cestino con bacche di mirto

Coltivare il mirto

Aggiornato il 16.11.2024

Mirto Myrtus communis

  • Distanza di trapianto 300x100 cm (per siepi 40 cm)
  • Esposizione solare 4/5
  • Fabbisogno idrico 2/5
  • Difficoltà di coltivazione 2/5
  • Semina in semenzaio da Marzo a Aprile

Il mirto (Myrtus communis) è una pianta arbustiva tipica della vegetazione mediterranea, molto diffusa in Italia, in particolare sulle coste meridionali, in Sicilia e in Sardegna ed è presente da secoli nella tradizione culinaria ed erboristica di molte regioni italiane. Le sue proprietà officinali, balsamiche e antinfiammatorie, sono rinomate fin dal medioevo.

Questo arbusto viene citato spesso in letteratura e poesia, da Archiloco a Virgilio, fino a Gabriele D’annunzio, e ha sempre avuto una valenza simbolica, anche se ogni cultura ha attribuito al mirto diversi significati: erotico, benaugurante, funerario.

pianta di mirto

Del mirto oggi si conosce praticamente solo il liquore tipicamente sardo, in realtà le bacche di questa pianta officinale hanno diversi utilizzi e anche le foglie e i rami più giovani sono ricchi di aroma. Inoltre il cespuglio sempreverde può avere valore ornamentale in giardino o come pianta da balcone. Essendo un arbusto spontaneo è molto semplice da coltivare e si può tenere anche in vaso senza che richieda eccessive attenzioni.

La pianta di mirto

Il mirto è un arbusto cespuglioso sempreverde e fa parte della famiglia delle myrtaceae. Il cespuglio cresce con un portamento abbastanza eretto e può raggiungere dimensioni molto varie, arrivando anche a tre metri di altezza. Si caratterizza per rami abbastanza sottili, foglie ovali dai tessuti spessi e dal color verde smeraldo, a superficie lucida. L’attività vegetativa dell’alberello è intensa, anche se è lento nel crescere come dimensioni: produce polloni e rametti in quantità. Per questo se non viene potato diventa in pochi anni un intricato groviglio.

All’inizio dell’estate la pianta di mirto produce dei bei fiorellini bianchi, dal profumo caratteristico, lo stesso aroma si ritrova anche sulle foglie e sui rami più giovani quando li si preme tra le dita sfregandoli. I fiori vanno poi a formare il frutto, ovvero piccole bacche viola, che sono quelle utilizzate per il celebre liquore, tipico della Sardegna. Sono grandi circa un centimetro, con una scorza esterna cerosa e una sorta di coroncina formata dai resti del calice essiccato. Esistono anche bacche di mirto bianche, di colore più pallido.

La maturazione del frutto avviene in autunno, le bacche di mirto sono molto gradite a uccelli quali merli e tordi, che mangiandole propagano i semi diffondendo la pianta nell’ambiente. Chi coltiva però generalmente preferisce propagare il mirto per talea, come vedremo meglio in seguito.

Il mirto come ornamentale in giardino o siepe

La pianta di mirto è un buon arbusto ornamentale, perfetto per giardini mediterranei. Se l’arbusto viene tenuto regolato ha un ottimo aspetto estetico durante tutto l’anno, essendo un sempreverde, grazie alle sue foglie lucide e all’intenso color smeraldo.

Al momento della fioritura e poi con le bacche scure aggiunge altri colori ed è ancora più bello. Oltre alla gradevole presenza estetica arricchisce il giardino col suo profumo aromatico. Si possono anche mettere più piante a formare una siepe.

Bisogna tener conto che il mirto ha un’intensa attività pollonifera e se viene messo per ragioni estetiche in un contesto di aiuole ordinate deve esser regolato con periodiche potature, lasciato a sé stesso risulta disordinato.

Il mirto coltivato in campo o nell’orto

Possiamo decidere di coltivare il mirto non solo come ornamento ma anche per le sue qualità aromatiche e officinali, a cominciare dalla produzione di bacche. La coltura del mirto ha discrete possibilità di reddito ed è interessante nell’ottica di un’agricoltura di qualità. Per un impianto professionale vanno fatti filari di piante di mirto, mentre nell’orto famigliare anche un solo cespuglio può fornire il necessario per auto produrre qualche bottiglia di liquore. La presenza del mirto in periodo di fioritura è preziosa anche nell’attrarre api e altri insetti utili all’ecosistema in cui viene coltivato.

Il mirto in vaso

La pianta di mirto si può tenere anche in vaso, rallegrando e profumando terrazzi e balconi. Per la coltivazione al nord Italia tenere il mirto in vaso è una buona soluzione, visto che permette di spostare l’arbusto in una zona riparata durante l’inverno, salvaguardandolo dal freddo eccessivo.

Per coltivare il mirto in contenitore si raccomanda di scegliere un vaso di ampia misura e di predisporre un drenaggio sul fondo che eviti ristagni.

Terreno e clima adatti alla pianta

cestino con bacche di mirto
Foto di Immacolata Cogoni

Terreno. Il mirto ama suoli neutri o subacidi, non chiede molto al terreno in fatto di sostanza organica ed elementi nutritivi ed è resistente anche all’aridità. Teme i ristagni d’acqua che spesso portano marciumi e malattie.

Clima. A livello climatico è un arbusto rustico, che si adatta molto bene a vento e sole, come tutte le piante mediterranee. Può patire invece il troppo freddo, anche per questo vive generalmente sotto agli 800 metri di quota e si trova di rado in Italia settentrionale, dove per poter esser coltivato deve essere riparato al bisogno.

Nonostante la sua grande adattabilità per ottenere risultati ottimali è bene coltivarlo in appezzamenti riparati dal vento forte, concimando con particolare attenzione alla sostanza organica, per cui benissimo humus, letame maturo o compost. Il suolo ideale deve avere una buona capacità di ritenzione idrica seppur senza formare ristagni.

Piantare il mirto

Per cominciare a coltivare il mirto bisogna per prima cosa procurarsi la pianta, si può scegliere di comprarla in vivaio già pronta per il trapianto, riprodurla a partire dal seme, oppure, come terza alternativa, se abbiamo a disposizione una pianta di mirto esistente propagarla per talea.

Riprodurre il mirto dal seme

Piantare semi di mirto non è molto conveniente: la germinazione non è mai scontata e per arrivare ad avere una pianta di buone dimensioni ci vogliono alcuni anni. Per questo motivo di solito si predilige la propagazione per talea. Tuttavia con pazienza e terriccio sub acido si possono far germogliare i semi di mirto e farsi le piantine in semenzaio.

I semini di mirto sono contenuti nelle bacche e possono essere piantati in vaso o nelle apposite vaschette nere da vivaio. Il periodo giusto è la fine dell’inverno o l’inizio della primavera. Il seme non sempre germoglia, in particolare se vecchio, per cui si raccomanda di mettere più di un seme in ogni vaschetta. Si può anche scegliere di piantare l’intera bacca. La profondità di semina dovrebbe essere di circa 15 mm.

Riprodurre il mirto per talea

La talea è senza dubbio il miglior metodo per ottenere nuove piante di mirto ed è abbastanza semplice, il concetto è di prelevare piccole parti di una pianta esistente che serviranno a propagare le piante figlie. Dalla pianta di partenza vanno presi rami giovani da circa 20 cm di lunghezza, il periodo corretto per farlo è l’inizio della primavera, visto che è il momento in cui l’attività vegetativa è in pieno fermento.

Il ramo staccato per fare la talea deve essere messo in un vaso riempito a metà con sabbia e a metà con terriccio subacido. A questo punto il rametto bisogna curarlo come una piantina, annaffiando spesso.

Trapianto: periodo e sesto di impianto

Un buon momento per trapiantare il mirto è la primavera, oppure l’inizio dell’autunno, per cui settembre. Meglio evitare invece di mettere la piantina in periodi troppo freddi o troppo caldi, quando il clima può mettere in difficoltà il giovane arbusto.

Se si vuole fare un impianto di mirto da reddito conviene tenere almeno un metro di distanza tra una pianta e l’altra e tre metri tra le file,   per esser comodi a raccogliere. Chi vuole fare una siepe invece dovrà  tenere le piante più vicine, a circa 40 cm, in modo che formino una barriera continua.

Come si coltiva

La coltivazione del mirto è estremamente semplice, se si pianta in una zona in cui il clima è favorevole. In zone fredde invece è importante aver cura di riparare le piante dal freddo, coprendole con teli o tunnel. A questo proposito è utile anche una pacciamatura che tiene al caldo l’apparato radicale.

L’irrigazione è molto importante per le piante giovani, in seguito quando l’apparato radicale si sviluppa le piante sono in grado di sopportare periodi aridi. Tuttavia bagnare al bisogno il terreno permette un miglioramento della produttività.

Come per tutte le piante perenni è utile una volta all’anno apportare nutrimento, meglio usare sostanze organiche, va bene del compost ben maturo.

Il mirto gestito in forma libera non soffre molta competizione da parte di erbe infestanti, bisogna comunque tener pulito il terreno intorno alla coltivazione con sfalci periodici.

La potatura del mirto

Quello che bisogna fare per tenere regolato un cespuglio di mirto è di potare una volta all’anno mantenendo la dimensione dell’arbusto e dando ordine alla forma. Sempre in fase di potatura annuale è utile un periodico rinnovamento dei rami, attuato eliminando alcuni rami vecchi, mentre mettere ordine nella chioma è utile a prevenire possibili malattie della pianta. Come per tutte le piante potando è importante anche togliere rami spezzati o secchi.

Il mirto si tiene praticamente sempre in forma di allevamento libera, quindi non ci sono particolari accortezze da attuare.

Raccolto e utilizzo delle bacche

Il periodo giusto per raccogliere le bacche del mirto spazia tra novembre e gennaio, in genere dicembre è il mese migliore. Se si vuole fare un liquore di buona qualità è importante saper riconoscere le bacche pronte e non prenderle troppo presto, ma neppure tardi. Fortunatamente le bacche di mirto si coprono di una patina opaca che indica la loro maturazione e agevola il compito di chi deve cogliere.

Il raccolto del mirto si effettua idealmente a mano, per far presto si possono impiegare dei pettini che fanno però strage di foglie.

Dopo aver raccolto conviene lavorare le bacche entro uno o due giorni, per questo il liquore deve esser messo in cantiere subito.

Oltre alle bacche anche foglie e rami più giovani sono ricchi di olio essenziale, si possono usare in tisane che possono essere utili per lenire il raffreddore e altri malanni stagionali.

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