il fico, albero da frutto

La coltivazione del fico

Aggiornato il 17.11.2024

Fico Ficus carica

  • Distanza di trapianto 600x600 cm
  • Esposizione solare 5/5
  • Fabbisogno idrico 2/5
  • Difficoltà di coltivazione 1/5
  • Trapianto in orto da Febbraio a Marzo
    da Settembre a Dicembre

Una delle piante da frutto più semplici da coltivare con metodo biologico è il fico, adattabile e molto resistente sia alle patologie che alla siccità.

Ci regala frutti dolcissimi, molte varietà offrono un raccolto estivo precoce (i fioroni) e un secondo raccolto a fine estate o in autunno.

il fico, albero da frutto

Il fico appartiene alla famiglia delle Moracee, come il gelso, non è imparentato con gli altri comuni fruttiferi della famiglia delle rosacee. Questa pianta, che può diventare molto espansa è una specie rustica e molto adattabile e che richiede poca concimazione e poche cure, a parte la potatura.

Clima e terreno adatti

Il fico è una tipica pianta del Mediterraneo, che si trova allo stato spontaneo nelle zone calde e aride, grazie alla sua notevole capacità di adattamento. Riesce persino a sfruttare la poca terra compresa tra le fessure dei muri a secco, dove spesso lo si vede svilupparsi a sfidare le pietre con le sue radici invasive e tenaci. Questo può farci capire che nelle giuste condizioni climatiche si tratta di un albero da frutto di semplice gestione.

Clima. Il fico è una specie tipica degli ambienti caldi del sud, nei quali produce per tutto l’anno se la temperatura si mantiene costantemente sopra i 15 °C. Tuttavia lo si trova ovunque anche al centro e al nord Italia, ma in questi ambienti durante l’inverno perde le foglie e i ricettacoli dai quali si sviluppano i fichi, rimanendo inerte fino alla primavera. La pianta riesce comunque a resistere ai freddi invernali anche intensi, soprattutto se il legno è ben lignificato. Questa condizione si ottiene evitando gli eccessi di azoto nella concimazione, limitandola al reintegro della sostanza organica con ammendanti naturali come compost o letame ben maturi. Nei casi di freddo estremo, tale da uccidere la pianta, dalla base si possono generare poi nuovi ricacci che andranno in seguito a ricostituirla. Il fico è anche una specie tipica degli ambienti costieri e resiste molto bene ai venti salini.

Terreno ideale. Il fico è una specie molto adattabile anche nei confronti dei diversi tipi di terreno, purché siano sufficientemente drenati, in quanto non tollera i ristagni idrici.

Come mettere un fico a dimora

Il periodo adatto per il trapianto del fico è a partire dall’autunno fino alla fine dell’inverno, escludendo i giorni particolarmente freddi in cui la terra gela. Per ogni pianta si deve scavare una buca voluminosa, all’incirca profonda 60-70 cm, e della stessa lunghezza e larghezza. Si fa una concimazione di fondo aggiungendo letame o compost maturi agli strati superficiali di terra, ovvero quelli compresi nei primi 30 cm al massimo di profondità.

Il trapianto. La pianta viene inserita diritta nella buca, col colletto fuori dalla superficie del suolo. Si preme delicatamente la terra smossa e infine si annaffia per favorire l’attecchimento. Se le piantine sono a radice nuda prima del trapianto è possibile praticare l’inzaffardatura, ovvero l’ammollo dell’apparato radicale per almeno un quarto d’ora in una soluzione acquosa contenente letame, sabbia e terra. Questa pratica favorisce l’attecchimento.

Talea e portinnesto. A differenza delle altre specie da frutto, il fico viene innestato raramente, di solito quando si intende cambiare la varietà (possiamo scoprire le tecniche nell’articolo su come innestare il fico). Le piante da trapiantare sono generalmente riprodotte per talea, metodo vegetativo che permette di ottenere individui con le stesse caratteristiche genetiche della pianta madre da cui è stato prelevato il ramo da far radicare.

Impollinazione. L’impollinazione del fico è entomofila, avviene cioè grazie all’ausilio di specifici insetti pronubi. Tuttavia, la specie è capace di produrre frutti anche per partenocarpia, ovvero senza fecondazione.

Sesti di impianto. Per la sua attitudine ad espandersi molto in larghezza e in altezza, conviene mantenere almeno 6 metri tra le singole piante di fico, e la stessa distanza nel frutteto misto dovrà essere rispettata tra la pianta di fico e altre specie. Il fico è un ottimo albero anche da inserire in giardino, in questo caso bisogna sempre tenere il criterio di mantenere 5/6 metri da pareti. alberi o siepi.

Coltivazione nel dettaglio

rami e foglie di fico

Irrigazione. Il fico, essendo una specie arido-resistente, non ha bisogno di molta acqua di irrigazione. Tuttavia per le piante piccole, nei primi anni dopo l’impianto, è opportuno prevedere irrigazioni di soccorso, soprattutto durante le estati particolarmente siccitose. Per le piante adulte in produzione invece sarebbe bene che non piovesse in abbondanza nelle due settimane precedenti la maturazione dei frutti, questo è a vantaggio della loro sapidità e qualità. Molta acqua in questa fase infatti potrebbe farli marcire.

Pacciamatura. Anche se si tratta di una specie resistente alla siccità, nei primi anni dopo la messa a dimora le giovani piantine di fico potrebbero risentire della competizione idrica dell’erba spontanea, quindi una buona pacciamatura è sempre vantaggiosa. Si può quindi distribuire uno strato circolare di paglia o di erba falciata ed appassita attorno ad ogni pianta, o in alternativa usare i teli neri plastici o quelli biodegradabili. Queste soluzioni sono valide per bloccare la nascita di erbe infestanti e per tenere il suolo umido più a lungo.

Coltivare il fico in vaso

Il fico, anche se è provvisto di un apparato radicale che vuole espandersi il più possibile, si coltiva anche in vasi o in grandi fioriere. La dimensione che può raggiungere la pianta in queste condizioni dipende ovviamente dalla terra a sua disposizione, e quindi dal volume del contenitore. Naturalmente se è coltivato in vaso ha bisogno di irrigazioni regolari e di maggiori apporti di compost o stallatico, ma sempre senza eccedere.

Come e quando potare il fico

Forma della pianta. La forma di allevamento più consigliata per il fico è il vaso con impalcatura relativamente bassa (dai 50 agli 80 cm circa da terra), tale da consentire una buona espansione laterale della pianta e quindi la raccolta da terra senza bisogno di scale.

Potatura. Il fico è un albero estremamente semplice da potare. Nelle piante adulte come potatura possiamo limitarci alla rimozione dei rami secchi e a sfoltimenti della chioma se è troppo fitta. Negli anni i tagli possono anche avere lo scopo di contenere lo sviluppo della pianta in altezza, ma l’importante è eliminare i rami per intero. Accorciarli infatti non ha senso perché i fichi vengono prodotti all’apice dei rami, che devono quindi essere integri.

rami del fico Guida Come potare il fico di Sara Petrucci

Malattie della pianta

Il fico è una specie piuttosto rustica, difficilmente viene colpita da malattie fungine, questo lo rende ideale come pianta da mettere in giardino quando non si è molto esperti ed è anche un frutto interessante per il frutteto biologico. Se però la pianta dovesse ammalarsi potremmo aiutarla a reagire trattandola con macerati di equiseto o di tarassaco, entrambi ad azione rinforzante. L’uso del verde rame è ammesso in agricoltura biologica ma è da valutare attentamente in base alla gravità del danno. Si tratta infatti di un metallo che tende ad accumularsi nel suolo e nel caso del fico che è piuttosto resistente il suo utilizzo può risultare superfluo.

Ruggine del fico. Si tratta di una patologia fungina riconoscibile dalle macchie gialle sulla pagina superiore delle foglie e dalle formazioni brune sulla pagina inferiore. Le foglie colpite cadono anticipatamente e la pianta defogliata può produrre poco e con un certo ritardo.

Botrite. Il fungo della botrite attacca varie specie vegetali e durante le primavere molto umide non risparmia neanche il fico, provocando su questa specie una patina grigiastra sulle foglie o sui rami giovani.

Insetti e parassiti

Il fico tradizionalmente non viene preso di mira da particolari parassiti, solo occasionalmente da vespe, calabroni e cocciniglie. Negli ultimi anni però, tra i vari insetti di provenienza lontana che arrivano accidentalmente con aerei e navi e si ambientano nei nostri areali, vi è il punteruolo nero che colpisce non solo alcune specie ornamentali ma anche il fico.

Il punteruolo nero. Si tratta di una nuova specie dannosa originaria del Sud est Asiatico e diffusa soprattutto in centro e sud Italia, per adesso. L’insetto, di colore nero come si deduce dal nome, ha un rostro, ovvero un organo pungente col quale riesce a penetrare il legno al colletto della pianta e a depositarvi le uova. Dalle uova nascono larve che rovinano la corteccia e il legno interno, erodendo il sistema linfatico interno. Il punteruolo arriva nei casi più gravi a far avvizzire la pianta. Come se non bastasse le larve possono anche mangiare i frutti svuotandoli completamente e facendoli marcire. Purtroppo non è semplice debellare questo insetto, bisogna che ricerche mirate individuino i migliori nemici naturali con cui impostare programmi di lotta biologica. Intanto, alla comparsa dei primi fori alla base della pianta, si può intervenire disinfettando con la Poltiglia Bordolese, a base di rame e calce. L’uso del fungo entomopatogeno Beauveria bassiana ha fornito risultati incoraggianti su alcune prove condotte in alcuni centri di ricerca e nel frutteto bio si può quindi provare a usare questi prodotti nell’ottica di una difesa fitosanitaria ecologica.

Vespe e calabroni. Le vespe e i calabroni sono attratti dal contenuto zuccherino dei fichi e li attaccano in prossimità della maturazione. Le trappole di tipo Tap Trap sono efficaci per la cattura massale di questi insetti e anche per catturare la mosca della frutta, altro insetto polifago che può colpire il fico.

Cocciniglie. Le cocciniglie si riconoscono perché sono piccoli insetti con scudetto rigido e piatto, che si attaccano ai rametti e alle foglie della pianta. La cocciniglia specifica del fico è di colore bianco e solitamente appare a maggio. Le cocciniglie si possono allontanare irrorando i rami con macerati di felce, che in quel periodo si trova facilmente nei sottoboschi, o si possono uccidere con olii minerali ammessi in agricoltura biologica, oppure passando i rametti con cotone imbevuto di alcool.

Uccelli. Oltre agli insetti naturalmente i fichi vengono mangiati volentieri dai merli, che ne sono molto ghiotti. Si può tentare di allontanare gli uccelli mediante strisce di stagnola fissate in modo che svolazzino tra i rami.

uccello sui rami di fico Guida Insetti e predatori del fico di Sara Petrucci

Raccolta dei frutti

Quello che mangiamo del fico in realtà è un falso frutto, poiché i veri frutti sono gli acheni contenuti all’interno della polpa, dall’apparenza di piccoli semi. I fichi si distinguono in fioroni, quelli che maturano a inizio estate dai primi fiori, e fichi forniti, a maturazione tardo estiva. Il fico infatti è una specie rifiorente, con varietà che producono solo fichi forniti, altre che producono solo i fioroni e altre che li producono entrambi.

Dal trapianto si devono aspettare 4 o 5 anni per vedere i primi fichi, ma poi le piante possono produrre anche per 40-50 anni con produzioni che vanno dai 40 fino ai 100 kg per pianta.

I fichi non si conservano a lungo dopo il raccolto, ma fortunatamente sono molto adatti ad essere essiccati e anche trasformati in ottime marmellate da gustare per tutto l’anno. Bisogna mangiare i fichi con moderazione perché sono molto zuccherini e un po’ lassativi, ma nelle giuste dosi risultano particolarmente salutari perché contengono vitamine e sali minerali come potassio, ferro e calcio.

Varietà di fichi

Nei diversi luoghi di Italia ci sono varietà storiche tipiche degli ambienti di coltivazione, che conviene ricercare per la loro adattabilità a quelle situazioni pedoclimatiche locali. Comunque, nel frutteto misto biologico conviene mettere a dimora più varietà di fichi, scelte anche in base alle diverse epoche di maturazione, che vanno da luglio fino ad ottobre.

Alcune varietà che si adattano agli ambienti di tutta Italia sono il Dottato, dal frutto piccolo, a buccia verde o nera e maturazione tardiva (settembre-ottobre) e il Verdeccio, sempre a maturazione settembrina; nel centro e sud Italia si possono coltivare anche il Brogiotto Nero, a buccia bluastra e maturazione tra agosto e settembre, il San Pietro, sempre a buccia violacea. Un fico dall’aspetto un po’ curioso e dal sapore molto buono è il Panascè, perché è bicolore, con buccia a righe gialle e verdi. Matura a fine agosto. Infine, per il nord Italia citiamo il fico Brianzolo, piccolo, a buccia verde e a maturazione settembrina.

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