Nel frutteto biologico misto non può mancare il ciliegio, pianta dalla fioritura bellissima e dai frutti deliziosi e salutari.
La sua coltivazione in Europa è molto antica, ma oggi nella moderna frutticoltura quest’albero si considera delicato perché soggetto a vari tipi di inconvenienti come gelate primaverili, malattie e insetti. Con i dovuti accorgimenti è però possibile limitare i rischi e ottenere produzioni di ciliegie soddisfacenti anche utilizzando il metodo biologico.
In questa guida impareremo proprio come gestire, dall’impianto alla potatura, fino al raccolto, gli alberi di ciliegio, senza usare pesticidi o altri trattamenti che possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Le indicazioni sono valide tanto per il classico ciliegio dolce (Prunus avium) quanto per l’amareno e il visciolo (Prunus cerasus).
L’albero di ciliegio
Il ciliegio è una pianta della famiglia delle rosacee, in frutticoltura è classificato insieme a susino, albicocco, pesco e mandorlo nel gruppo delle drupacee. Essendo una specie europea, troviamo anche piante di ciliegio selvatico, oltre alle migliori varietà di ciliegie selezionate per la produzione di frutta.
Si tratta di un albero maestoso, che raggiunge altezze considerevoli e vive anche un secolo. Oltre che nel frutteto possiamo scegliere di tenerlo in giardino, perché esteticamente è molto bello, in particolare nel suo periodo di fioritura (che avviene in genere ad aprile). A caratterizzare questa specie fruttifera sono le piccole ghiandole rosse presenti all’attaccatura delle foglie e le tacche orizzontali sulla corteccia (chiamate propriamente lenticelle).
Bisogna specificare che ci sono diversi tipi di ciliegio. La prima importante distinzione da fare è tra le due specie: il ciliegio dolce e il ciliegio acido.
- Il ciliegio dolce (Prunus avium) è il più diffuso in Italia e annovera molte varietà, suddivise in due grandi gruppi: i duroni e le tenerine, i primi a polpa più consistente delle seconde.
- Il ciliegio acido (Prunus cerasus) o ciliegio aspro si divide in tre gruppi: amarene, marasche e visciole, tutti con frutti adatti alla trasformazione più che al consumo diretto.
La pianta di ciliegio è apprezzata non solo per i frutti: anche il legno di ciliegio, di colore rosso bruno, è particolarmente apprezzato per la realizzazione di mobili di pregio.
Clima e terreno adatti
Condizioni climatiche. Il ciliegio è una pianta generalmente ben resistente al freddo invernale, ma la sua fioritura precoce lo espone al rischio di gelate tardive di primavera, che possono significare importanti perdite di raccolto. Anche le piogge prolungate durante la fioritura sono negative perché ostacolano l’allegagione e favoriscono l’insorgenza della monilia, temuta malattia crittogamica. Per questo motivo non è indicato coltivare ciliegi in zone umide di fondo valle, mentre i luoghi ideali sono quelli collinari.
Il terreno ideale. Fortunatamente il ciliegio si adatta a vari tipi di terreno, purché non siano suoli soggetti a ristagni idrici prolungati e a livello di pH non siano troppo acidi o basici. L’adattabilità effettiva ai diversi terreni è condizionata comunque dal portinnesto utilizzato, per cui si raccomanda attenzione nella scelta.
La fioritura del ciliegio
Il ciliegio ha una magnifica fioritura, non molto lunga come forbice temporale ma spettacolare nello riempire tutta la chioma di fiori bianchi o rosati. Le fioriture di ciliegio sono celebri in Giappone, dove esiste il termine “hanami” che indica proprio l’atto di contemplare la bellezza del ciliegio in fiore. Il paese asiatico richiama molti turisti interessati.
Ma anche in Italia abbiamo delle spettacolari fioriture di ciliegi, che avvengono in genere ad inizio aprile. A Vignola, capitale italiana della ciliegia, si tiene ogni anno una festa dedicata, il periodo è proprio la prima o la seconda settimana di aprile.
Impollinazione del ciliegio
Se vogliamo avere un buon raccolto di ciliegie, visciole o amarene è fondamentale garantire le condizioni adatte all’impollinazione. Il momento della fioritura è delicato, sia per ragioni climatiche, visto che il ciliegio fiorisce relativamente presto, sia perché ogni fiore ha solo 48 ore di tempo utile all’impollinazione. Complessivamente il periodo di allegagione è intorno ai 4-5 giorni.
Per una corretta impollinazione le condizioni, oltre al clima favorevole, sono sostanzialmente due:
- Presenza di piante impollinatrici. Il ciliegio è una pianta autosterile e quindi è necessario che nel frutteto misto siano presenti almeno due varietà in grado di impollinarsi tra loro.
- Presenza di insetti pronubi. L’impollinazione è entomofila, cioè avviene grazie agli insetti pronubi. Come per la maggior parte dei fruttiferi, anche il ciliegio si avvantaggia della presenza di arnie di api nel frutteto, ma anche i bombi e le osmie fanno la loro parte. Ci sono varie strategie per avere un maggior numero di insetti pronubi.
Scegliendo le varietà di ciliegie è importante farsi consigliare anche riguardo ai giusti ciliegi impollinatori e progettare quindi un frutteto capace di promuovere una corretta fecondazione. Ad esempio se pianto un ciliegio Ferrovia dovrò abbinare altre varietà compatibili, ad esempio Giorgia, Durone nero di Vignola 2 e Sunburst.
Come piantare un ciliegio
Per mettere una pianta di ciliegie nel nostro giardino o frutteto bisogna per prima cosa scegliere la varietà, il portinnesto e il luogo in cui trapiantare. Si procede poi in inverno alla messa a dimora, con una buona concimazione di fondo.
La scelta del portinnesto
Se la scelta della varietà di ciliegio o amareno da piantare viene determinata soprattutto dai gusti di chi raccoglierà i frutti, il portinnesto è importante per garantire che l’albero si trovi bene nel terreno in cui verrà piantato.
Per questo motivo quando si acquistano le giovani piante è utile avere informazioni sul portinnesto, anche in seguito il portinnesto determinerà la vigoria e quindi bisogna tenerne conto per poter definire i sesti di impianto e in futuro durante la coltivazione per regolare le potature.
Portinnesti più utilizzati. Generalmente, per terreni tendenti al ristagno idrico sono adatti portinnesti ibridi di ciliegio dolce con Prunus pseudoceraus, o alcune selezioni clonali di ciliegio acido. Il classico portinnesto franco di ciliegio conferisce una certa vigoria alla pianta, mentre il Magaleppo o incroci di Magaleppo con ciliegio dolce tendono a contenerla.
Periodo di trapianto e distanze
Periodo indicato. Analogamente alle altre specie da frutto, anche per il ciliegio il trapianto si realizza a riposo vegetativo. Il periodo giusto per mettere a dimora la pianta quindi va da ottobre a fine inverno, evitando i periodi di gelo.
Il sesto d’impianto. Il ciliegio è una pianta che tende a svilupparsi molto in altezza e larghezza e che richiede quindi sesti di impianto abbastanza ampi. L’influenza del portinnesto però è determinante nel vigore della pianta e con questa informazione possiamo stabilire le distanze effettive da tenere tra i singoli esemplari. Anche la forma di allevamento scelta ovviamente influisce sulle misure.
- Nel caso di allevamento a vaso classico e con portinnesti vigorosi la distanza tra le piante sulla fila sarà di 4-5 metri e quella tra le file di 6 metri.
- Nel caso di allevamento a vaso basso con portinnesto semi nanizzante, si possono ridurre le distanze a 3-4 x 5 metri.
L’operazione di messa a dimora
Scavo della buca. Per un buon trapianto bisogna scavare buche profonde con la vanga o il badile, quando gli alberi da piantare sono molti si può ricorrere a mototrivelle, utili soprattutto se il terreno è particolarmente compatto. L’obiettivo è di assicurare alle radici del ciliegio un suolo morbido in cui cominciare a radicare. Una giusta misura può essere di 50 cm come diametro e profondità.
La concimazione di fondo. Al momento dell’impianto bisogna fare una concimazione di fondo a base di ammendanti organici come compost o letame maturi, o humus di lombrico, a cui possiamo aggiungere manciate di cenere di legna, di solfato di potassio o borlande. Questi prodotti devono essere ben miscelati alla terra di risulta della buca e non buttati sul fondo. A questo proposito, è opportuno separare la terra superficiale da quella profonda durante lo scavo e nell’atto di ricoprire la buca, rispettare lo stesso ordine, miscelando l’ammendante ai soli strati di terra superficiali (30 cm al massimo). Può essere molto utile aggiungere anche un prodotto a base di micorrize, per un effetto biostimolante sulle radici.
Sistemazione della pianta. La pianta di ciliegio deve essere inserita nella buca facendo in modo che il punto di innesto, di solito ben riconoscibile, resti sopra il livello del suolo. La terra mista agli ammendanti di cui sopra deve essere rimessa nella buca, premuta e infine si annaffia per farla aderire bene alle radici.
La coltivazione nel dettaglio
Una volta piantato il ciliegio servono alcune cure: una concimazione annuale, l’irrigazione al bisogno, la gestione dell’inerbimento o la pacciamatura. Oltre a questo bisogna prestare attenzione a prevenire e contrastare parassiti e malattie e gestire la potatura annuale. Avversità e potatura meritano discorsi dedicati che sviluppiamo meglio in seguito, anche tramite approfondimenti specifici.
Irrigazione
Dalla messa a dimora della pianta fino al terzo o quarto anno successivi è necessario irrigare regolarmente il giovane ciliegio, soprattutto in assenza o carenza di precipitazioni. L’ideale è predisporre un sistema irriguo a goccia, che sarà utile anche in seguito per assicurare alle piante adulte irrigazioni di soccorso in caso di siccità. La carenza idrica infatti potrebbe ostacolare la differenziazione delle gemme a fiore per l’anno successivo, con una ricaduta negativa sulla fruttificazione.
Erbe spontanee e pacciamatura
La competizione idrica del cotico erboso che circonda le piante potrebbe essere intensa e deleteria su giovani alberelli di ciliegio, e quindi la pacciamatura riveste un significato importante. Si possono stendere teli neri lungo tutto il filare, oppure sistemare uno strato di paglia circolare attorno ad ogni pianta, dello spessore di circa 10-15 cm. La paglia traspira ma mantiene a lungo l’umidità del terreno sottostante, impedisce alle erbe spontanee di emergere e col tempo si decompone formando humus. In seguito si può gestire il frutteto a inerbimento controllato, con sfalci periodici tra i filari.
Concimazione annuale
Ogni anno, come anticipato sopra, bisogna apportare nuovo nutrimento alle piante tramite concimi di origine naturale, organici e minerali naturali, gli stessi elencati sopra. I periodi ottimali per la distribuzione annuale sono due: l’inizio della primavera, per fornire alla pianta elementi nutritivi per la ripresa vegetativa, e la fine dell’estate, prima della caduta delle foglie, in modo che la pianta accumuli le sostanze di riserva prima dell’entrata in riposo vegetativo.
Coltivare il ciliegio in vaso
Per coltivare il ciliegio in vaso conviene orientarsi su varietà a taglia ridotta, innestate su portinnesti nanizzanti che tendono a contenerle. Bisogna comunque assicurare tanta terra alle radici, grazie ad un contenitore di grandi dimensioni, concimare ed annaffiare regolarmente.
Naturalmente la coltivazione in contenitore non è utile a produrre quantità significative di frutti, ma solo a scopo ornamentale.
Come si pota il ciliegio
La potatura nel frutteto si divide sempre nella fase d’allevamento, in cui si imposta la forma con cui verrà allevata la pianta, e in potatura annuale, che serve invece a disciplinare la chioma, contenere le dimensioni e stimolare la produzione. Anche nel ciliegio ci sono questi due momenti distinti, il primo dura tre o quattro anni dall’impianto.
Impostare la forma della pianta
Il ciliegio si presta molto bene ad una forma di allevamento a vaso classico o basso. Nella seconda variante, le tre branche principali partono ad un’altezza da terra di circa 50 cm.
Per ottenere la conformazione a vaso serve una buona gestione della potatura di allevamento nei primi 3 o 4 anni dopo la messa a dimora. L’allevamento a vaso è positivo per l’intercettazione della luce all’interno della chioma e per consentire di raccogliere da terra, usando le scale solo per i frutti più in alto.
La potatura annuale
La potatura del ciliegio deve essere fatta con molta attenzione, perché in inverno la pianta cicatrizza con difficoltà ed emette molta gomma dai tagli. Una potatura poco accorta può avere serie conseguenze sulla salute dell’albero.
Per questo motivo in inverno ci si limita a potare gli esemplari poco vigorosi e molto produttivi, e molti preferiscono potare il ciliegio a settembre. Sul verde si pota con tagli di ritorno sfoltendo la chioma e rinnovando le formazioni fruttifere, e si eliminano i succhioni.
Malattie della pianta
Anche per il ciliegio è importante prevenire le patologie scegliendo prima di tutto di piantare delle varietà geneticamente resistenti o tolleranti. In particolare questa accortezza è fondamentale per la coltivazione biologica del frutteto. La scelta della varietà è già un’ottima premessa per limitare l’insorgere di patologie, deve poi essere accompagnata da una serie di attenzioni nella coltivazione.
Le più importanti pratiche preventive per salvaguardare le ciliegie da problemi sono le concimazioni equilibrate e le irrigazioni solo sotto chioma, che non bagnino il fogliame. Nel concimare, in particolare bisogna evitare gli eccessi di azoto (che possono essere causati anche da troppo concime organico). Ogni volta che si notano sintomi di patologie, bisogna essere tempestivi nell’eliminare le parti di pianta colpite. Anche le potature devono essere praticate nel periodo giusto e con cognizione di causa, per evitare di favorire l’insorgere e il diffondersi dei problemi.
Oltre alle malattie ricordiamo i possibili problemi di origine climatica e l’eventuale mancanza di impollinazione: se un ciliegio non fruttifica non è detto che la causa sia ascrivibile a delle patologie, potrebbe semplicemente esserci stata una gelata tardiva con conseguente cascola dei fiori.
Monilia del ciliegio
Si tratta di una patologia che accomuna le drupacee (albicocco, susino, mandorlo, pesco) e sul ciliegio è particolarmente temuta. La monilia è causata da due tipi di fungo che provocano danni a vari organi tra cui i frutti, che si coprono di muffa grigia e marciscono. La malattia è favorita dal clima caldo umido, come per la maggior parte delle crittogame.
L’irrorazione di macerati di equiseto è utile a scopo preventivo, per rendere il ciliegio più resistente agli attacchi fungini, ma se non troviamo la pianta possiamo anche utilizzare i corroboranti. Questi ultimi sono prodotti che si trovano in commercio e sono stati realizzati a partire da materie prime di origine naturale per trattamenti liquidi sulle colture. Li dobbiamo infatti diluire in acqua alle dosi consigliate, per più trattamenti regolari durante la stagione, a partire dalla primavera, per un effetto protettivo efficace contro malattie e insetti in generale. L’aspetto positivo di questi prodotti (zeolite, caolino, lecitina di soia, propoli e altri ancora) è che aiutano le piante ad essere più resistenti a svariate avversità e in questo modo i trattamenti, anche con biofungicidi o bioinsetticidi, possono essere ridotti.
Prodotti molto validi contro la monilia sono quelli a base di Bacillus subtilis, biofungicidi a base di microrganismi.
Corineo delle drupacee
Il corineo, detto anche vaiolatura o impallinatura, è una malattia che si presenta con tacche di colore rosso-viola sulle foglie e fessurazioni sui rami, da cui esce gomma. Anche i frutti possono formare incrostazioni gommose.
Oltre alla distribuzione di macerato di equiseto, o di corroboranti a scopo preventivo, alla caduta delle foglie può essere utile un trattamento a base di rame. Il rame infatti può essere utile per bloccare le forme svernanti del fungo, e deve essere sempre utilizzato leggendo prima bene l’etichetta del prodotto acquistato.
Insetti nocivi
Per evitare che gli insetti dannosi prendano il sopravvento e danneggino il ciliegio, il primo aspetto che si cura nel frutteto biologico è la biodiversità. Oltre alla coltivazione di tante specie e varietà diverse di alberi da frutto, la presenza di siepi ai margini del frutteto e l’inerbimento permanente degli spazi tra i filari favorisce l’instaurarsi degli equilibri naturali tra insetti. Se tuttavia la biodiversità da sola non risulta sufficiente a limitare la presenza dei fitofagi, possiamo ricorrere a strategie e prodotti naturali per difendere attivamente le piante. Il monitoraggio costante è particolarmente utile per intervenire tempestivamente con trattamenti risolutivi.
Mosca del ciliegio
La mosca del ciliegio (Rhagoletis cerasi) è senza dubbio l’insetto chiave tra i parassiti di questa specie. L’adulto depone le uova nelle ciliegie e le larve che nascono si cibano della polpa del frutto, sciupandola. Ecco qualche rimedio:
- La scelta di varietà a maturazione precoce (maggio) garantisce una sfasatura temporale rispetto al periodo di massimo attacco della mosca, ma nell’ottica di piantare tanti ciliegi a maturazione scalare bisogna trovare soluzioni dirette anche per le varietà più tardive.
- La cattura massale con trappole alimentari di tipo Tap Trap risulta sicuramente utile, mentre le trappole cromotropiche gialle purtroppo catturano anche insetti utili ed è meglio quindi ridurne l’utilizzo nel frutteto.
- Le reti antinsetto sono certamente efficaci e abbinano l’esigenza di proteggere il raccolto anche dai merli o da altri uccelli molto golosi di ciliegie. L’importante è ricordarsi di metterle solo dopo l’allegagione dei frutti, altrimenti impediremo anche alle api di impollinare i fiori.
- Trattamenti preventivi e regolari con i corroboranti, di cui sopra.
- Insetticidi biologici. Infine contro la mosca del ciliegio, potremmo fare ricorso a prodotti del tutto ecosostenibili a base del fungo entomopatogeno Beauveria bassiana. Sebbene si tratti di bioinsetticidi è comunque importate utilizzarli leggendo prima bene le indicazioni riportate sulle confezioni.
Afide nero del ciliegio
Tra le innumerevoli specie di afidi, l’afide nero è quello specializzato sul ciliegio. La sua presenza, analogamente a quella degli altri afidi, è riconoscibile dalle fitte colonie visibili sulle foglie e sui germogli, che restano accartocciati per le continue suzioni di linfa, e dalla melata appiccicosa.
Per allontanare questi parassiti bisogna irrorare sulle piante un estratto fresco di ortica, mentre per ottenere un’azione più incisiva spruzzeremo sapone di Marsiglia diluito in acqua oppure olio di neem.
Altri parassiti dannosi
Cimice asiatica. La cimice asiatica, che da qualche anno minaccia il raccolto di molti frutteti italiani, può danneggiare anche il ciliegio. Dopo l’allegagione dei frutticini possiamo installare le reti antinsetto, tuttavia la vera e propria lotta alla cimice asiatica ha successo se condotta a livello territoriale, dai Servizi Fitosanitari regionali. Infatti dal 2020 in molte Regioni sono iniziati i primi lanci dell’insetto antagonista, la Vespa samurai, dopo studi accurati e le dovute autorizzazioni ministeriali.
Drosophila suzukii. La drosophila o moscerino dei piccoli frutti non risparmia neanche il ciliegio, per cui sono utili le reti antinsetto. Interessanti anche le trappole di tipo Tap Trap di colore rosso. Per approfondire potete leggere l’articolo dedicato alla Drosophila suzukii.
Cocciniglie. Questi piccoli insetti attaccano anche il ciliegio e si prevengono arieggiando la chioma con potature sul verde, ma anche irrorando le piante con macerati di felce.
Raccolta e utilizzo delle ciliegie
La ciliegia e l’amarena sono frutti che si raccolgono a maturazione completata, capire quando il frutto è maturo è semplicissimo, visto che ci basta guardare il colore. Il caratteristico rosso vivo è il segnale che la maggior parte delle ciliege è pronta per raccolta e consumo, mentre le amarene sono solitamente più scure. Esistono varietà a buccia più chiara o in tonalità leggermente differenti, una volta che si conosce la tinta non si può sbagliare.
Il periodo di raccolta delle ciliege è in genere tra fine maggio e giugno, varietà e clima possono variare anticipando o posticipando il momento del raccolto. Si tratta comunque di un frutto estivo.
In un frutteto misto conviene piantare tanti tipi di ciliegi, scelti in base alla resistenza alle comuni patologie, alla loro compatibilità per l’impollinazione, al sapore dei frutti e alla scalarità di maturazione, in modo da distribuire la raccolta dei frutti in un arco temporale che vada da maggio a fine giugno o anche oltre.
La ciliegia è un frutto che dura poco, una volta colte devono essere consumate entro pochi giorni oppure processate. Mentre le ciliegie acide (amarene, visciole, marasche) si prestano bene alla trasformazione in marmellate, succhi, sciroppi e liquori, quelle dolci sono ottime per il consumo tale e quale. Un buon modo per conservare il sapore delle ciliegie è metterle sotto spirito, sono squisite le ciliegie al marsala.
Varietà di ciliegie
Dure o morbide, dolci o aspre, ci sono molti tipi di ciliegie diverse. Alcune cultivar sono più adatte alle confetture e all’uso dolciario, altre sono ottimali da mangiare fresche. Come anticipato la prima classificazione importante è tra ciliegie dolci e ciliegie aspre, tra cui spiccano le amarene.
Le varietà citate sono solo esempi, perché i cataloghi di molti vivaisti sono pieni di proposte e negli ambienti di coltivazione ci sono varietà di ciliegia storiche locali che vale la pena riscoprire.
Varietà di ciliegie dolci
Le ciliegie dolci sono quelle più coltivate e consumate, in genere si privilegia il consumo fresco. Tra le varietà di ciliegia dolce più note ricordiamo:
- Il Durone nero di Vignola, varietà dolcissima che matura a giugno ed è una ciliegia grossa, rosso scura e ottima di sapore.
- La Ferrovia, cultivar italiana molto diffusa, di color vermiglio esternamente e chiara all’interno.
- La ciliegia Bigarreau. Durone selezionato in Francia dalla polpa rossa.
- Ciliegia bella di Pistoia. Ciliegio durone dai frutti molto grandi.
Volendo programmare un raccolto scalare, scegliendo varietà resistenti alle malattie possiamo citare il Durone di Maggio, che apre la stagione con un raccolto precoce, seguito dalla Ciliegia Bella Italia, che matura nella prima metà di giugno, e dalla Ciliegia Grossa di Pistoia, che matura nell’ultima decade di giugno. Infine, la Ciliegia Ultima è la più tardiva e si raccoglie addirittura a fine luglio.
Varietà di amarene, marasche e visciole
Il ciliegio acido si caratterizza generalmente per frutti di pezzatura minore, a polpa più morbida, con uno spiccato gusto acidulo. Proprio questo sapore le rende privilegiate per succhi e marmellate, possono risultare brusche al consumo fresco. La prima classificazione in questo gruppo è in amarene, visciole e marasche. Sono alberi produttivi, ingiustamente considerati frutti minori e spesso trascurati.
- Varietà di amarene. L’amareno è senza dubbio il più celebre tra i ciliegi acidi, si tratta di una pianta molto produttiva, che produce frutti di piccola pezzatura e di colore rosso brillante. Si declina in numerose varietà antiche locali, ricordiamo l’amarena piacentina e l’amarena di Pescara.
- Varietà di visciole. Il visciolo è un albero meno produttivo rispetto all’amareno, con frutti un po’ più dolci e di colore più scuro, molto rinomati per fare confetture. La varietà più coltivata è probabilmente la Regina Ortensia.
- Varietà di marasche. Il marasco fa frutti molto piccoli e acidi, di colore rosso scuro, quasi nero. Si impiegano per fare il maraschino, un liquore di origine dalmata. Tra le varietà ricordiamo l’agriotta nera.