Quando parliamo di agrumi ci vengono subito in mente limoni e aranci, in realtà la famiglia delle rutacee è ampia e ci sono altre piante da frutto interessanti, come chinotto, cedro e bergamotto.
La sua coltivazione è particolarmente legata alla Calabria, dove viene anche chiamato “oro verde” ed è un prodotto DOP (Denominazione di Origine Protetta) con tanto di Consorzio di Tutela e disciplinare di produzione.
Oltre all’olio essenziale il bergamotto è anche un frutto commestibile, molto benefico per la nostra salute. Si presta molto a trasformazioni: succhi, candidi, marmellate. Scopriamo quindi come coltivare questa pianta con metodo biologico, da solo o all’interno di un frutteto misto, che sarà così arricchito ulteriormente di biodiversità dall’inserimento di questa specie molto gradevole e profumata.
La pianta di bergamotto
Il bergamotto (Citrus bergamia) fa parte della famiglia delle Rutacee come gli altri agrumi, ed è un albero sempreverde relativamente basso, arriva al massimo a 3 o 4 metri di altezza.
Le foglie sono grandi, lanceolate e coriacee, mentre i fiori che compaiono scalarmente nell’anno, sono bianchi, molto abbondanti, con 5 petali ed intensamente profumati.
I frutti hanno forma variabile a seconda delle varietà, ma spesso tondeggiante, dalla buccia gialla spessa e una polpa dal sapore acido.
Le piante di bergamotto che si acquistano sono in genere innestate su arancio amaro.
Dove si può coltivare
La zona per eccellenza della coltivazione del bergamotto è la Calabria, soprattutto la provincia di Reggio Calabria, dove gli inverni sono miti e non si verificano gelate, mentre le estati sono calde e secche, e gli autunni abbastanza piovosi.
Coltivarlo altrove è possibile tenendo conto del clima e prevendendo, nelle zone fredde, di coprire la pianta in inverno, per esempio con del tessuto non tessuto. In zone più settentrionali possiamo scegliere di coltivare bergamotto in vaso, proprio come facciamo spesso con le piante di limone.
Terreno adatto
Per quanto riguarda il terreno le condizioni migliori sono rappresentate da una buona quantità di argilla e di calcare. Questo tipo di suolo può garantire al bergamotto una ricchezza di oli essenziali, migliorandone la qualità.
Il drenaggio è una condizione molto importante, per cui su suolo pesante conviene fare una baulatura.
Varietà di bergamotto
Si trovano principalmente tre varietà di bergamotto
- Castagnaro, caratterizzato da frutti verdi, grossi, spesso umbonati e dalla buccia spessa e rugosa. La pianta è rustica, tende all’alternanza di produzione e nelle annate di carica può arrivare a produrre fino a 200 kg per pianta.
- Femminello, pianta poco rustica e poco longeva. Produce numerosi frutti piccoli, lisci e di colore giallo, dagli oli essenziali qualitativamente superiori rispetto a quelli della varietà Castagnaro. Non ha la tendenza all’alternanza di produzione e ogni esemplare in buone condizioni può produrre circa 50 kg all’anno.
- Fantastico, pianta vigorosa e molto produttiva, frutti piriformi e riuniti in grappoli. La fruttificazione è abbastanza costante e può raggiungere anche i 120 kg per pianta, con un’ottima qualità di oli essenziali.
Piantare il bergamotto
Per il trapianto di un bergamotto un buon momento è la primavera come per il resto degli agrumi, finito il periodo a rischio di gelate.
Nel posto scelto, che deve essere assolato ma riparato da venti freddi, bisogna scavare una buca abbastanza profonda, più del volume della zolla di terra che la pianta ha al momento dell’acquisto, e distribuire molto compost o letame maturi come ammendanti.
La pianta deve essere inserita diritta, la buca deve essere poi ricoperta con la terra e compost, infine si deve premere delicatamente col piede e irrigare per favorire l’attecchimento.
Coltivare la pianta di bergamotto
Le piante di bergamotto richiedono alcune cure colturali da praticare regolarmente, per mantenerle sane e avere un raccolto costante di agrumi. Niente di particolarmente impegnativo, ma come tutte le piante da frutto qualche accorgimento come potatura e concimazione è importante.
Irrigazioni
Durante la stagione calda si rende necessario irrigare, soprattutto durante i primi anni dal trapianto.
Se la pianta fa parte di un agrumeto o di un frutteto, conviene allestire un impianto a goccia, mentre se è un esemplare isolato possiamo anche annaffiare con canna o annaffiatoio.
Concimazioni
Oltre alla concimazione di fondo che si pratica all’impianto, annualmente è necessario distribuire altri fertilizzanti, scegliendo preferibilmente tra quelli di origine naturale, organici o minerali.
Ammendanti naturali come compost e stallatico vanno benissimo, inoltre un classico concime organico per agrumi è il macinato di lupini. Inoltre, irrigare con macerati di ortica o equiseto è un ulteriore modo di apportare nutrienti come ferro e azoto.
Pacciamatura
Per prevenire la nascita dell’erba infestante e per ridurre la necessità di irrigare, conviene praticare la pacciamatura, ovvero la copertura del terreno attorno alla pianta. Allo scopo possiamo utilizzare paglia, cartoni, erba tagliata, oppure i teli neri classici.
Se non si intende pacciamare sarà necessario eliminare l’erba spontanea che nasce attorno alla pianta di bergamotto.
Potare il bergamotto
La potatura del bergamotto deve essere limitata ai tagli indispensabili, eliminando i rami secchi e quelli tendenti ad andare verso il basso.
Dato che come tutti gli agrumi anche il bergamotto accumula le sostanze di riserva negli organi legnosi verso febbraio-marzo, questo periodo sicuramente va evitato per la potatura. Anche i periodi invernali freddi devono essere evitati, per cui si pota generalmente in primavera inoltrata o a settembre.
Difesa biologica del bergamotto
In una coltivazione biologica è molto utile conoscere i possibili problemi che possono interessare la pianta e agire tempestivamente, ancora meglio prevenire le problematiche.
Per le patologie e gli insetti nocivi del bergamotto ci riferiamo agli stessi che colpiscono gli altri agrumi, come limoni o aranci.
Malattie del bergamotto
Tra le malattie dell’albero di bergamotto citiamo
- Mal secco, una tracheomicosi che porta la pianta ad ingiallimento e deperimento causato da infezione dei vasi interni. Per verificarla è possibile tagliare dei rami e aprirli, osservando se la corteccia abbia assunto o no un colore rossastro-bruno, indizio del patogeno. Prima che sia troppo tardi è utile eseguire un trattamento rameico, sempre secondo dosi e modalità leggibili sull’etichetta del prodotto commerciale acquistato.
- Gommosi del colletto, favorita dagli eccessi di umidità. Si manifesta a primavera con macchie umide sulla corteccia della pianta, che tendono a screpolarsi, con la fuoriuscita di fluido gommoso.
- Fumaggine: quando le foglie sono tutte coperte da una patina nerastra che sembra smog. La fumaggine è causata da funghi che si instaurano sulla melata zuccherina di afidi e cocciniglie, quindi la radice del problema sono questi insetti.
Insetti parassiti
Tra gli insetti nocivi del bergamotto e degli agrumi citiamo invece i seguenti parassiti più comuni
- Tripidi, minuscoli insetti che attaccano foglie, fiori e frutti, lasciando aree decolorate e necrotiche e producendo melata;
afidi, di varie specie, che succhiano linfa a giovani germogli, foglie e boccioli fiorali. - Cocciniglia cotonosa solcata, che si attacca soprattutto ai peduncoli del frutto succhiando linfa alla pianta e imbrattando di melata. Possiamo prevenire i suoi attacchi mediante macerati di felce oppure in caso di forte infestazione, trattare con oli bianchi, ammessi anche in agricoltura biologica.
- Mosca mediterranea della frutta, le cui larve si cibano della polpa dei frutti, portandoli a marcire. Possiamo tenerla a freno mediante l’installazione di trappole alimentari di tipo Tap trap.
- Minatrice serpentina, lepidottero (farfalla) che da larva scava sottili mine, ovvero gallerie, nelle foglie, durante il periodo estivo. Eliminare tutte le parti colpite è già un buon modo per ridurre l’infestazione e la moltiplicazione dell’insetto.
Coltivare bergamotto in vaso
Il bergamotto può essere coltivato anche in vaso, purché usando un contenitore di grandi dimensioni, e questo consente di coprire la pianta durante la stagione fredda, mediante un involucro di tessuto non tessuto e può agevolare la coltivazione in zone dove l’inverno è più rigido.
Le irrigazioni della pianta in vaso dovranno essere molto frequenti in primavera ed estate.
Produzione, raccolta e utilizzo dei frutti
La pianta di bergamotto inizia la fase produttiva dal terzo anno dalla messa a dimora, per poi proseguire per circa 25 anni, ed essendo rifiorente produce in vari periodi dell’anno.
A maturazione i frutti, a seconda delle varietà, virano al giallo limone, e la cosiddetta “maturazione industriale” ovvero quella in cui il frutto ha il maggior contenuto di olii essenziali per la produzione di profumi, avviene da dicembre e gennaio. Lasciando i frutti ancora sulla pianta, l’essenza poi tende a diminuire, motivo per cui conviene non far passare il momento perfetto.
Il bergamotto, oltre ad essere un frutto che si presta all’industria profumiera, è un alimento salutare: in virtù del suo altissimo contenuto di antiossidanti e di sostanze simili alle statine, aiuta a mantenere basso il colesterolo. Il frutto del bergamotto per consumo alimentare si può preparare candito, in marmellate, in sciroppi, succhi e tisane.