde giornate estive e a limitare un po’ le erbacce manualmente attorno alle piantine che mi interessavano. Mi ha dato molte soddisfazioni.

Vediamo invece come procederò con il mio orto sperimentale…

La semina

Già ad inizio novembre seminerò alcune varietà orticole estive direttamente sopra l’orto vecchio e sopra le “erbacce” che ricoprono completamente il suolo.

Proverò a seminare quelle varietà di piante che germinano più facilmente come: cipolline, fagiolini nani, radicchio da taglio,… Per quanto riguarda alcune orticole da frutto come pomodori e zucchine proverò a seminare delle varietà precoci a frutto piccolo (ad esempio pomodori cigliegini e zucchina romana) così sarà più probabile che i frutti riescano a maturare in un orto naturale.

La semina sarà fatta molto densamente a spaglio, seminando casualmente qua è là tutte le varietà.

La preparazione del terreno nell’orto naturale

Il secondo passo sarà preparare il terreno senza lavorarlo. Procederò tagliando alla base le piante dell’orto vecchie che saranno già alla fine del loro ciclo biologico. Le radici andranno lasciate dove stanno, la loro decomposizione concimerà naturalmente il suolo e lo renderà morbido e arieggiato. Il resto della pianta la lascerò semplicemente sul terreno senza sminuzzarla ulteriormente. Se la pianta avrà ancora dei frutti maturi attaccati questi possono essere lasciati anch’essi e contribuiranno alla risemina. Anche le erbacce vanno tagliate alla base e resteranno al suolo a costituire la pacciamatura per le piante appena seminate.

Adesso il grosso del lavoro e fatto, dobbiamo solo aspettare la primavera per vedere se germina qualcosa. In aggiunta ci sono alcune pratiche che volendo possiamo svolgere. La prima è spargere un po’ di stallatico o letame sulla pacciamatura per aiutare la decomposizione, la seconda è bagnare a volte con gli EM (microrganismi effettivi), anche questo per aiutare la decomposizione e la salute del suolo.

Questo orto è sperimentale, ciò vuol dire che attualmente non ho nessuna prova della validità di queste tecniche. L’orto così fatto mira ad essere a “bassissima manutenzione” che arricchisca il suolo senza concimazioni, con poco utilizzo di acqua. Bisognerà fare solo alcuni interventi manuali “al bisogno” come limitare manualmente le erbacce troppo invasive o evitare che i frutti siano a contatto diretto col terreno.

Ora la domanda è: “cosa succederà?

Inizio novembre: semine autunnali e impostazione orto

A inizio novembre ho impostato l’orto per la prossima primavera.

La non lavorazione del terreno

Una cosa che non ho fatto rispetto ad un orto tradizionale, è stata la preparazione del terreno. Ho scelto infatti di non estirpare le erbacce e di non vangare la terra in accordo con le idee di Masanobu Fukuoka.

Questa pratica a mio modo di vedere non è necessaria per ottenere un buon raccolto. Al contrario un dissodamento eccessivo potrebbe portare al degradamento del suolo.

L'orto

Ad ogni modo non credo che questa tipologia di approccio abbia un valore assoluto. Qualcuno nei commenti allo scorso post mi ha fatto notare che questa modalità di preparazione potrebbe andare bene al Nord ma non al Sud.

In effetti nel meridione c’è il rischio che i semi germinino in autunno precocemente per poi non arrivare alla primavera. Inoltre in altre situazioni probabilmente un qualche tipo di lavorazione è necessaria ma qua stiamo sperimentando.

Semine e operazioni di impostazione dell’orto

  1. Ho tagliato le piante di quest’estate. Il primo passo in realtà sarebbe stato seminare sopra tutte le piante prima di tagliarle ma pomodori, peperoni e fagiolini rampicanti erano troppo alti e avrebbero intercettato i semini. Quindi inizialmente ho tagliato queste piante e le ho messe un attimo da parte, per utilizzarle in seguito come pacciamatura.
  2. Ho preparato il mix di semenze. Il mix è stato preparato con alcune bustine che ho preso appositamente in vivaio e rimanenze che avevo conservato da semine passate. Alla fine dell’articolo troverete le varietà che ho utilizzato.
  3. Dopo c’è stata la semina. Ho mescolato bene e seminato a spaglio il mio mix. Ho tenuto le file e i camminamenti dell’anno scorso e per il momento ho seminato su 7 file.
  4. In seguito sono passato a scuotere un po’ le erbacce che coprivano il suolo, così che i semi cadessero dalle piantine (alla buona perché comunque anche la pioggia aiuterà in questo).
  5. Il quinto passo è stato tagliare alla base tutte le erbacce e lasciarle sulle file che ho seminato. Subito dopo ho accatastato anche le piante dell’orto che avevo precedentemente tagliato.
  6. L’ultima cosa che ho fatto è stata spargere stallatico sopra la pacciamatura, per aiutarne la decomposizione.

Osservazioni sui lavori effettuati

Ogni fila dell’orto è di tre metri quadrati circa, ho deciso di lasciare i camminamenti del vecchio orto e di coltivare sul terreno soffice, non calpestato. Ho speso 10 euro in semenze e mi sono accorto che era poco per tutte le file dell’orto (12 di tre metri quadrati l’una circa), al momento ne ho seminate sette, ma va bene così, visto che 3 file sono occupate attualmente dai cavoli. Ho deciso dunque che farò una seconda semina quando raccoglierò i cavoli, in ogni caso farò un’altra semina in primavera.

Ho anche lasciato molti frutti sulle piante tagliate di pomodoro e peperoni friggitelli, una trentina di pomodori e una decina di peperoni, questi potrebbero riseminarsi. Anche una pannocchia di mais nero che era rimasta sulla pianta l’ho sgranata qua e là sulle file.

Varietà seminate nell’orto sperimentale

mix di sementi

La mia idea è di iniziare con varietà che germinano in primavera, a sviluppo precoce.

Ipotizzo che le varietà con frutto grande e con buccia morbida non siano molto adatte alla coltivazione semi-selvatica. Maggiore è la superficie del frutto più è facile che sia attaccata da insetti e malattie, e se la buccia è fine come quella di pomodori e zucchine sarà ancora più vulnerabile. Ecco perché per questi ortaggi sceglierò varietà a frutto piccolo per la coltivazione naturale.

Cercherò di non usare bastoni e supporti favorendo le varietà “nane” per fagioli, fagiolini e simili, ma eventualmente li inserirò al bisogno. Fra le rimanenze c’erano dei fagiolini rampicanti e anche i pomodori che potrebbero riseminarsi sono a crescita indeterminata.

In totale ho seminato 12 pacchetti di semenze:

  • Uno di rucola selvatica da campo: pianta di facile coltivazione. Non ha grandi esigenze e cresce bene anche su suoli poveri di sostanze nutritive. Non è adatta a suoli acidi.
  • 2 pacchetti di piselli mezza rama Rondo: è una varietà a maturazione precoce, alta circa 75 cm, con baccello lungo.
  • 1 di bietola liscia verde da taglio: varietà precoce (50 giorni), con buona capacità di rigenerazione dopo lo sfalcio. Si consocia bene con la cipolla.
  • 2 di cipolla borettana: cipolla piccola e di forma appiattita. Quelle più piccole vengono conservate sottaceto mentre le più grandi sono adatte al consumo fresco.
  • 1 di zucchino alberello di Sarzana: zucchino a maturazione e dimensione media.
  • 3 di lattuga bionda a foglia liscia: tenerissima e precoce. Rivegeta più volte.
  • 2 di pomodoro piccolo borghese: varietà di pomodoro precoce a grappolo. Adatto sia al consumo fresco che alla realizzazione di sughi/conserve.

Le rimanenze che avevo a casa erano invece fagiolini rampicanti, radicchio rosso di Treviso, cavolfiori e mais nero.

Novembre: spuntano le prime piantine

A circa venti giorni dalla prima semina e dall’impostazione dell’orto naturale ci vuole un aggiornamento su come procede.

Un’altra semina

Ho effettuato una seconda semina per completare le 12 mini-file che ho predisposto. Nella parte che mancava ho seminato:

  • Due bustine di pomodoro var. “Principe Borghese”.
  • Due di lattuga bionda a foglia liscia.
  • Due di cipolla “Borettana”.
  • Una di fagiolo nano “Linera”.
  • Una di fagiolo rampicante “Blue Lake”.
  • Una di cicoria da taglio a foglie larghe.
  • Una di lattuga bionda a foglia riccia.

Pacciamature e sostanza organica

pacciamando

Ricorderete che avevo tagliato erbacce e piante coltivate l’anno scorso lasciandole sul terreno come pacciamatura: la decomposizione di questo materiale vegetale procede.

Ho anche versato un po’ di cenere della stufa per aggiungere elementi nutritivi, in particolare la cenere apporta potassio, fosforo e calcio, come spiegato nell’articolo sulla cenere come concime.

Le cinque file che mancavano da seminare erano spoglie dalle erbacce, avevo infatti denudato il terreno ad agosto per trapiantare le piante di cavolfiore. In queste file ho deciso di utilizzare un pacciamatura alternativa, la semina autunnale permette di utilizzare le foglie degli alberi per coprire il suolo nudo e per restituire sostanza organica al terreno. Nel mio caso ho utilizzato le foglie di gelso, di acero e di caco.

Ecco i primi germogli

orto naturale: prime piantine

Molti semi della semina precedente si sono sviluppati, le sette file sono piene di germogli. Credo che siano principalmente la lattughina, il radicchio, la bietola e le cipolline. Non credo abbiano germogliato ancora pomodori, piselli, zucchine e rucola. Spero che con queste temperature non si sviluppino e che attendano la primavera.

Non so se queste piantine resisteranno al freddo invernale, in ogni caso ho aggiunto anche a loro una pacciamatura di foglie sperando che quel substrato le tenga un po’ al caldo. Certamente eseguirò un’altra semina tardo-invernale o primaverile.

Programmi futuri

germogli sotto pacciame

Vi preannuncio che ho intenzione di effettuare della bagnature con gli EM (microrganismi effettivi) a cominciare dalla primavera. Personalmente credo che utilizzarli possa essere davvero un buon aiuto per chi vuole fare agricoltura naturale, soprattutto per il ripristino di terreni degradati. Prima di iniziare le bagnature ve ne parlerò qui su Orto Da Coltivare. Se l’argomento vi interessa dunque continuate a seguire il blog!

Adesso che vi ho descritto un po’ il mio orto naturale mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, che consigli potete darmi. Mi piacerebbe leggere nei commenti vostre esperienze simili.

Personalmente penso che internet ci possa dare un vantaggio rispetto all’era in cui viveva Masanobu Fukuoka. Egli per decine di anni ha praticato agricoltura naturale andando per tentativi. Ha imparato esclusivamente dai suoi errori. Noi abbiamo il vantaggio di poter comunicare e condividere le esperienze anche a distanza. Credo che sia un ottimo periodo storico per sperimentare in agricoltura. La cosa importante è non abbattersi per gli insuccessi e condividere.

Usare i social network solo per condividere i propri successi e costruirsi un’immagine digitale non aggiunge niente a ciò che siamo. Condividere i nostri errori in agricoltura invece può essere utile a noi e agli altri. Sbagliare può essere assolutamente positivo in questo contesto, anche perché bisogna impegnarsi soprattutto a non fare danni. La natura lasciata a sé stessa in ogni caso produce qualcosa, e se non produce cibo, produce biodiversità e arricchisce il suolo… E di questo c’è un grande bisogno.

Dicembre: l’orto a fine anno

germogli a fine anno

31 Dicembre, una bella giornata invernale col cielo limpido e l’aria fredda. L’orto sperimentale è coperto di foglie, usate come pacciamatura, e germogli. Le piantine più grandi sono di pisello, lattuga bionda e cipolla, queste piante hanno una buona capacità di resistere al freddo invernale soprattutto quando sono piccole, la loro crescita si arresta alle basse temperature e credo che abbiano buone chance di svernare!

Ci sono altre piante che hanno germogliato e sono ancora molto piccole, non riesco a riconoscerle. Spero che almeno alcuni semi rimangano in quiescenza e fino a questa primavera. Le temperature in questi giorni sono abbastanza basse ogni notte, sempre sotto lo zero, quindi solo le piante citate in precedenza credo ce la possano fare!

Sul terreno stanno vegetando anche molte erbe spontanee perenni che erano già presenti e avendole solo tagliate senza sradicarle ovviamente non sono scomparse. Trifoglio, artemisia e ranuncoli saranno i compagni delle mie piantine da orto e saranno un buon aiuto per la biodiversità! Il trifoglio in particolare, come tutte le leguminose, ha la capacità di fissare l’azoto atmosferico e contribuirà alla salute del suolo. Masanobu stesso seminava trifoglio bianco sulle sue coltivazioni di cereali per arricchire il terreno. Io ce l’ho che cresce spontaneo, meglio di così!

In realtà in questo aggiornamento non c’è molto altro da dire: ho scritto soprattutto per fare gli auguri a chi legge di Buone Feste! Con la speranza che anche fra di voi ci sia qualcuno che nel nuovo anno avrà voglia di sperimentare qualcosa di nuovo in agricoltura e, perché no, anche in altri settori della vita!

Buon 2018 a tutti!

orto naturale a dicembre

Marzo: l’orto naturale dopo le gelate

La fine di febbraio 2018 in Friuli Venezia Giulia è stata caratterizzata dall’arrivo di “Burian”, l’aria fredda di provenienza siberiana che per una settimana circa ha mantenuto le temperature sotto lo zero.

l'orto a marzo

Nonostante il clima rigido le piante di lattuga bionda e i piselli sembrano avere resistito, con qualche difficoltà, qualche bruciatura sulle foglioline, ma hanno resistito! Così penso che con i primi giorni primaverili potrò già mangiare la prima insalata dell’orto naturale e i piselli potrebbero essere pronti poco dopo. Ho preso dei rametti da un acero e li ho piantati accanto ai piselli, dei rametti corti e ramificati sono l’ideale come sostegno per queste piante.

Erbe spontanee e pacciamatura. Vi ricordo che non avevo sradicato le erbacce per preparare l’orto naturale, ma mi ero limitato a tagliarle basse, usando la parte superiore come pacciamatura. In una zona dell’orto l’artemisia e il trifoglio stanno già ricoprendo il terreno. La mia idea è quella di continuare a tagliarle quando saranno alte, lasciando al suolo il materiale vegetale, così il terreno sarà sempre più ricco di sostanza organica e umido, fino a quando una pianta più adatta alle nuove condizioni sostituirà queste erbe. Sia l’artemisia che il trifoglio infatti fanno parte di quelle specie chiamate “pioniere”, che riescono a colonizzare velocemente suoli nudi e poveri di nutrienti, ma se lasciate ai loro cicli col tempo arricchiscono il terreno e poi lasciano spazio ad altre piante.

Semi dormienti. Chissà se alcuni dei semi che ho piantato alla fine dell’autunno sono rimasti dormienti e si sveglieranno in primavera. Questa forse è la cosa che sono più curioso di osservare. Avevo messo semi di pomodoro, zucchina, bietola e altro, se non sono marciti o mangiati da qualche bestiola potrebbero nascere non appena la temperatura starà sopra i 15 gradi per buona parte della giornata.

Qualche nuova semina

In ogni caso farò un’altra semina, più rada delle precedenti. Ho acquistato delle sementi di piante non ibride che secondo me si adattano meglio alla coltivazione naturale. L’agricoltura moderna ormai è invasa da piante orticole ottenute con la tecnica dell’ibridazione, queste di solito non sono riproducibili da seme e hanno bisogno di cure molto precise: terreno arato, assenza di erbe spontanee, prodotti per la concimazione e la protezione dalle malattie. Insomma non sono piante che se la cavano da sole! Il nostro obiettivo con l’orto sperimentale è limitare gli interventi sulla natura, ecco perché ho cercato di scegliere sementi non ibride, varietà precoci con poche esigenze. Ecco le piante che ho scelto sul sito Macrolibrarsi:

  • Fava Extra Precoce a Grano Violetto: ciclo vegetativo di circa 90 giorni, qua al Nord di solito si semina tra febbraio e marzo.
  • Pomodoro Ponderosa: frutti tondi, piccoli, lisci di colore giallo, raggruppati in grappoli. Questa varietà dev’essere molto simile a come era il pomodoro alle sue origini.
  • Zucchino Tondo di Piacenza: varietà precoce.
  • Bietola da Costa di Ginevra: foglie lisce, a coste larghe e saporite.
  • Melissa officinalis: una pianta aromatica dai vari usi.

Infine mescolerò a questi semi anche un miscuglio di piante da fiore per arricchire ulteriormente il piccolo orto. La miscela comprende sementi di papavero, clarkia, cosmos arancione, gipsofila, ibisco vescicoso, erba bozzolino, e briza media. Anche in questo caso sono tutte piante non ibride, riproducibili e selezionate da un’azienda biodinamica.

erbe spontanee nell'orto naturale

Aprile

Circa sei mesi fa, in autunno ho iniziato il mio esperimento di orto naturale. Ho cercato di mettere in pratica le idee di Masanobu Fukuoka: sostanzialmente cercare di ottenere un raccolto lavorando il meno possibile. Devo dire che per la seconda parte ci siamo, ho lavorato davvero poco: non ho concimato, né lavorato il terreno, ho tolto qualche erbaccia solo prima di raccogliere la lattuga. Infine ho bagnato solo tre volte con i microrganismi effettivi, di cui parlerò in seguito.

piante di piselli

Inizialmente avevo preparato l’orto, spargendo i semi sopra alle piante che erano già presenti e che in seguito ho tagliato, senza estirparle. Bisogna dire però che la lavorazione era stata fatta l’anno precedente e che avevo limitato le erbacce per tutta l’estate. Nel frattempo l’inverno si è fatto sentire con temperature davvero basse (attorno ai -5 gradi nelle nottate più fredde) e molta pioggia. Anche con queste condizioni alcune piante da orto sono nate e cresciute. Vediamo quindi com’è la situazione ad aprile in questo orto sperimentale.

Quali piante sono nell’orto ad aprile

Se guardiamo oggi l’orto la prima cosa che si nota sono le piante di pisello, sono alte e hanno molti fiori: le piantine sono nate subito in ottobre e hanno resistito alle intemperie per poi riprendere a crescere solo a marzo. Oggi sono fiorite come potete vedere in foto, la resistenza di questa pianta mi ha sorpreso. Stesso discorso con la lattuga bionda che ho seminato in alcuni spazi troppo densamente e copre in maniera troppo fitta il terreno, comunque è una coltivazione che è sicuramente riuscita dato che ho mangiato questa insalata già più volte in questa primavera.

L’aglio era già presente nell’orto, si è seminato da solo questa estate ed ora ho vari ciuffi d’aglio qua e là. Anche la fava che ho seminato in primavera sta nascendo. Queste sono le piante da orto che per ora sono presenti.

Il resto è tutto coperto da erbe spontanee. Avevo seminato anche altre varietà e non so se debbano ancora nascere, siano nate sotto le erbacce, o se i semi siano andati marci o mangiati.

Il non-fare e il valore della diversità

Per questo bisognerà aspettare ancora un po’. Sono abbastanza soddisfatto del risultato perché ho lavorato due o tre ore in tutto, mai concimato o lavorato il terreno. Certo, ho speso circa 30 euro in semenza però dagli errori s’impara e i prossimi anni seminerò le varietà più adatte alla coltivazione semi-selvatica. Questo esperimento è sicuramente utile per chi volesse fare riposare il terreno per un anno, facendo poi un sovescio.

Nel mio caso cercherò di ripetere l’esperimento fino a trovare le varietà che meglio si prestano a questo tipo di coltivazione, col clima della mia città e sul mio terreno. Ripeto che sperimentare in agricoltura è importantissimo. L’agricoltura ormai è in molti luoghi standardizzata, con sementi ibride, prodotti e tecniche ritenute valide in tutto il mondo. Queste tecniche agricole hanno dei vantaggi, ma ci stanno anche togliendo qualcosa: la diversità. Che non è poco. Diversità biologica, diversità di paesaggio e culturale. Ecco perché l’appello deve essere: da una parte sperimentate tecniche alternative, e dall’altra cercate di riscoprire conoscenze contadine antiche, in alcune di esse c’era una grande saggezza e semplicità di pensiero che va riscoperta.

EM: i microrganismi effettivi

Voglio concludere, come vi avevo promesso, con la mia esperienza per quanto riguarda i microrganismi effettivi. Un amico è andato in Austria e da Villacco mi ha portato 10 litri di soluzione già attività contenente un mix di microrganismi “benefici” per le piante. L’obiettivo è di migliorare le attività biologiche nel suolo, di conseguenza favorire l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante e prevenire le malattie.

La diluizione consigliata è di dieci ml per ogni dieci litri, va conservata al fresco e al buio perché possa rimanere efficace. Si può utilizzare per fare delle bagnature oppure si può nebulizzare sulle foglie e su qualsiasi parte della pianta. I microrganismi interagiranno in ogni luogo, ristabilendo gli equilibri microbici naturali. Io li ho utilizzati tre volte. I risultati si possono vedere solo a lungo termine, quindi non ho molto da aggiungere per ora. Il mio termine di paragone non sarà l’orto, bensì i miei alberi da frutto, ho infatti spruzzato gli EM sulle foglie di tutti gli alberi che l’anno scorso hanno prodotto poco. La vite è stata colpita dalla peronospora e l’uva non è giunta a maturazione (non ho utilizzato rame), anche il ciliegio non ha prodotto, forse in quel caso è stata colpa delle cimici, anche il susino ha prodotto poco. Quindi vediamo se con gli EM andrà meglio, sapendo bene che è solo uno dei fattori che può incidere.

Maggio

orto fukuoka a maggio

Ed eccoci arrivati a metà maggio: abbiamo iniziato nello scorso mese di novembre a seguire l’esperimento di orto naturale tramite questo diario, ormai è passato un semestre dalle prime semine. Ora che siamo in primavera inoltrata si possono iniziare a fare alcune considerazioni sull’orto di quest’anno!

Questo orto sperimentale è stato gestito con il minor numero possibile di interventi, lasciando campo libero alle erbe spontanee. Proviamo a capire cosa ha funzionato e cosa invece non ha dato frutto.

Lo stato dell’arte: coltivazioni ed erbe spontanee

Ci sono molte piante spontanee: artemisia, trifoglio, ranuncoli, veccia, qualche graminacea e poco altro. Come piante ortive sono presenti solo piselli, fave, aglio e lattuga.

Partiamo da queste coltivazioni: le piante di pisello sono quelle che hanno funzionato meglio per il mio orto con queste condizioni climatiche e con le tecniche che ho usato. Le piante hanno germinato senza problemi in autunno e hanno fatto fronte a una stagione invernale particolarmente fredda e umida.

Già in marzo hanno ricominciato a crescere, ad Aprile sono spuntati i fiori, ed ora a metà maggio hanno quasi terminato la produzione. Ho raccolto i legumi già tre volte, ogni domenica, per tre settimane, la prossima sarà la quarta e ultima. Li avevo seminati su 4-5 metri quadrati e la produzione non è enorme, ma qualche piatto è venuto fuori.

Anche la lattuga bionda è cresciuta, fin troppo: l’avevo sparsa un po’ dappertutto col mio mix di sementi ed è nata e cresciuta subito, coprendo in maniera molto fitta le zone dov’era seminata. L’ho mangiata qualche volta in primavera ma eccede sicuramente il mio fabbisogno ed è rimasta lí. Ormai è molto alta. Nota per il prossimo anno: seminarla solo in un angolino.

Le fave sono cresciute qua e là, hanno appena fiorito e dovrò aspettare ancora qualche giorno per raccogliere i legumi.

Anche l’aglio è cresciuto un po’ sparso, quello si era seminato da solo l’anno scorso, quest’anno lascerò che qualcuno vada a fiore per la risemina. Ho raccolto già alcune teste.

I fallimenti: gli ortaggi che non sono spuntati

Come ho detto il resto delle piante seminate non è spuntato. È difficile tirare conclusioni subito, ma penso che alcune piante non siano adatte ad essere seminate in autunno con le nostre condizioni climatiche (l’orto naturale sperimentale si trova in Friuli), soprattutto peperoni, zucchine e pomodori.
Volevo provare a vedere se le sementi sarebbero state in riposo fino ai primi caldi di marzo-aprile ma così non è stato. Anche la semina primaverile non è stata efficace. Piante come rucola e bieta non sono comunque nate. Mi aspettavo che almeno la cipolla sarebbe spuntata, di solito non ha grandi problemi, invece neanche l’ombra.

La ricchezza naturale: un ecosistema vivo

La cosa migliore è la ricchezza naturale dell’orto che è pieno di bestioline di tutti i tipi: insetti, lombrichi, farfalle, lucertole, …

Quando taglio un po’ di erbacce posso vedere che il suolo è morbido e scuro e questo mi rassicura sul fatto che anche se non ho raccolto granché, la qualità del terreno dev’essere migliorata, come quella dell’ambiente in generale. Anche se lumache e cimici sono presenti non sembrano avere preso il sopravvento per il momento.

Sfruttare questo ambiente naturale per i trapianti

In questo ambiente, molto ricco di naturalità, ho provato a trapiantare qualche pianta di pomodoro e peperone presa in vivaio, ho liberato semplicemente un piccolo spazio dalle erbacce per piantare quattro peperoni e quattro pomodori. Aspettiamo ora di vedere i risultati.

Progetti futuri

Per continuare gli esperimenti il prossimo anno proverò sicuramente la coltivazione di piselli, facendo una fila bella lunga in pieno campo.
Credo che abbandonerò la semina autunnale per il resto delle piante e mi concentrerò meglio su una semina primaverile, magari più tardiva rispetto a quanto fatto quest’anno.

Curando meglio la scelta delle piante, eliminerò peperoni, zucchine e pomodori, che eventualmente trapianterò a maggio, e proverò con altre piante. Mi piacerebbe trovare qualche pianta da avere direttamente da seme, associandola a fave e piselli, anche se la consociazione con le piante spontanee è già più che valida!

Agosto: ricapitoliamo

Da ormai un anno stiamo seguendo un esperimento di orto naturale, coltivato seguendo la filosofia del non fare di Masanobu Fukuoka. Su Orto Da Coltivare abbiamo seguito passo dopo passo le operazioni effettuate e i risultati raggiunti.

Dato che è passato un po’ di tempo vale la pena ricapitolare cosa è successo.

Il riepilogo di un anno di orto naturale

A settembre ho deciso di impostare un orto naturale, limitando al massimo gli interventi colturali. L’esperimento prevedeva di:

  • Seminare sopra le erbe spontanee un mix di semenze.
  • Tagliare le erbe spontanee e usarle come pacciamatura.
  • Lasciare fare alla natura senza arare, concimare, diserbare e usare prodotti chimici.
orto naturale di giorgio avanzo

Il miglioramento del terreno

Come già rilevato ci sono stati alcuni risultati positivi, a cominciare dal ripristino di un’area del giardino che era stata molto sfruttata dagli orti precedenti. Si è ristabilita una vegetazione in continua evoluzione e le associazioni vegetali continuano a cambiare, sono arrivati molti tipi di insetti e impollinatori, lucertole, orbettini e altri animali. Ho potuto notare che il suolo prima era marroncino chiaro e crostoso, ora sotto la vegetazione è già più scuro e soffice.

Risultati di raccolta

Ho anche avuto qualche risultato come raccolta. La lattuga bionda in primavera era abbondante e i piselli sono la verdura che più è riuscita nel primo anno di questo orto, ho avuto una buona raccolta considerando l’area poco estesa dell’esperimento. Anche l’aglio è venuto bene, era in quella zona spontaneamente da anni e continua a riprodursi comunque in ogni circostanza.

Un ambiente in evoluzione

Fukuoka, il padre dell’agricoltura naturale, diceva che un orto naturale ha bisogno di tempo per stabilizzarsi. Diciamo due o tre anni dove la situazione di partenza è molto compromessa. L’orto naturale non è infatti un orto stagionale. Certo, alcune piante lo sono ma la copertura del suolo da parte della vegetazione è perenne, l’uomo interviene il meno possibile sulla natura, nel mio caso con sfalci e semine.

Com’è ora l’orto

Com’è ora la situazione nell’orto? Un casino.

Le erbacce sono dappertutto, di molti tipi, le fave che erano cresciute e avevano fiorito bene non ce l’hanno fatta, i primi legumi sono stati mangiati da vari insetti e poi le piante sono state soffocate dalle erbacce. Ad ogni modo credo di avere sbagliato i tempi della semina: non si dovrebbero sviluppare nella stagione più calda.

pomodori col metodo fukuoka

Nell’erba alta dell’orto possiamo ancora vedere la lattuga andata ormai a seme, qualche pianta di pisello nata ultimamente qua e là e le piante di pomodoro che ho trapiantato, 8 in totale.

Volevo vedere se l’ambiente ristabilito poteva essere buono per la crescita dei pomodori. Inizialmente le piante erano soffocate dalle erbacce, stavano crescendo ma un po’ a stento. Allora ho liberato l’area con un nuovo sfalcio. Sempre lasciando il materiale vegetale a terra come pacciamatura.

Da quel momento effettivamente le piante di pomodoro hanno iniziato a crescere bene, senza averle mai concimate o bagnate. Anche le erbacce hanno ripreso a crescere ristabilendo velocemente una situazione simile a quella iniziale. Ricordo infatti che con lo sfalcio la maggior parte delle piante non muore e riprende da subito a vegetare.

I pomodori sono quasi pronti, adesso per questa estate non interverrò più se non per la raccolta dei pomodori. Questo autunno rifarò la semina dei piselli e fino ad allora non ci saranno aggiornamenti su queste pagine.

Estensioni maggiori?

erbe spontanee agosto

Il piccolo pezzo di terreno (50 metri quadri circa) probabilmente non fa molto testo per comprendere le potenzialità dell’agricoltura naturale. Soprattutto sarebbe bello arricchire l’ambiente con qualche albero e arbusto, ma nei 50 metri quadrati non c’è molto spazio per arricchire il tutto con la vegetazione arboreo-arbustiva. È vero che attorno ci sono gli alberi ma l’orto rialzato rimane pur sempre un ambiente particolare. Sarebbe bello poter avviare un esperimento nei prossimi anni su una estensione maggiore.

In realtà si può vedere anche su estensioni piccole il miglioramento dell’ambiente. Per la raccolta invece forse ci vuole più tempo perché si possa intuire quali tipi di ortaggio sono la vera vocazione di quel posto. Per quell’appezzamento coltivare piselli in primavera, seminandoli in autunno può andare bene, ma dobbiamo ancora osservare cosa succede negli anni successivi al primo. Ecco perché sarà importante continuare a seguire l’esperimento!

Il prossimo anno la natura farà i suoi aggiustamenti e anche io imparerò dai miei errori e cercherò di fare meglio.

L’orto naturale a un anno dall’inizio dell’esperimento

semina naturale dei piselli

Circa un anno fa iniziavo le sperimentazioni di agricoltura naturale con un orto a bassa manutenzione, cercando di seguire le idee di Masanobu Fukuoka, ovvero: nessuna lavorazione del terreno, nessun prodotto chimico di sintesi e senza estinguere le erbacce, al massimo le ho contenute un poco.

Visto che con questo tipo di coltivazione non degradiamo il terreno e non abbiamo bisogno di input esterni, la fertilità del suolo dovrebbe essere migliorata anche in assenza di concimazioni. L’anno scorso ho provato a seminare un po’ di tutto in autunno, ma solo poche piante hanno poi dato i loro frutti, in particolare una semina è andata bene per questo tipo di agricoltura, nel mio terreno, con le mie tecniche e il clima di qui: i piselli.

Ho deciso dunque di seminare piselli su tutto l’orto naturale questo autunno, per avere la conferma che questo tipo di coltivazione è adatta, alle mie condizioni, per essere coltivata in maniera semi-selvatica. Ecco allora come ho seminato anche quest’anno i piselli nell’orto naturale.

Il lavoro di semina

Nell’orto c’era l’erba alta e ancora qualche pianta di pomodoro che dava i suoi frutti. Ho tagliato tutta quanta l’erba a rasoterra, e lasciato tutto il materiale vegetale sul posto, così che possa fungere da pacciamatura. Prima di effettuare la semina ho semplicemente spostato a lato la pacciamatura dalle file che dovevo seminare.

Ho seminato i piselli a spaglio (varietà “espresso”, mezza rama), su tutte le file dell’orto e in seguito ho coperto tutto con la pacciamatura. Ed è tutto, questo è stato il lavoro di preparazione.

Infine si potrebbe spargere un po’ di concime organico sopra la pacciamatura, come lo stallatico in polvere per velocizzare la decomposizione della stessa, cosa che non ho fatto. Ho intenzione piuttosto di spargere l’umido degli scarti della cucina di questo inverno direttamente sul terreno anziché compostarlo, spargendo anche, ogni tanto, un po’ di cenere della stufa.

Adesso aspetterò che gli alberi del giardino perdano le foglie per mettere ulteriore pacciamatura e direi che è tutto. L’anno scorso le piantine si erano già sviluppate in autunno e avevano superato bene l’inverno, ricominciando a crescere con il primo tepore primaverile.

Con questo diario di orto ci tengo sempre a comunicare l’importanza di sperimentare nell’orto. La coltivazione adatta per me potrebbe non essere quella adatta per voi, quindi non ho la pretesa di dare linee generali. Se siete intenzionati ad uscire da un’agricoltura standardizzata andare per tentativi può essere necessario.

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