Il chenopodium album viene chiamato farinello comune o farinaccio ed è un’erba spontanea che si trova sovente negli orti come infestante. In questo momento ad esempio invade le mie patate. Si tratta di una pianta annuale della famiglia delle amarantacee ed è un’erba commestibile.
Quest’erba si sviluppa fino a diventare anche molto alta (può arrivare a due metri) e per questo può infastidire le coltivazioni dell’orto. Non è tra le peggiori erbe infestanti ma se prende piede può essere noiosa.
Come liberarsi dal farinaccio infestante
Per liberarsene non esiste un metodo specifico ma si usano le forme di diserbo classiche, escludendo ovviamente soluzioni chimiche: meglio ricordare sempre che tra gli erbicidi in commercio ci sono prodotti veramente nocivi per l’organismo e anche cancerogeni, come il tristemente celebre glifosato. Diserbare senza prodotti chimici è possibile, si può fare usando una mistura di acqua calda, aceto e sale. Questo diserbante naturale auto prodotto non si può però usare in mezzo alle coltivazioni visto che non è selettivo e le danneggerebbe. Quindi questo metodo è escluso dall’orto, si può usare su spiazzi di ghiaia o aree non coltivate.
I metodi biologici di controllo delle erbe infestanti nell’orto non sono molti, spesso tocca ricorrere alla rimozione manuale, a mano o con la zappa. Per evitare questo lavoro il sistema migliore è la pacciamatura. Si zappetta il terreno intorno alle coltivazioni pulendolo per bene, poi si copre con la paglia tutto intorno alle piantine: questa copertura dovrebbe ridurre l’insorgere di nuove piante di farinello comune e di altre infestanti.
Altri metodi alternativi sono la solarizzazione e la falsa semina. Entrambi però non sono attuabili durante la coltivazione, vanno fatti prima di seminare. La solarizzazione in particolare, se eseguita nel modo giusto, può dare ottimi risultati contro la diffusione di chenopodio.
E’ interessante sapere anche che il farinello si può mangiare, essendo una pianta commestibile. In alcune zone dell’America centro settentrionale è persino coltivata, anche in Italia ci sono regioni in cui il chenopodium album viene raccolto e usato come verdura, soprattutto sulle Alpi. Di questa erba spontanea si consumano le foglie, che possono essere cotte come fossero spinaci, si cucinano in padella, bollite, oppure si usano per ravioli e torte salate. Anche i semi si possono mangiare, come per l’amaranto, ma non sono buonissimi. Si potrebbe quindi decidere di convivere con questa pianta, lasciandola crescere in alcune zone dell’orto e ricavandone una verdura inaspettata.