Difesa frutteto

Insetti e parassiti del nocciolo

Aggiornato il 22.11.2024

nocciole in maturazione
nocciole in maturazione

Il nocciolo è una specie che per la sua rusticità ed adattabilità si trova allo stato spontaneo in vari ambienti collinari e di bassa montagna, ma viene anche coltivata per reddito o in ambito privato e si presta al metodo agricolo biologico.

Per quanto sia elastica nell’accettare diverse situazioni pedologiche, la pianta delle nocciole può soffrire nei terreni troppo asfittici e a volte può essere attaccata da alcuni parassiti animali.

Vediamo quali sono i principali insetti e parassiti che minacciano il nocciolo, anche se i danni seri sono rari perché non è una specie particolarmente delicata.

Eriofide del nocciolo

Si tratta di un acaro che colpisce in particolare le gemme del nocciolo, elette a suoi siti di svernamento. La presenza di questo piccolo insettino si riconosce per le dimensioni che assumono le gemme. Le gemme attaccate dall’eriofide infatti assumono un aspetto anomalo, ingrossando rapidamente e diventando di colore rossiccio, cadendo infine precocemente senza poter dare vita a rami. Essendo un acaro, sono efficaci dei trattamenti a base di zolfo, previa lettura attenta delle indicazioni riportate sulla confezione del prodotto. Sono suggeriti fino a 2-3 trattamenti (al bisogno) tra aprile e giugno, ovvero nel periodo in cui gli eriofidi vanno proprio in cerca delle gemme neoformate.

Agrilo

Gli adulti di questo insetto compaiono attorno alla metà di maggio, deponendo le loro uova di colore bianco-arancio sulla corteccia del tronco o dei rami del nocciolo. Le larve che fuoriescono dalle uova scavano gallerie nel legno, danneggiando i vasi interni e causando di conseguenza l’ingiallimento della chioma e la caduta anticipata delle foglie. I rami colpiti dall’agrilo mostrano un caratteristico rigonfiamento a spirale e si ricoprono di secrezioni biancastre. La pianta colpita in modo grave difficilmente recupera, per questo è molto importante individuare i primi sintomi e potare tutte le parti colpite eliminandole dal frutteto o noccioleto e liberandosi così dalla presenza dell’agrilo.

Balanino

L’adulto del balanino è un insetto di colore marrone, è munito di un lungo rostro, cioè una sorta di becco grazie al quale la femmina può perforare il guscio delle nocciole in via di maturazione, e quindi ancora tenere, per deporvi le uova. Dall’uovo nasce una larva che inizia a vivere a spese del seme, da cui esce solo a maturità per cadere a terra per lo svernamento. Trattamenti naturali a base del fungo entomopatogeno Beauveria bassiana fatti in autunno possono aiutare a contenere gli attacchi di questo insetto restando nell’ambito dei metodi biologici.

Cimice del nocciolo

Il nocciolo può essere colpito da vari tipi di cimice: dalla cimice verde, dalla cimice marrone e da qualche anno anche dalla temuta cimice asiatica. I danni che le cimici possono arrecare sono di vario tipo: se pungono il frutto nelle prime fasi della sua formazione, ne bloccano lo sviluppo e la nocciola cade a terra precocemente. Se lo pungono invece più tardi, quando il seme si è già in parte formato, provocano il cosiddetto “cimiciato”, ovvero imbrunimenti della polpa, macchie biancastre e soprattutto un grave scadimento qualitativo e peggioramento del sapore delle nocciole, che le rende inutilizzabili.
Contro la cimice asiatica c’è da sperare che i lanci dei nemici naturali (vespa samurai) in vari siti che vengono individuati dai Servizi Fitosanitari delle singole Regioni, confermino il successo che sembrano avere. I singoli agricoltori o chi coltiva per passione possono proteggere le piante con reti antinsetto.

Popilia japonica

La Popolia japonica è un colettero di colore verde metallico-bronzeo originario del Giappone, rinvenuto in Italia per la prima volta nel 2014 nel parco del Ticino. Si tratta di una specie estremamente polifaga, si trova tra giugno e settembre e tra le specie vegetali coltivate e spontanee che attacca, divorandone le foglie fino alle nervature, c’è anche il nocciolo. Il guaio è che non ha predatori naturali nelle nostre zone, si è particolarmente diffusa in Piemonte e in Lombardia, dove si sono sperimentate trappole e trattamenti con nematodi entomoparassiti, con una ricerca che va tuttora avanti. Per ridurre i danni si può trattare con il caolino, quest’ultimo un minerale argilloso finissimo bianco che crea una patina sulle foglie ad effetto fagodeterrente (ovvero inibisce l’alimentazione) verso l’adulto della Popilia. Il caolino, così come altre farine di roccia, è un corroborante, ovvero un prodotto in libera vendita e che potenzia le difese naturali delle piante. Non essendo un fitofarmaco, non è necessario avere il “patentino” per acquistarlo ed utilizzarlo.

Rodilegno

I rodilegno sono lepidotteri che allo stadio di larva scavano gallerie nei rami e nelle branche, e possiamo riconoscere la loro presenza notando rosura di legno ed escrementi fuori dai fori di penetrazione. Per limitare la sua presenza è utile posizionare dei nidi artificiali per favorire i picchi, uccelli che si cibano di queste larve. Trattamenti ecologici diretti si eseguono con prodotti a base di Bacillus thuringiensis kurstaki, registrati sul noccioli contro tentredini e tarlo.

Cocciniglie

Sono piccoli insetti a scudetto rigido che si attaccano ai rami pungendoli e succhiandone la linfa. Se l’infestazione di cocciniglia riguarda poche piante è possibile spazzolare i rami con strumenti metallici, altrimenti si possono fare irrorazioni con macerati di felce o trattamenti con oli minerali, ammessi in agricoltura biologica anche se sono comunque dei derivati del petrolio.

Ifantria o bruco americano

E’ un lepidottero defogliatore che assomiglia alla Processionaria del pino, ma che risulta innocuo per uomo e animali e che per quanto polifago non attacca le conifere. L’ifantria è diffusa soprattutto nel nord Italia e qui di solito gli inverni abbastanza freddi riescono a contenere la sua presenza uccidendo molte forme svernanti, ma le temperature più miti che si sono registrate negli ultimi anni probabilmente non hanno aiutato come fattori limitanti. Il danno che le larve di bruco americano compiono è la scheletrizzazione delle foglie, di cui risparmiano solo le nervature lasciandovi sopra tutta la tela e gli escrementi. L’ifantria colpisce anche il nocciolo ma le sue specie preferite sembrano essere il gelso e l’acero americano, considerate quindi piante spia per questo parassita. Per controllarlo bisogna eliminare e distruggere i rami colpiti e pieni di larve e trattare con Bacillus thuringiensis kurstaki, meglio se in orario serale e tempestivamente perché questo prodotto ecologico è più efficace sulle larve giovani.

Afidi

Immancabilmente, vi sono specie di afidi che attaccano anche il nocciolo. I sintomi dei loro attacchi sono comuni a quelli degli altri afidi, ovvero suzione di linfa ed emissione di tanta melata. Contro gli afidi in genere è sufficiente irrorare del sapone disciolto in acqua, più volte a seconda del bisogno.

Lepri e mini lepri

Le piante giovani da poco messe a dimora in certe zone rischiano di essere brucate dalle lepri o dalle mini lepri, attratte dai giovani germogli. Una protezione sufficiente è rappresentata dagli anelli di rete messi provvisoriamente attorno a tutti i giovani esemplari di nocciolo.

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