Trattamenti bio

Funghi antagonisti: difesa biologica

Aggiornato il 25.11.2024

Funghi entomopatogeni

Quando si parla di funghi microscopici in agricoltura si pensa facilmente a quelli responsabili delle malattie delle piante, dette anche malattie crittogamiche. In realtà molti altri funghi hanno ruoli positivi nella salute delle piante. In alcuni casi operano addirittura da difensori rispetto a insetti o altri organismi nocivi.

Proprio questi funghi “buoni” possono essere sfruttati nella difesa biologica delle coltivazioni dalle malattie o dagli insetti, realizzando preparati per effettuare trattamenti eco-compatibili e assolutamente naturali. Sono microrganismi definiti funghi antagonisti, che hanno la capacità di difendere le colture da alcune malattie e parassiti e che per questo vengono utilizzati per la preparazione dei “bio-pesticidi”.

funghi antagonisti

La difesa degli ortaggi e delle piante da frutto dalle malattie e dai parassiti viene infatti realizzata mediante tante tecniche preventive e con vari prodotti ad effetto fungicida o insetticida. Tra questi sappiamo che ci sono svariate soluzioni ammesse in agricoltura biologica, come piretro, rame o zolfo. Ma oltre a queste soluzioni più note esistono altre tecniche, che possono rivelarsi anche più ecologiche, tra queste troviamo l’impiego di insetti antagonisti e anche di prodotti realizzati mediante dei particolari funghi buoni. Scopriamoli.

Funghi antagonisti: meccanismo di azione

Tra i funghi positivi che vengono utilizzati per la preparazione dei bio-pesticidi, possiamo individuare:

  • Microrganismi ad effetto fungicida, quali Thricorderma harzianum, Ampelomyces quisqualis. Può sembrare strana la possibilità di utilizzare dei prodotti a base di funghi per debellare altri funghi, in realtà ciò avviene mediante meccanismi molto naturali e abbastanza semplici.
  • Microrganismi ad effetto insetticida, ovvero i funghi entomopatogeni, come la Beauveria bassiana. I funghi entomopatogeni sono capaci di determinare delle malattie mortali agli insetti nocivi per le colture e lavorano quindi da insetticida.

Vediamo di conoscere nel dettaglio i funghi antagonisti più studiati e capire come e quando utilizzarli al meglio nella difesa biologica delle nostre colture.

Trichoderma

Il Trichoderma spp (T. harzianum, asperellum e altri ceppi) è un genere di funghi che trova applicazione per la difesa biologica da varie patologie causate da funghi presenti nel terreno, tra cui la Botrite (muffa grigia), ma anche il Phythium, varie specie di Phytophtora (agenti della peronospora), il Fusarium, la Sclerotinia e la Rhizoctonia, una patologia quest’ultima che colpisce molto le solanacee.

I prodotti a base di Trichoderma svolgono un effetto positivo sulle radici delle piante, proteggendole e stimolandone la crescita.

L’azione contro i funghi patogeni viene condotta attraverso questi meccanismi:

  • competizione per spazio e per i nutrienti, grazie anche alla rapida crescita di Trichoderma rispetto a quella di altri organismi del terreno;
  • induzione di resistenza nelle piante, attraverso la produzione di metaboliti specifici;
  • antibiosi, grazie alla produzione di altri metaboliti ad effetto antibiotico;
  • parassitismo vero e proprio di funghi patogeni.

La maggior parte dei prodotti a base di Trichoderma si distribuisce direttamente sul terreno, in diluizione in acqua, anche se bisogna vedere caso per caso. Sono efficaci se utilizzati in via preventiva, quando le piante ancora non risultano attaccate dai patogeni. Per un uso corretto ed efficace è importante leggere sempre l’etichetta del prodotto e rispettarne le indicazioni.

Il Trichoderma entra in simbiosi con le radici delle piante e le aiuta anche nell’assorbimento radicale di alcuni elementi nutritivi più difficilmente assimilabili, per esempio il fosforo, che spesso si trova nel suolo sotto forma di sali, una modalità non bio disponibile per l’assorbimento radicale.

Ampelomyces quisqualis

Si tratta di un fungo particolarmente adatto alla difesa delle colture dall’oidio.

Le sue condizioni ideali sono temperature comprese tra i 20°C e i 30 °C e la presenza di una certa umidità. In questi casi nell’arco di 24 ore riesce ad infettare i miceli dell’oidio portandoli alla morte al massimo in 3 o 4 giorni. L’Ampelomyces quisqualis è un fungo che si trova già in natura in piccole quantità, e con i trattamenti ne potenziamo la presenza in loco.

I trattamenti con prodotti a base di questo microrganismo sono efficaci sugli oidi ai primi stadi di infestazione, indicativamente con una quantità del 3% di foglie colpite da sintomi.

Sulla vite, sapendo che la presenza di oidio è praticamente una costante, conviene proprio fare trattamenti preventivi, già prima della comparsa delle classiche efflorescenze biancastre dell’oidio. L’Ampelomyces quisqualis si nutre dell’oidio senza però dover produrre al suo interno alcun meccanismo tossico.

Oltre all’efficacia sulla vite, questi prodotti si prestano bene per la difesa dell’oidio delle cucurbitacee (zucche, cetrioli, zucchine, meloni e angurie), molto frequente in estate, sulle fragole e sulle solanacee. Tra le piante ornamentali protegge anche le rose, facilmente colpite anche loro dall’oidio.

Il momento migliore per eseguire trattamenti con prodotti a base di Ampelomyces quisqualis è al mattino o alla sera, cioè nelle ore fresche.

Per quanto riguarda le dosi, è sempre opportuno rispettare le indicazioni presenti in etichetta, e a titolo di esempio, per gli ortaggi (cucurbitacee, solanacee e fragole) leggiamo una dose consigliata compresa tra 35 e 70 grammi/ettaro di coltura. Da questa indicazione si possono calcolare le dosi in proporzione alla superficie che si ha, tenendo presente che i trattamenti devono poi essere ripetuti almeno 3 volte, a distanza di una settimana. Il prodotto non ha tempo di carenza, e questo significa che potete trattare le piante di zucchina, cetrioli e fragole mentre vi stanno producendo e ne raccogliete i frutti quotidianamente.

Beauveria bassiana

La Beauveria bassiana è uno dei funghi entomopatogeni più utilizzati e noti da tempo.

La si utilizza, in vari formulati per difendere svariati ortaggi e piante da frutto da insetti come elateridi, mosca della frutta, tripidi, aleurodidi e altri ancora.

Il suo meccanismo di azione è per contatto: le spore germinano nella cuticola degli insetti colpiti, le sottili ife fungine penetrano nel loro corpo, e le tossine che vengono iniettate li portano alla morte nell’arco di 3-5 giorni.

Approfondimento: la beauveria bassiana

beauveria bassiana

Benché si tratti di un prodotto di origine naturale, anche in questo caso è doveroso leggere attentamente le informazioni presenti in etichetta o sulle schede tecniche al fine di farne un uso corretto.

Per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti fitosanitari ad uso professionale, sebbene si tratti in questo caso di prodotti ecocompatibili e ammessi anche nella difesa biologica, è necessario avere il “patentino”, che si ottiene con la frequentazione di un corso di 20 ore con esame finale.

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