Monarda: pianta officinale e ornamentale

La monarda è una pianta officinale, che possiamo considerare tanto erba aromatica quanto una pianta ornamentale.

Aggiornato il 14.11.2024

Monarda Monarda

  • Famiglia Lamiacee
  • Distanza di trapianto 40 x 50 cm
  • Esposizione solare 1/5
  • Fabbisogno idrico 5/5
  • Difficoltà di coltivazione 4/5

Le foglie della monarda hanno delle virtù benefiche per la salute, mentre i fiori sono gradevoli e le piante nel loro complesso formano dei graziosi cespugli compatti, davvero belli da vedere in giardino. Tra l’altro è conosciuta anche come repellente per le zanzare.

Vale davvero la pena quindi trovare un angolino in cui piantare la monarda nella ricca e variegata aiuola dei fiori utili e delle officinali che attornia l’orto o ne fa parte. Per chi non ha un pezzo di terra coltivabile si può anche tenere in vaso sul balcone. Scopriamo le caratteristiche della pianta e come coltivarla nel nostro giardino.

La pianta di monarda

Sono tante le specie appartenenti al genere Monarda, e una delle più note è la Monarda dydima, nota anche come il “fiore del bergamotto”, anche se non ha alcuna parentela con il vero bergamotto, che è un agrume. Il genere appartiene alla famiglia delle labiate, quella che comprende molte specie aromatiche comuni, ad esempio salvia, rosmarino, basilico, lavanda, timo, e altre ancora.

La monarda è originaria del Nord America ed è annoverata tra le perenni, anche se di fatto la durata della sua vita è realisticamente sui 3 o 4 anni.

I suoi cespugli sono relativamente bassi, dai 60 cm fino ad 1 metro al massimo, e le foglie sono deliziosamente profumate, verdi brillanti, leggermente dentellate e di forma ovale acuta.

La fioritura della monarda avviene durante l’estate, con numerosi fiori disposti in infiorescenze ad ombrello, di colore rosso o rosa accesso e ricchi di nettare, caratteristica che rende la monarda attrattiva per le api ed altri insetti pronubi. Si dice anche che la monarda sia una pianta anti zanzara.

Dove piantare la monarda

La monarda è una specie che tollera bene il freddo invernale, che può far seccare la parte aerea ma non l’apparato radicale, mentre non ama il caldo estivo.

Predilige posizioni di mezz’ombra e teme l’aridità, infatti in natura può essere rinvenuta in prossimità di corsi d’acqua o anche nei sottoboschi.

Possiamo allora considerarla perfetta per valorizzare quegli angoli del giardino o dell’orto non troppo esposti, meno adatti a tutte le altre piante che invece ricercano il sole. Si presta bene anche per la realizzazione di bordure, da sola o in miscuglio con altre officinali o fiori di vari colori.

La pianta è rustica e adattabile a diverse condizioni di terreno. Predilige comunque condizioni di buon drenaggio e buona presenza di sostanza organica.

Semina e trapianto

Possiamo seminare la monarda direttamente nel luogo prescelto a partire dalla primavera, oppure in semenzaio, in modo tale da poter poi trapiantare le piantine migliori e alle distanze adeguate, ovvero circa 40-50 cm, considerando il loro sviluppo futuro.

Un altro metodo utilizzato per la sua propagazione è quello della divisione dei cespi, da realizzare in primavera o in autunno partendo da una pianta già sviluppata.

Come coltivare la monarda

Coltivare questa pianta in giardino non è difficile. Trattandosi di una specie perenne, per prolungare al massimo la vita della monarda è importante somministrarle alcune semplici cure regolari. La monarda ci ricompensa poi con i suoi bei fiori, che attraggono anche insetti utili all’orto e forse scacciano qualche zanzara.

Irrigazioni

Le irrigazioni devono essere regolari durante la primavera e l’estate, ovviamente valutandone sempre l’entità in base all’andamento meteo, mentre devono essere sospese in autunno e inverno.

Potatura

A fine stagione gli steli ormai secchi devono essere completamente tagliati, e questo permetterà alla pianta di rivegetare nella primavera successiva, come si fa con la menta.

Concimazioni

Ogni anno, quando si recidono gli steli secchi in autunno o al massimo all’inizio della primavera, bisogna aiutare la pianta a rivegetare, somministrando del compost maturo o dello stallatico.

Però bisogna ricordare di non abbondare con queste concimazioni, in quanto la fioritura si avvantaggia di una concimazione azotata leggera.

Difesa da malattie e parassiti

La monarda può andare soggetta ad oidio o mal bianco, malattia che è particolarmente conosciuta da chi coltiva zucchine e che trovamo spesso anche sulla salvia. L’oidio si manifesta con la comparsa chiazze bianche polverulente su foglie e steli, che tendono a seccare. La patologia può essere controllata mediante trattamenti con il classico bicarbonato di sodio che si usa anche in cucina disciolto in acqua, ripetendo il trattamento più volte se necessario, meglio ancora si può usare il bicarbonato di potassio.

Un altro problema a carico della monarda può essere rappresentato dai marciumi radicali, che si prevengono in anticipo con un adeguato drenaggio del terreno, per esempio coltivando su una proda rialzata.

Coltivare la monarda in vaso

Coltivare la monarda in vaso, sul balcone o anche sul davanzale di una finestra, è un ottimo espediente, che pare contribuisca a tenere lontane le zanzare.

Come per la coltivazione all’aperto, anche sul terrazzo possiamo sfruttare il fatto che questa specie apprezzi la mezz’ombra per dedicarle gli spazi meno adatti alle altre piante, ad esempio balconi a nord.

Per una buona riuscita della coltivazione è necessario un buon terriccio, ammendato con compost, e concimazioni con stallatico ogni anno. Sono importanti periodici rinvasi in contenitori più capienti (ogni tre anni circa), oppure la divisione dei cespi con la conseguente produzione di nuovi vasi di monarda.

Le irrigazioni devono essere frequenti, soprattutto durante l’estate.

Come si usa la monarda

Durante tutta l’estate, da giugno ad agosto i fiori possono essere raccolti manualmente e poi essiccati e utilizzati per le tisane, a cui conferiscono un colore molto scuro. L’eliminazione dei fiori appassiti stimola l’emissione di nuovi fiori, per cui permette un maggior raccolto.

Anche le foglie essiccate si utilizzano per la preparazione di un infuso che viene anche chiamato “tè di Oswego”.

Dalla pianta si ricava anche un olio essenziale che viene utilizzato in cosmetica.

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