Il vasto panorama degli agrumi comprende alcune specie a taglia piccola che vengono per lo più associate alle piante ornamentali, pur avendo dei frutti commestibili e salutari almeno quanto quelli degli agrumi più noti. Stiamo parlando dei kumquat o cumquat, piccoli alberelli sempreverdi dai frutti minuti a forme tonda o ovale a seconda delle tipologie.
Il più diffuso è il mandarino cinese (kumquat ovale) ma ci sono diverse specie di kumquat, che troviamo spesso coltivato in vaso. I piccoli frutti di questa pianta si mangiano tali e quali, buccia inclusa, e piacciono molto ai bambini.
Vale la pena approfondire questa pianta da frutto nana, che si può coltivare in svariati contesti, incluso l’orto sul balcone. Scopriremo una serie di consigli su come coltivare mandarini cinesi. Non è particolarmente difficile farlo adottando i principi della coltivazione biologica, validi sia a livello professionale che privato.
Varietà di kumquat
A livello botanico il kumquat fa parte della famiglia degli agrumi (piante rutacee), accanto a specie più famose come arancio e limone. Non si tratta di una varietà di mandarino, anche se viene spesso chiamato mandarino cinese. Fino ai primi del 900 era considerata una pianta del genere dei citrus (come il limone), si indicava come citrus japonica. Successivamente è stata precisata una classificazione differente, il nostro mandarino cinese ha ottenuto l’onore di un genere indipendente: fortunella. Si individuano diverse varietà di kumquot, o meglio diverse specie di fortunella, andiamo ad elencarle.
Kumquat ovale (Fortunella margarita)
È probabilmente il più comune tra i kumquat coltivati. Il suo nome botanico è Fortunella margarita, ed è chiamato comunemente “mandarino cinese”. È una specie di origine molto antica, proviene dal sud della Cina, ha un aspetto compatto e un portamento cespuglioso, con rami leggermente spinosi. Le foglie sono lanceolate e lucide, di colore verde scuro nella pagina superiore e più chiaro nella pagina inferiore. I fiori compaiono nel periodo estivo e sono profumati, singoli o in certi casi riuniti in infiorescenze. Da questi, una volta fecondati, si sviluppano i piccoli frutti arancioni, dalla buccia liscia e molto ricca di oli essenziali. Il sapore della polpa è acidulo, la buccia invece è dolce e il frutto si mangia tutto intero.
Kumquat rotondo (Fortunella japonica)
Sembra che questa specie provenga dal Giappone e infatti si chiama Fortunella japonica ed è anche chiamata “mandarino giapponese”. Alberello molto simile al Kumquat ovale, da cui differisce per le foglie, che sono più chiare, più piccole e con venature più marcate. Ma soprattutto sono i frutti ad essere diversi, perché in questo caso sono tondi invece che ovali, e di buon sapore.
Hong Kong Kumquat (Fortunella hindsi)
Fortunella hindsi è un agrume di origine cinese e presenta ramoscelli spinosi, foglie ovali-ellittiche di colore verde scuro nella pagina superiore e verde più chiaro nella pagina inferiore. I fiori sono piccoli e anche i frutti, non arrivando a superare i 1,5 cm di diametro. La buccia è arancione e liscia e all’interno i semi sono piuttosto grandi. La persistenza dei frutti sulla pianta e la sua taglia contenuta sono parametri che la rendono molto gradevole dal punto di vista ornamentale, anche per le coltivazioni in vaso.
Kucle
Si tratta di un ibrido tra Kumquat ovale e clementina e quindi presenta caratteri intermedi alle due specie. Le foglie sono verdi scure e i fiori bianchi e piccoli, emessi dalla primavera all’autunno. I frutti sono leggermente più grandi di quelli del kumquat ovale, e di forma tondeggiante, sono molto persistenti e hanno una polpa dal gusto agrodolce. Anche questa è una pianta molto considerata per il suo pregio ornamentale.
I kumquat non devono essere confusi con un tipo di mandarino anche lui chiamato a volte “mandarino giapponese”, o impropriamente “mandarino cinese”. Si tratta del mandarino satsuma-miyagawa, che invece appartiene al genere Citrus (per l’esattezza si chiama Citrus unshiu). Anche questa è una pianta a taglia bassa, che produce mandarini verdognoli e dolci-aciduli, molto buoni.
Dove si può coltivare
Il kumquat è una pianta adattabile, che ben si presta a essere coltivata un po’ in tutta Italia, grazie alla sua resistenza a basse temperature in inverno vive bene anche al nord. Ovviamente prima di piantare questo agrume è utile verificare che clima e suolo siano adatti a garantire salute e produttività all’albero fruttifero.
Clima adatto
L’aspetto positivo del Kumquat, di qualsiasi specie del genere Fortunella, è la sua resistenza al freddo invernale, grazie al fatto che nei periodi di maturazione dei frutti entra in un semi-riposo vegetativo, durante il quale non sviluppa nuovi germogli.
Essendo un agrume della famiglia delle Rutacee desidera clima mite, ma a differenza di altre specie resiste al freddo. Regge bene anche il caldo, anche se temperature che superano i 35 °C non sono certo ottimali neanche per lui.
Quello che il kumquat teme di più sono i venti particolarmente freddi, quindi è utile scegliere una posizione riparata o, nel caso di coltura estesa, provvedere ad un frangivento. Bisogna fare attenzione se vogliamo tenere una piantina di mandarino cinese sul balcone, visto che spesso i terrazzi sono esposti a ventate forti.
Il terreno ideale
Il terreno migliore per la crescita del kumquat è di medio impasto, ovvero di tessitura intermedia ed equilibrata, né troppo tendente all’argilloso né al sabbioso.
Scegliamo possibilmente un suolo fertile, ricco di sostanza organica, e anche ben drenato, non soggetto a ristagni idrici.
Come piantare il kumquat
Per cominciare a coltivare kumquat, come per la gran parte delle altre piante da frutto, non conviene partire dai semi ma direttamente dalla piantina. Vediamo come e quando mettere a dimora l’alberello.
Scegliere il portinnesto
Di solito quando compriamo una piantina di kumquat in vivaio acquistiamo le piante già innestate, in genere il portinnesto utilizzato è l’arancio trifogliato (Citrus trifoliata), che gli conferisce poca vigoria e una certa resistenza al freddo. Quindi ne consegue una pianta poco ingombrante e adatta alla gran parte dei climi italiani.
Il trapianto
Per il kumquat è ottimo scegliere una posizione ben assolata, il periodo migliore per piantarlo è la primavera, possiamo eseguire la messa a dimora di questo agrume una volta terminato il rischio di ritorni di freddo.
Per mettere gli alberelli si scavano buche di dimensioni un po’ maggiori rispetto alla grandezza della zolla di terra delle piante acquistate, in modo da assicurare un certo volume di terra smossa alle radici, per prevenire i ristagni idrici. Come sempre, è importante tenere separati gli strati di terra e cercare, per quanto possibile, di rimetterli dentro la buca nello stesso ordine, per non alterare gli equilibri biologici del suolo.
Ai primi strati di terra è opportuno mescolare una concimazione di fondo: del buon compost maturo, o del letame come ammendante.
La pianta deve essere inserita ben diritta nella buca, va ricoperta a livello del colletto, poi bisogna comprimere leggermente la terra coi piedi per farla aderire e infine irrigare.
Sesti di impianto
Volendo coltivare il kumquat all’aperto, in un agrumeto o in un frutteto misto, dobbiamo tenere conto che la sua altezza massima in genere non supera i 5 metri, e che quindi rispetto ad altre specie che tendono a svettare di più si possono adottare sesti più contenuti e mettere le piante a pochi metri di distanza.
Come coltivare il cumquat
Scopriamo insieme quali sono le varie accortezze da tenere per gestire una pianta di kumquat. Come vedremo questo agrume non è difficile da coltivare e resiste bene a insetti e malattie.
Concimazioni
Oltre alla concimazione iniziale che si pratica al momento della messa a dimora, ogni anno è importante somministrare dell’ammendante organico come compost o letame, o stallatico sfarinato o pellettato, sulla proiezione della chioma.
Durante la bella stagione possiamo intervenire anche quando lo annaffiamo, approfittando per diluire nell’acqua di irrigazione dei macerati di ortica, di consolida, di equiseto, o anche della borlanda liquida o della farina di sangue.
Questi sono tutti prodotti di origine naturale e non inquinanti, adatti ad una coltivazione eco-compatibile e ammessi in agricoltura biologica.
Irrigazione
Il kumquat deve essere irrigato regolarmente durante la stagione primaverile-estiva, soprattutto durante i primi anni dalla messa a dimora.
Tuttavia non c’è una cadenza fissa per gli interventi: bisogna irrigare quando il terreno appare asciutto, e senza mai arrivare ad impregnarlo.
In autunno-inverno le irrigazioni devono essere sospese.
Pacciamatura
La pacciamatura è una pratica che consente di ostacolare la nascita dell’erba spontanea, la quale esercita una competizione con la pianta per le risorse idriche e nutritive. I mezzi più naturali per allestirla sono paglia, fieno, erba appassita, foglie, da stendere in strati di circa 10 cm attorno alle piante, in un cerchio del raggio di almeno 50-70 cm.
In alternativa possiamo utilizzare i teli neri, tenendo però conto che se sono di film plastico non consentono la traspirazione e l’assorbimento diretto dell’acqua piovana.
Malattie del kumquat
La difesa dalle principali patologie degli agrumi, e quindi anche del kumquat, può essere condotta ricorrendo prima di tutto alla prevenzione e poi a prodotti a basso impatto ambientale, ammessi anche in agricoltura biologica.
Sicuramente bisogna evitare di concimare troppo, cosa che favorisce l’insorgenza di patologie fungine e di afidi, e di irrigare sopra chioma. Inoltre le potature leggere ma regolari aiutano a tenere la chioma arieggiata e a scoraggiare parassiti come le cocciniglie.
Il kumquat è abbastanza rustico, ma dovremo stare attenti ai primi sintomi di mal secco, patogeno che si insidia nei vasi legnosi della pianta portandola a disseccare, dell’antracnosi, che colpisce rametti, foglie e frutti, delle batteriosi che causano macchie depresse sui rametti, da cui fuoriesce della gomma.
Coi sintomi in corso possiamo scegliere di trattare con un prodotto rameico, ma prima è importante adottare le misure preventive, eventualmente irrorare anche dei rinforzanti come propoli o decotto di equiseto.
Insetti dannosi
Le cocciniglie sono tra gli insetti dannosi più temibili per gli agrumi, e anche per il kumquat, e di solito si insidiano in fitti gruppi sui rami. Se abbiamo un solo esemplare attaccato, o comunque pochi, possiamo risolvere il problema spennellando i rami con oleato di propoli o con cotone imbevuto di alcool, altrimenti possiamo trattare le piante spruzzandovi olio bianco.
Per prevenire la presenza del ragnetto rosso, acaro che può attaccare anche questa pianta, bisogna irrigare le piante regolarmente, non tenerle in uno stato di siccità, favorevole a questo parassita.
Altro possibile insetto nocivo è la minatrice serpentina degli agrumi, che scava nella foglia e si può contrastare con olio di neem.
Se insorgessero attacchi di afidi, riconoscibili per foglie e germogli deformi, accartocciati e appiccicosi di melata, la quale attira anche la fumaggine, possiamo trattare le piante con sapone di Marsiglia o sapone molle di potassio.
Come potare il kumquat
All’inizio della coltivazione possiamo potare il giovane alberello di kumquat per indirizzarlo verso una forma, ad esempio quella a globo o a vaso, scegliendo le tre branche principali tra i germogli inseriti sul fusto, oppure anche decidere di lasciarlo svilupparsi secondo natura, cosa che lo porta comunque ad una forma aggraziata. Tuttavia è probabile acquistare piante già formate in vivaio.
Negli anni successivi dobbiamo potare poco queste piante, soprattutto con lo scopo di mantenere una forma ordinata, togliere i rami secchi e arieggiare la chioma. Si interviene quindi leggermente sul mandarino cinese, potando ogni anno con diradamenti ed accorciamenti.
Il periodo più indicato per i tagli di potatura è la primavera, prima che i fiori sboccino.
Coltivare kumquat in vaso
Il kumquat è una pianta da frutto che si presta particolarmente bene alla coltivazione in vaso, grazie alla sua taglia contenuta e al suo pregio ornamentale.
Sicuramente il vaso deve garantire alle radici la possibilità di espandersi almeno un minimo e quindi deve essere grande a sufficienza. Il substrato deve essere ben drenante e ogni due anni circa potremo rinvasarlo in contenitori leggermente più grandi.
Con la coltivazione in vaso dovremo irrigare di più e pensare ogni anno ad aggiungere compost e qualche altro fertilizzante naturale, come stallatico in pellet, macerati di piante, borlande, farina di roccia o di alghe, o anche lupini macinati, un classico concime per agrumi.
In inverno, a seconda del clima della nostra zona, è bene pacciamare la superficie della terra del vaso, o meglio ancora avvolgere tutto il vaso con tessuto non tessuto, al fine di proteggere le radici dal freddo.
Raccolta e utilizzo dei frutti
I frutti del kumquat iniziano a maturare da novembre inoltrato, con una maturazione scalare, dato che anche la fioritura è scalare. Inoltre, essendo frutti molto persistenti sulla pianta, li possiamo raccogliere senza fretta, man mano che desideriamo mangiarli. L’importante è che abbiano raggiunto la maturazione, perché non potrebbero continuare a maturare dopo essere stati staccati dalla pianta. Una pianta tenuta bene può produrre moltissimi mandarini cinesi, non è raro vedere esemplari di kumquat molto carichi. L’effetto ornamentale è dato anche dai piccoli frutti arancione, in contrasto con la chioma verdeggiante.
Come molti agrumi i frutti sono ricchi di vitamina C, di ferro e di magnesio e possiamo mangiarli interi, direttamente con la buccia, che è commestibile e anche dolce rispetto alla polpa. Possiamo anche trasformarli in canditi, che vengono particolarmente deliziosi. In questo caso dovremo prima immergerli in acqua e bicarbonato, poi cucinarli a pezzi per qualche minuto e infine zuccherarli. Inoltre, è possibile anche farne una marmellata.