Difesa orto
Gli insetti parassiti delle fave
La fava appartiene alla famiglia delle leguminose ed è una coltivazione molto diffusa, soprattutto nell’Italia meridionale e nelle isole. In queste zone rappresenta una delle maggiori colture, insieme al frumento, al quale segue in rotazione.
Le leguminose sono una famiglia molto importante, in quanto sono azotofissatrici, ovvero consentono di apportare azoto al terreno. Sono perciò dette miglioratrici e nelle rotazioni seguono alle colture depauperanti, come i cereali, che invece sottraggono azoto al terreno, impoverendolo.
Per assicurare alla pianta di fave buona salute e quindi un buon raccolto occorre saperla salvaguardare da eventuali problemi, anche la coltivazione biologica prevede di intervenire con metodi di difesa contro i possibili parassiti.
Importante nella lotta ai principali insetti che attaccano le fave è la prevenzione, che consiste nel ricorrere a delle buone pratiche agricole. Conoscere nel dettaglio i principali insetti che attaccano le fave è particolarmente utile per saper intervenire per tempo in caso uno di questi antipatici parassiti attaccasse le fave del nostro orto.
Afide nero e Afidone verdastro delle leguminose
Sono due le specie di afidi che possono attaccare le fave: l’afide nero (Aphis fabae) e l’afidone verdastro delle leguminose (Acyrthosiphon pisum). Questi piccoli insetti svolgono il loro ciclo vitale colonizzando diverse piante, sia coltivate che spontanee, come ad esempio il viburno e l’evomino. I danni più evidenti alle colture si si manifestano su fava, fagiolo e erba medica.
Gli individui di afide vivono sui germogli, in colonie numerosissime, causando galle e deformazioni molto evidenti. Le infestazioni minori a carico dei germogli causano un effetto simile alla cimatura, che favorisce la produzione di baccelli.
Oltre a questi danni, che vengono definiti diretti, gli afidi provocano anche danni indiretti, ovvero la trasmissione di virosi (ad esempio il Mosaico giallo del fagiolo, BMYV, o il ceppo M di Sharka, PPV Plum Pox Virus). La modalità di trasmissione è principalmente legata all’abitudine dell’afide di praticare sulla pianta diverse punture di assaggio allo scopo di determinare la qualità della linfa: in questo modo i virus arrivano alle ghiandole salivari o si innestano sulla superficie dello stiletto, contaminando l’afide e i successivi substrati alimentari dello stesso, provocando una diffusione del virus.
Un altro problema sollevato dalle infestazioni degli afidi, e inserito nei danni indiretti, è quello dovuto alla produzione di melata, una sostanza di scarto di natura zuccherina, la quale provoca ustione ai tessuti imbrattati e risulta essere un ottimo substrato per la crescita di funghi saprofiti (fumaggini) e muffe.
Per la difesa della fava dagli afidi è necessario compiere operazioni che mirino a contenere le piante ospiti infestanti, effettuando pulizie delle bordure o ricorrendo alla falsa semina. Anche anticipare l’epoca di semina può essere consigliabile, utilizzando varietà di fava meno suscettibili. Nell’orto biologico si possono usare macerati vegetali repellenti per questi insettini, come il decotto d’aglio o il macerato di peperoncino.
Qualora si assista a degli attacchi particolarmente significativi si può pensare di ricorrere alla lotta biologica, inserendo nell’ambiente dei predatori degli afidi, come ad esempio le coccinelle.
Cocciniglia farinosa
Le cocciniglie sono altri insettini di minuscole dimensioni, si tratta di una specie polifaga, che presenta un elevato numero di piante ospiti, favorendo maggiormente leguminose (fave, pisello, ecc..) e composite. Parte del loro ciclo si svolge sui tronchi di vite o olivo.
La femmina di cocciniglia farinosa (Guerriniella serratulae) presenta un colore rosso cupo. Si caratterizza per la presenza di un sottile filamento posteriore, che utilizza per allontanare la melata. Non è segnalata la presenza di maschi. Sulle fave non si segnalano infestazioni tali da richiedere interventi particolari, si può spruzzare macerato di felce per contrastare con metodi naturali questa minaccia.
Tortrice
Gli adulti di tortrice (Cydia nigricana) escono dal terreno tra maggio e giugno, sono insetti che presentano un’apertura alare di 15 mm. Durante l’inverno svernano nel suolo. Una volta uscita in primavera inoltrata la tortrice depone le uova sulle foglie e sui baccelli delle fave. Le larve penetreranno all’interno dei baccelli, erodendone i semi. Trascorso un mese, le larve fuoriescono dai fori dei baccelli delle fave e si rifugiano nel terreno.
Per la difesa biologica si consiglia di eliminare i residui della coltura ed effettuare semine anticipate con varietà precoci, al fine di sfalsare i cicli ed evitare di incorrere negli attacchi di questo insetto..
Cecidomia
Si tratta di un insetto molto piccolo di colore giallo con delle fasce dorsali brune, la dimensione di questo parassita è di circa 2 millimetri. Le femmine di cecidonia depongono le loro uova tra maggio e giugno, nel bottoni fiorali e nei fiori di fava che, erosi dalle larve, disseccano. Questo insetto a volte ovifica anche nei neoformati baccelli di fave. Dopo la schiusa le larve si impupano nel terreno.
Per prevenire la cecidomia (Contarinia pisi) si consiglia di effettuare delle rotazioni molto lunghe, di attuare una semina molto precoce o di coltivare fave a ciclo breve.
Punteruolo degli steli (Lixus algirus)
Il punteruolo degli steli è un curculionide nero, dalle dimensioni di circa 20 mm, l’insetto è facilmente riconoscibile perché cosparso di pruina giallo – verde. La sua presenza viene riscontrata prevalentemente nell’Italia meridionale e insulare. Oltre la fava, attacca anche piante del genere Cirsium, Pelargonium, Malva e Carduus.
Le femmine di punteruolo depongono le uova all’interno dei fusti, dove le larve scavano delle gallerie che provocano l’avvizzimento e poi la morte della pianta di fava. Come nel caso degli afidi, avendo un nutrito numero di piante ospiti è preferibile effettuare un accurato controllo delle piante spontanee locali, nonché procedere all’eliminazione delle piante di fava colpite dal coleottero.
Tonchio della fava (Bruchus rufimanus)
Si tratta di un coleottero dalle dimensioni che si aggirano intorno ai 5 mm, di colore nero con delle macchie bianche. Il tonchio della fava è molto simile al tonchio del pisello, l’unica differenza consiste nella presenza di peli grigiastri con secrezioni sulle elitre.
La femmina depone le uova sui giovani baccelli, che all’interno presentano già dei semi. Le larve penetrano nel baccello di fave, si insediano singolarmente in un seme, dove compiono il loro ciclo, rispettando il tegumento seminale. Nella primavera successiva, dai semi erosi fuoriescono gli adulti. La lotta a questo tipo di insetto è particolarmente difficile, soprattutto in pieno campo.