Nel piccolo agrumeto familiare non può mancare qualche esemplare di pompelmo, pianta dai frutti succosi ed un po’ agri, ma molto salutari. Le piante fruttificano generosamente anche se vengono coltivate con tecniche naturali e mezzi propri dell’agricoltura biologica, quelli che consigliamo in questo articolo.
Vediamo quindi com’è la pianta e come la si può coltivare sia in un giardino famigliare che per produzioni da reddito, anche se nelle due situazioni ovviamente ci sono differenze d’impostazione e di gestione. Abbiamo già parlato di limone e arancio, continuiamo a esplorare l’agrumeto.
Scopriamo quindi dalla messa a dimora alla raccolta, passando per la potatura, tutti i passaggi necessari per una buona cura della pianta, imparando a difendere l’albero dalle malattie e dagli insetti nocivi utilizzando trattamenti naturali piuttosto che pesticidi tossici.
L’albero di pompelmo
Il pompelmo (Citrus x paradisi) è probabilmente un ibrido naturale tra il Pomelo (Citrus maxima) e l’arancio dolce (Citrus sinensis), ma secondo alcuni studiosi deriva invece da una mutazione del pomelo. Il pomelo in Liguria viene chiamato sciaddocco ed è l’agrume coi frutti più grandi, a buccia spessa ma non succosi.
L’albero di pompelmo, originario delle Barbados, è una pianta che può raggiungere un’altezza massima di circa 12 metri, tende a formare una chioma globosa e molto fitta. Le foglie sono ovali e di colore verde scuro, i fiori sono grandi e riuniti in infiorescenze che ricordano i grappoli, da cui il nome inglese di grapefruit, che significa “frutti riuniti in grappoli”.
I frutti del pompelmo sono esperidi come quelli degli altri agrumi, e possono avere buccia e polpa gialle o rosate, in entrambi i casi sono frutti di grandi dimensioni e a forma di palla leggermente schiacciata.
Clima necessario alla coltivazione
Come gli altri agrumi, anche il pompelmo richiede un clima piuttosto mite, dove gli inverni non arrivano a freddi intensi, pertanto bisogna evitare di piantarli nelle posizioni in cui si possono formare delle sacche di gelo. Le brinate sono dannose per questa specie, anche in funzione della loro durata, e soprattutto se accompagnate da una notevole umidità dell’aria. Anche le temperature eccessive comportano comunque i loro inconvenienti, arrestando lo sviluppo dei frutti e causando il disseccamento di foglie e rami.
Nelle zone ventose è importante anche provvedere a dei sistemi frangivento, per evitare i danni da disseccamento di foglie e rametti o nei casi gravi, di scosciamento dei rami. Nelle zone costiere i venti poi possono essere anche ricchi di salsedine e questo è un ulteriore pericolo. I frangivento vivi, come cipressi o altre piante, ovviamente hanno una crescita lenta, quindi si può all’inizio installare delle staccionate, che comunque riducono l’impatto del vento.
Il terreno ideale
Se si intende avviare la piantumazione di un agrumeto vero e proprio, piccolo o grande che sia, conviene fare un’analisi approfondita del terreno che si ha, rivolgendosi ad un laboratorio specifico. In generale gli agrumi prediligono terreni profondi, almeno di 1 metro, per approfondire adeguatamente le radici. La roccia e la falda freatica quindi devono essere più profonde, per evitare marciumi alle radici.
Come tessitura l’ideale è un suolo di medio impasto, senza eccessi di argilla o limo, abbastanza sabbia e poco scheletro, cioè sassi. Anche se si adattano bene a terreni diversi, che si discostano dall’ottimo, sicuramente quelli fortemente argillosi (con oltre il 35% di argilla) possono essere difficoltosi per pompelmo ed altri agrumi, così come quelli ricchi di calcare attivo (più del 30%) e quelli molto salini, cioè con alto contenuto di cloruri, solfati, carbonati e bicarbonati.
Il pH migliore è vicino alla neutralità o leggermente acido. Se il terreno è molto sciolto le irrigazioni dovranno essere intensificate, così come la distribuzione di sostanza organica che, come per ogni coltura, è sempre alla base della fertilità del terreno.
Piantare un pompelmo
Per impiantare un albero di pompelmo bisogna in primo luogo scegliere portinnesto e varietà. Per quanto riguarda l’impollinazione gli agrumi sono autosufficienti per la fecondazione dei fiori e quindi dell’allegagione, pertanto anche piante isolate producono.
Scelta del portinnesto
Quando si scelgono le piante di pompelmo da acquistare, dovremmo richiedere informazioni sul portinnesto che è stato utilizzato. Per gli agrumi l’arancio amaro è da lungo corso il portinnesto classico, ma vengono utilizzati anche i citrange, ibridi tra l’arancio dolce e il poncirus, che offrono tolleranza al virus della Tristeza. Il poncirus invece, con la sua resistenza ai marciumi radicali, è un portinnesto indicato per i terreni a rischio di ristagni idrici.
Il trapianto
Passato il rischio di gelate, a primavera, possiamo mettere a dimora le piante di pompelmo. Farlo in autunno comporterebbe un maggiore rischio di marciumi radicali, mentre la primavera consente un rapido attecchimento e l’arrivo all’inverno con un buon accumulo di sostanze di riserva.
Se si mette a dimora una singola pianta si procede semplicemente scavando la buca, che deve essere grande, ben oltre la zolla di terra in cui è contenuta. Se le piante da mettere sono molte, da sistemare in un frutteto, i filari devono essere tracciati ben diritti e le buche allineate, e in questo caso sicuramente farle tutte a mano col badile diventa impensabile, e bisogna ricorrere ad una mototrivella.
La terra di scavo deve essere miscelata, negli strati più superficiali, ad una dose generosa di ammendante, come compost o letame, entrambi completamente maturi. È bene aggiungere anche dello stallatico pellettato e delle manciate di farina di roccia, che apportano preziosi nutrienti, e ricordare di distribuirli anche negli anni successivi.
La pianta si inserisce diritta nella buca, mantenendo lo stesso livello della superficie uguale a quello della zolla di terra.
Sesti di impianto
Indicativamente vanno bene gli stessi sesti di impianto consigliati per gli aranci, ovvero una media di 5 metri tra pianta e pianta.
Potare il pompelmo
Come per tutti gli alberi da frutto potare è un lavoro molto importante, sia per contenere e riordinare la chioma, che per stimolare la produzione. La forma più naturale e indicata per il pompelmo è il globo a chioma piena, secondo la quale può crescere con il suo portamento tipico facendo le formazioni fruttifere soprattutto nella parte bassa.
Durante i primi anni dal trapianto si gestisce la potatura di formazione, con la quale indirizziamo la pianta alla naturale forma globosa. Dopodiché, negli anni successivi si eseguono interventi volti al mantenimento.
Potatura di produzione
Per impostare e realizzare una corretta potatura annuale bisogna tenere conto del fatto che gli agrumi fruttificano sui rami dell’anno precedente, e che il periodo di massimo accumulo di sostanze di riserva è quello tra febbraio e marzo, ed è quindi quello in cui bisogna evitare i tagli. I tagli vanno evitati anche nei periodi molto freddi e molto caldi.
Le chiome comunque vanno alleggerite senza esagerare, pensando a tenere abbastanza illuminati i rami all’interno e evitando che i rami si carichino troppo di frutti col rischio di spezzarsi. I rami secchi e quelli fortemente infestati da cocciniglie vanno sempre recisi, così come i succhioni, rami a forte crescita verticale.
Come si coltiva con metodi bio
Irrigazione
I fabbisogni idrici degli agrumi sono stati calcolati attorno ai 2000 mm all’anno, e questo vale anche per il pompelmo. Di conseguenza, visto che gli apporti che arrivano con le piogge in alcuni periodi sono quasi sempre insufficienti, è importante allestire fin dalla messa a dimora un impianto di irrigazione, o se si ha solo una pianta in giardino, ricordare di irrigarla con costanza mediante la canna. In ogni caso il fogliame non deve essere bagnato, per cui è assolutamente consigliato un metodo di irrigazione che bagni il terreno e non la parte aerea, come l’ala gocciolante. Il periodo più delicato, nel quale la pianta può subire i danni della siccità, e la fase successiva all’allegagione dei frutticini, che potrebbero cadere.
Pacciamatura
La pacciamatura è sempre utile per contrastare la nascita di erbe infestanti, e anche attorno alle piantine di pompelmo possiamo predisporla, per esempio distribuendo un cerchio di paglia, di fieno o di erba appassita tutto attorno alla sua base. Lo strato deve essere abbastanza spesso, di circa 10 cm, altrimenti l’erba più ostinata spunta comunque.
Difesa e prevenzione delle malattie
Le malattie come sempre devono essere prevenute, evitando di irrigare per aspersione e concimando con moderazione. Le malattie a cui può andare incontro il pompelmo sono quelle comuni agli altri agrumi, si possono trattare con prodotti a base di rame, ma possiamo anche provare a sostituire questo metallo con le zeoliti, fini polveri minerali che, assorbendo l’umidità in prossimità della vegetazione, diminuiscono la probabilità che la patologia si verifichi.
- Gommosi del colletto. Si manifesta con l’emissione di un flusso di linfa densa dal colletto e una macchia umida sulla corteccia, ed è causata da un batterio. Le foglie ingialliscono ed iniziano a seccare, ma è importante non arrivare a questo stadio ed intervenire prima.
- Mal secco. Si tratta di una tracheomicosi, malattia fungina che vede l’insediarsi del patogeno all’interno dei vasi legnosi. I primi sintomi sono le foglie che ingialliscono e cadono e il disseccamento dei rametti, infine secca anche il tronco, per arrivare alla morte della pianta.
- Fumaggine. Anche se non è una malattia in senso stretto, perché di fatto i funghi si instaurano sulla melata degli afidi, provoca una diminuzione della fotosintesi, con la copertura delle foglie di uno strato polveroso nerastro, come se fosse smog o fumo. La lotta agli insetti produttori di melata risolve anche questo problema.
Difesa dagli insetti parassiti
Il pompelmo, così come gli altri agrumi, può essere attaccato da alcuni insetti parassiti che fortunatamente possono essere tenuti a freno con mezzi ecologici e una buona prevenzione. I più comuni sono:
- Ragnetto rosso. L’acaro sottrae linfa alle piante e le foglie appaiono bollose e soggette alla caduta, ma anche i frutticini possono cadere più abbondantemente. Per arginare la presenza di questo parassita bisogna evitare di concimare troppo e di lasciare crescere le chiome troppo fitte, poi irrorare spesso dei decotti di aglio ed eventualmente trattare col piretro naturale, nelle dosi e nelle modalità indicate espressamente sulle confezioni.
- Cocciniglie. La cocciniglia farinosa (detta anche cotonello), Planococcus citri, attacca gli agrumi ma anche altre piante. Si attacca prevalentemente al picciolo sottraendo linfa. Un’altra nota cocciniglia, Icerya purchasi, attacca invece la pagina inferiore delle foglie e anche i rami, e inoltre si possono trovare la cocciniglia bassa degli agrumi e la cocciniglia rossa, entrambe capaci di spogliare la pianta da molte sue foglie. Per limitare gli attacchi delle cocciniglie, si possono spruzzare con costanza dei macerati di felce, e trattare con gli oli minerali, ammessi anche in agricoltura biologica, nel caso questo prodotto naturale non basti.
- Afidi. L’afide bruno, l’afide nero e l’afide verde degli agrumi provocano danni simili da accartocciamento fogliare per suzione di linfa, fumaggine e melata appiccicosa. Devono essere debellati perché, oltre a questo danno diretto, sono potenziali vettori di malattie virali. Allora bisogna irrorare spesso estratti di ortica, di aglio o di peperoncino piccante, ricorrendo anche al sapone di Marsiglia quando ciò non basta. Vale sempre la pena ricordare, inoltre, che evitare di trattare con insetticidi aggressivi è la premessa perché si instaurino nell’ambiente i predatori naturali degli afidi, come le note coccinelle.
- Minatrice serpentina degli agrumi. Questo lepidottero depone le uova sulle foglie durante il periodo estivo e le larve vivono a spese del tessuto fogliare scavandovi delle gallerie. Si possono fare trattamenti col Bacillus thuringiensis o con l’azadiractina (olio di neem).
- Tripidi. Sono piccoli insetti che infestano la pagina inferiore delle foglie di agrumi e di altre piante, ma nel caso degli agrumi anche fiori e frutti. I loro danni sono rappresentati dalle punture, che causano aree decolorate e necrotiche. Lo Spinosad può garantire trattamenti efficaci ed è ammesso in agricoltura biologica.
- Mosca della frutta. Questo dittero colpisce molte specie, deponendo le uova all’interno dei frutti in via di maturazione, e portandoli a marcescenza per le gallerie scavate dalla larva. Conviene impostare la cattura della mosca con trappole del tipo Tap Trap, e fare trattamenti con Spinosad.
Coltivare pompelmi in vaso
La coltivazione del pompelmo in vaso è conveniente soprattutto nelle aree a clima freddo, come tutto il nord Italia, perché ci consente in inverno di avvolgere tutta la pianta in un cappuccio di tessuto non tessuto, considerando che in vaso la crescita della pianta è di solito limitata. Per lo stesso motivo sarà utile pacciamare la superficie del terreno del vaso, intervento che protegge le radici dal freddo. È importante non castigare troppo la crescita della pianta mettendola in vasi piccoli, ma assicurarle comunque un sufficiente volume di terra. All’inizio basteranno quindi 40 cm di diametro del contenitore, poi in futuro bisogna ricordare di fare dei rinvasi in recipienti più grandi. Il substrato ideale è un terriccio non acido, arricchito di terra vera e di compost maturo, a cui aggiungere fertilizzanti naturali e irrigazioni regolari.
Raccolta e utilizzo dei frutti
La raccolta deve necessariamente avvenire quando i frutti sono ad un livello sufficiente di maturazione, perché questa non può proseguire dopo la raccolta come capita ad altri frutti. Dalle nostre parti il periodo di raccolta dei pompelmi è l’inverno, con differenze a seconda delle diverse varietà. Per il momento adatto per la raccolta è bene attendere che si siano asciugati dalla rugiada notturna. I pompelmi sono buoni da mangiare tali e quali o anche spremuti, e sono fonti preziose di vitamina C.