ape sulla spiga di lavanda

La coltivazione della lavanda

Aggiornato il 14.11.2024

Lavanda Lavanda officinalis

  • Distanza di trapianto 70x70
  • Esposizione solare 5/5
  • Fabbisogno idrico 1/5
  • Difficoltà di coltivazione 1/5
  • Trapianto in orto da Marzo a Aprile
    da Settembre a Ottobre

Il termine lavanda deriva dal verbo “lavare”, la pianta deve il nome al suo buon profumo: essendo usata nei saponi o per profumare i cassetti si associa tipicamente a un’idea di buono e pulito. Quando in giardino fiorisce è un’esplosione di colore e questo suo buonissimo aroma si diffonde nell’aria.

Il cespuglio di lavanda abbellisce l’ambiente ma non è semplicemente ornamentale: si tratta di una pianta molto utile e porta molti vantaggi all’orto, attraendo insetti utili e prestandosi a vari impieghi, dalla cucina alla decorazione profumata.

ape sulla spiga di lavanda

I motivi per avviare una coltivazione di lavanda sono quindi molteplici:

  • Pianta ornamentale. Con i suoi splendidi fiori viola profuma e abbellisce l’ambiente
  • Attrae insetti utili. Con la sua fioritura nell’orto attira le api, insetti preziosi per l’impollinazione.
  • Proprietà officinali. La lavanda è anche una pianta officinale con proprietà positive per il benessere.
  • Aromatica utile in cucina. Seppur poco usata nelle ricette la pianta ha anche interessanti applicazioni culinarie.
  • Impiego dei fiori secchi. I suoi fiori essiccati possono formare ghirlande o essere utilizzati per profumare la biancheria
  • Il miele di lavanda. Per chi fa apicoltura la lavanda si rivela anche ottima come pianta mellifera, da cui ottenere un miele molto pregiato.

La pianta di lavanda officinalis

Nel giardinaggio la lavanda (Lavanda officinalis) è diffusa per le sue qualità estetiche: i suoi cespugli restano abbastanza ordinati, mantenendosi in genere nei 50 cm di altezza e riempiendo lo spazio dell’aiuola a lei dedicata con una fitta vegetazione color grigio verde. dalle foglie lunghe e strette.

Si tratta di una pianta erbacea perenne che non richiede molta manutenzione, in particolare si accontenta di poca acqua e non teme la siccità.

I fiori di lavanda sono le classiche spighe viola, molto decorative e apprezzate per il già citato profumo.

Esistono molte varietà di lavanda, non ci sono differenze sostanziali nella coltivazione dell’una o dell’altra.

Clima e terreno adatti alla lavanda

Clima. La lavanda è una pianta molto resistente al caldo e all’aridità, sopporta le estati secche, si trova bene in posizioni soleggiate e gradisce il vento. Ci sono varietà che hanno anche una buona resistenza al freddo e si prestano quindi a essere coltivate in tutta Italia, sia in zone mediterranee che in settentrione.

Terreno e concimazione. Questa pianta cerca terreni leggeri e senza ristagni idrici, vive bene anche su suolo arido e sassoso, a prevalenza calcarea e non molto acido. Si tratta di una pianta erbacea molto modesta in termini di richiesta di elementi nutritivi, si può quindi evitare la concimazione al momento dell’impianto. Essendo perenne è comunque buona pratica rinnovare la sostanza organica con periodici e moderati apporti di compost o letame maturo.

Propagazione della lavanda

Per cominciare a coltivare bisogna ottenere le piantine di lavanda: possiamo farlo a partire dal seme, con una talea da una pianta esistente, oppure ovviamente comprando le piantine pronte in vivaio da trapiantare.

Seminare i semi di lavanda

Propagare la lavanda dal seme non è molto semplice: si tratta di una coltivazione che chiede condizioni particolari per germinare, ha dei semi difficili nella germogliazione. Per questo il consiglio è di evitare la coltura da seme e comprare una piantina già formata oppure riprodurla per talea.

Con un po’ di pazienza si può comunque scegliere di cercare i semi di lavanda o riprodurli in proprio. Il metodo migliore è di mettere i semi per due mesi in frigorifero, in modo da simulare un inverno, a partire da fine febbraio possiamo poi procedere con la semina in semenzaio, ricordandoci che i tempi di germinazione sono lunghi.

Propagazione per talea

La talea è una tecnica che consente di riprodurre la pianta a partire dal ramo di una pianta madre, conviene farlo in primavera (indicativamente nel mese di aprile).

La lavanda è molto semplice da far attecchire in talea: il ramo da scegliere deve essere lungo almeno 10 cm e con minimo tre foglie (meglio 5), scelto tra quelli laterali senza fiori.

Dopo aver tagliato il rametto bisogna pelare le foglie di tutta la sua parte bassa e metterlo in un vasetto con terriccio misto a sabbia. Occorre innaffiare regolarmente, visto che per radicare serve una buona umidità. Nel giro di un anno si ha una piantina di lavanda pronta per il trapianto.

Piantare la lavanda

Dopo aver comprato o riprodotto la pianta di lavanda arriva il momento di piantarla in campo, operazione molto semplice.

Sesto di impianto. Non c’è un vero e proprio sesto d’impianto per la lavanda, dipende dal tipo di aiuola che si desidera creare. Bisogna in ogni caso tener presente che è una pianta che si espande e quindi conviene tenere un minimo di mezzo metro tra le piante.

Cure colturali

La lavanda è una specie molto semplice da coltivare in terra e si può comunque anche gestire in vaso sul balcone. Una semplice aiuola di lavanda in grado di profumare e rallegrare una bordura si può tenere anche senza cure, mentre coltivare lavanda a scopo professionale richiede maggiori accorgimenti. Tra i nemici di questa coltura è opportuno citare la chrysolina americana, un coleottero metallizzato che apprezza particolarmente i fiori di lavanda.

Irrigazione

La lavanda è una pianta che non teme particolarmente la siccità. Per questo motivo bisogna bagnare solo quando la terra è molto asciutta e in ogni caso non esagerare con l’innaffiatura. Nella maggior parte dei climi le piante di lavanda possono stare nell’orto o nel giardino anche senza essere irrigate mai, accontentandosi delle piogge stagionali.

Gestione delle erbe infestanti

La pianta di lavanda non necessita di pacciamatura, essendo erbacea colonizza facilmente tutta l’aiuola dedicata e la sua vegetazione fitta non lascia molto spazio alle infestanti. Per questo il controllo delle erbacce su cespugli di lavanda già formati è semplice e richiede interventi molto rari.

un cespuglio di lavanda

Delimitare l’aiuola di coltivazione

Può essere comodo delimitare l’aiuola della lavanda con barriere (assi di legno, mattoni o sassi), in modo da salvaguardare il resto dell’orto dall’espansione della lavanda e non doverla estirpare periodicamente.

Come e quando potare la lavanda

La lavanda deve essere tagliata ogni anno, la potatura è l’unica operazione colturale davvero importante se si vuole tenere in giardino questa aromatica.

Lo scopo di potare la lavanda è molteplice:

  • Tenere ordinato il cespuglio.
  • Mantenere la pianta giovane evitando che si vada a lignificare
  • Stimolare la produzione di fiori.

Il periodo corretto per potare questa pianta officinale è la fine dell’estate, una volta terminata la fioritura. Se necessario, per regolare l’aiuola si può intervenire anche a inizio primavera (entro la fine di marzo) con un secondo taglio.

Quando si pota questa officinale la prima operazione da fare è una cimatura tagliando poco sotto al fiore, in questo modo si mantiene il cespuglio a un’altezza regolare. Si procede poi diradando gli steli per favorire l’areazione ed eliminando alla base le parti di pianta che si espandono fuori dai loro confini.

Coltivazione della lavanda in vaso

La lavanda è un fiore che si può tenere anche in vaso, purché si abbia a disposizione una posizione molto soleggiata.

Il vaso indicato per coltivarla può avere qualsiasi forma ma deve essere grande, in particolare in larghezza. Il terreno da usare deve essere abbastanza basico e conviene mischiarlo a sabbia di fiume.

Durante la coltivazione occorre bagnare regolarmente ma con moderazione, con interventi mirati quando il terreno inizia ad asciugarsi, troppa acqua può far morire la pianta. A questo proposito è anche molto importante che ci sia un drenaggio sul fondo del contenitore, sono perfette le palline di argilla espansa ma può andar bene anche della ghiaietta.

Raccolta della lavanda ed essiccazione

Raccolta. E’ molto semplice capire quando raccogliere la lavanda: visto che di questa aromatica si utilizzano i fiori il momento giusto è quando iniziano a formarsi le spighe fiorite, cosa che avviene in estate. Per cogliere si tagliano gli steli, preferibilmente usando forbici e senza strappare. Lo stelo lungo è comodo per fare dei mazzi che possono anche servire ad appendere i fiori da essiccare.

mazzetti in essiccazione

Essiccazione. Il momento dell’essiccazione è importante per mantenere il profumo dei fiori. Come per molte altre erbe officinali anche la lavanda si essicca in un luogo ombreggiato e ventoso, da tradizione si appendono i mazzetti di lavanda sotto i portici delle cascine.

Utilizzi della lavanda

La lavanda si usa in genere per profumare, soprattutto nei cassetti di abbigliamento e biancheria: si possono fare dei sacchettini mettendo i fiori secchi in piccole borsette di tela. Può essere un ottimo sistema per riciclare i sacchetti dei confetti che accompagnano le bomboniere.

Per gli usi medicinali, cosmetici e in generale per estrarre il profumo si ricava dalla lavanda l’olio essenziale, per la complessità e la necessità di attrezzatura specifica è un procedimento che viene attuato da chi coltiva per professione. Alla lavanda vengono attribuite proprietà disinfettanti e benefiche per l’apparato respiratorio, mentre in aromaterapia viene usata contro lo stress e per rilassare.

Cucinare con la lavanda

Anche se non è utilizzata spesso come erba aromatica la lavanda ha molte applicazioni culinarie, la troviamo soprattutto presente nelle miscele di aromi provenzali essiccati.  I fiori secchi possono essere usati in dolci, salse per formaggi, marmellate e risotti. Miscelando lavanda e sale grosso si ottiene un sale aromatizzato che si abbina alla carne. Un’applicazione interessante è inserire la lavanda nell’impasto di prodotti da forno, per ottenere pagnotte o biscotti profumati. Si possono anche aromatizzare aceto e vino.

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