Irrigazione
Impianto di irrigazione a goccia per l’orto
Quando parliamo di come bagnare l’orto consigliamo sempre di allestire un impianto di irrigazione a goccia, per rispondere alle necessità irrigue degli ortaggi, delle piante da frutto e dei piccoli frutti.
In questo articolo troverete dei consigli pratici su come realizzarlo. Una piccola guida di base per orientarsi su come allestire l’impianto con ala gocciolante, nella scelta dei materiali e nel progetto.
L’irrigazione a goccia, o microirrigazione, è un metodo molto pratico per irrigare e che porta diversi vantaggi anche dal punto di vista agronomico. Vale la pena quindi prenderlo in considerazione anche per un piccolo orto, a maggior ragione al crescere della superficie da irrigare.
Vantaggi dell’irrigazione a goccia
L’irrigazione è un aspetto cruciale per la maggior parte delle coltivazioni, importante per il frutteto, soprattutto in presenza di piante giovani, fondamentale per orto e piccoli frutti. Solo poche piante da orto possono farne a meno, esclusi i cereali invernali. Se la primavera si caratterizza per piogge ben distribuite possiamo evitare di irrigare alcune colture, come i piselli, le cipolle e le patate, ma è una condizione che purtroppo con i cambiamenti climatici in atto è sempre più rara e difficile da prevedere.
Per tutto il resto è necessario integrare le precipitazioni con interventi di irrigazione, e farlo mediante tecniche sostenibili come l’irrigazione localizzata ad ala gocciolante è sicuramente una scelta corretta.
Prima di addentrarci in come progettare un impianto a goccia e che cosa bisogna acquistare per realizzarlo, ricordiamo brevemente quali sono i vantaggi. Grazie all’impianto a goccia, detto anche di “microirrigazione”, si ottengono:
- Risparmio idrico, aspetto dai risvolti economici ed ecologici.
- Alta efficienza di irrigazione, perché l’acqua scende lentamente dai gocciolatori e si rende disponibile alle radici senza sprechi.
- Prevenzione dalle patologie fungine, in confronto all’irrigazione per aspersione che, annaffiando, bagna steli e foglie delle piante, favorendo quel microclima umido molto gradito ai funghi patogeni.
- Risparmio di tempo se paragonato all’uso dell’annaffiatoio per bagnare.
- Possibilità di programmare le irrigazioni anche nel caso di nostra assenza di più giorni.
In poche parole l’impianto a goccia ci permette di irrigare l’orto nel modo migliore (approfondimento: come e quanto bagnare l’orto).
Video tutorial per realizzare l’impianto
Vediamo come realizzare un impianto a goccia, con Pietro Isolan.
Materiali necessari
L’acquisto iniziale di tutto il materiale per un buon impianto a goccia può comportare una spesa non banale, il costo effettivo dipende molto dalle scelte che si compiono.
Un impianto a goccia ben studiato può durare diversi anni, richiedendo solo alcune sostituzioni di pezzi che si rompono e per questo in genere si rivela un ottimo investimento.
Vediamo quindi da che cosa cominciare: quali sono gli elementi basilari per realizzare la nostra microirrigazione e che caratteristiche devono avere i vari materiali.
La fonte di acqua
Innanzitutto, bisogna capire quale sia la fonte di acqua principale, da cui far partire tutto quanto.
- Rubinetto vero e proprio, collegato alla rete idrica. In questo caso beneficiamo di acqua sempre a disposizione, che esce dal rubinetto con una pressione data.
- Cisterne di raccolta di acqua. Può essere un modo ecologico di recuperare e utilizzare l’acqua piovana o semplicemente una scelta obbligata per terreni non collegati alla rete idrica. In questo caso la pressione necessaria per mandare l’acqua nel tubo principale può essere data dal dislivello, se le cisterne si trovano più in alto rispetto al piano dell’orto. In alternativa si dovrà prevedere l’impiego di una pompa.
Al rubinetto primario, se vogliamo impiegarlo per altro oltre che per l’impianto a goccia, è bene inserire uno snodo che consenta di sdoppiare il flusso, da un lato direzionando al sistema d’irrigazione, dall’altro mantenendo la possibilità di accesso all’acqua diretto.
Può essere una buona scelta mettere a monte dell’impianto anche un regolatore di pressione, che eviti che improvvisi sbalzi portino un aumento di pressione nell’impianto, che potrebbe far saltare gocciolatori o snodi.
Centraline per programmare l’irrigazione
Per garantire l’irrigazione dell’orto, del giardino o del frutteto anche in nostra assenza, è possibile ricorrere a centraline che permettono di automatizzare l’irrigazione. Si possono trovare diversi modelli di centralina per irrigazione a goccia, oggi esistono anche dispositivi dotati di wi-fi, gestibili direttamente dallo smartphone.
Una buona centralina può avere anche sensori di pioggia, in modo da evitare di sprecare acqua attivando l’impianto quando non serve.
La centralina per l’impianto a goccia non è essenziale, rappresenta una comodità e ci permette anche di bagnare l’orto in nostra assenza, ad esempio durante una vacanza. Senza centralina con timer sarà nostro compito aprire il rubinetto generale ogni volta che serve irrigare.
Ad esempio questa è una buona centralina basica, economica ma che non consente il collegamento a sensori di pioggia, questa è una centralina più evoluta, collegabile al suo sensore di pioggia (da acquistare a parte).
Tubo portante
Il tubo principale è quello che collega la fonte dell’acqua ai tubi che portano l’acqua alle singole sezioni di orto o frutteto. Deve essere abbastanza largo di diametro, poiché dovrà alimentare tutti gli altri tubi. In fondo sarà adeguatamente chiuso da un tappo ben fissato.
Attacco di base o “a staffa”
Al tubo principale si collegano i vari tubi tramite attacchi a staffa, che devono essere scelti in base al diametro di entrambi i tubi. In genere si collegano mediante uscite filettate. Può essere necessario usare il trapano per fare il buco che serve a fissare l’attacco al tubo principale.
Tubi non forati
I tubi non forati sono tubi di collegamento, che partono dal tubo principale e portano acqua ai tubi forati che dispensano l’acqua sul suolo di una determinata parcella. Rispetto a questi ultimi, i tubi non forati saranno necessari in quantità sicuramente ridotte.
Attacchi a T e a gomito
Per collegare i tubi non forati a quelli forati sono necessari degli appositi attacchi:
- Attacchi a T, con due uscite, e quindi che collegano due tubi forati.
- Attacchi ad angolo/curva, detti “a gomito”, quindi con un’uscita, ideale per i tubi da mettere più esternamente nell’aiuola o nello spazio in questione.
Rubinetti
I rubinetti sono fondamentali perché servono ad aprire e a chiudere la fornitura di acqua verso un tubo o una serie di tubi. Ci permettono ad esempio se abbiamo una parcella di orto momentaneamente a riposo di escluderla dall’irrigazione senza dover fare modifiche all’impianto.
Questi rubinetti devono essere adattabili al diametro dei tubi che andremo a collegare, in genere 16 mm o 20 mm, e i tubi vi si collegano manualmente spingendo per inserirli ed eventualmente allentando la plastica con la fiamma di un accendino.
Tubi forati o “ala gocciolante”
L’impianto di irrigazione a goccia deve il suo nome al fatto che l’acqua viene distribuita gocciolando da piccoli fori presenti nei tubi. Possono essere semplici buchini oppure appositi gocciolatoi applicati.
Si definisce ala gocciolante il tubo già predisposto di fori a distanza regolare. In un contesto di orto può essere comodo disporre di ala gocciolante e non dover effettuare i buchi, mentre in caso di piante da frutto distanziate e perenni può valer la pena praticare fori personalizzati lungo il tubo, in modo da scegliere il punto di gocciolamento in corrispondenza della pianta da bagnare.
I tubi forati sono quelli da cui, per l’appunto, esce l’acqua a gocce più o meno frequenti e grandi. Di tubi forati se ne trovano di vari tipi e prezzi. Possiamo scegliere tubi piuttosto rigidi, sicuramente più duraturi, facciamo solo attenzione che pieghe o curve troppo brusche possono determinare strozzature. Tubi più flessibili e morbidi sono in genere più economici, ma anche più facili a rompersi, in genere li vediamo piatti, schiacciati: si aprono al passaggio dell’acqua al loro interno.
Tappi o chiusure fai da te
I tubi gocciolanti devono essere chiusi alla fine dell’aiuola o del filare da irrigare. A tale scopo possiamo mettere dei veri e propri tappi della misura adatta oppure, se i tubi sono del tipo più flessibile, possiamo ripiegare la fine su se stessa e fissarla con un filo metallico in una soluzione fai da te ugualmente funzionale.
Cavallotti
Quando stendiamo i tubi possiamo impiegare dei cavallotti per picchettarli nel terreno e tenerli fermi. Possiamo anche scegliere di interrare parte o tutto l’impianto, scavando una trincea poco profonda. La soluzione dell’impianto interrato in genere non è ideale nell’orto dove spesso si modificano le aiuole e si lavora il terreno, si usa piuttosto nel giardinaggio ornamentale, dove non vedere i tubi ha anche un pregio estetico.
Kit per irrigazione a goccia
Esistono dei kit preconfezionati per realizzare l’impianto di irrigazione a goccia su piccole superfici, che contengono i materiali necessari. Prima di acquistarli è importante capire se le misure dei tubi e il numero di raccordi sono consoni alle nostre esigenze. Può essere comunque un buon metodo per avere senza troppi ragionamenti una base di partenza di elementi con cui costruire il proprio sistema di microirrigazione.
Meglio scegliere comunque kit di aziende conosciute, che possono fornire anche elementi aggiuntivi per effettuare modifiche o ampliamenti, e in futuro sostituzioni di eventuali pezzi danneggiati. Ad esempio questo kit di Claber.
Progettare l’impianto
Prima di comprare il materiale è importante progettare l’impianto: bisogna creare una piantina del terreno da irrigare, dove prevedere le varie aiuole dell’orto (o le posizioni delle piante in caso di colture perenni).
Si sceglie quindi dove mettere il tubo centrale, le diramazioni secondarie e le ali gocciolanti che distribuiranno acqua. Con un corretto progetto possiamo stabilire quanti metri di tubi ci occorrono, quanti snodi e rubinetti.
Vediamo con che criterio decidere quanti tubi mettere e che distanza mantenere tra un tubo e l’altro.
Nell’acquisto è utile stare un po’ larghi e avere materiale per fare piccole modifiche, anche in corso d’opera. Con l’impianto realizzato infatti dovremo verificare che la pressione sia corretta ed eventualmente trovare soluzioni per l’insufficiente pressione nei tubi.
Quanti tubi mettere
La scelta di quanti tubi mettere e a quali distanze può essere organizzata secondo diversi criteri.
Ad esempio:
- In base alla coltura specifica che occupa il terreno, mettendo un tubo per ogni filare. Questa scelta è ottima per le colture perenni come i piccoli frutti, le piante da frutto e le aromatiche, mentre per alcuni ortaggi può risultare un po’ vincolante, ma comunque sempre la scelta migliore. Ad esempio, se si trapiantano zucche, meloni, angurie e zucchine tenendo una congrua distanza tra le file (circa 1,5 metri o più), conviene stendere un tubo per ciascuna fila, anche se successivamente, una volta terminato il ciclo di quelle colture, sarà necessario riadattare l’impianto. La nuova coltura che seguirà infatti probabilmente avrà file più ravvicinate.
- In funzione delle aiuole dell’orto. Con l’orto suddiviso in aiuole permanenti, il numero di tubi potrebbe variare tra 2 e 3 per ogni aiuola a seconda della loro larghezza (di solito la parcella è larga tra gli 80 e 110 cm), in questo modo sistemiamo un impianto indipendentemente dalle colture che vi si alterneranno sopra. Questo rende possibile organizzare rotazioni sulle aiuole che non siano vincolate dalle distanze dei tubi e non impongano modifiche all’impianto di irrigazione ogni volta.
La distanza tra i tubi dipende dal terreno
Il tipo di terreno può incidere molto sulla scelta di quanto distanziare i tubi forati tra loro.
Infatti, in un terreno tendenzialmente sabbioso l’acqua tende a scendere rapidamente verso il basso, mentre in un suolo ad alto contenuto di argille l’acqua si espande maggiormente anche in orizzontale. Quindi su un suolo sabbioso sarà necessario tenere i tubi più ravvicinati rispetto a quello che si può fare su un suolo argilloso, e ci sono poi tutti i casi intermedi.
Pressione dell’acqua e lunghezza dei tubi
L’impianto a goccia distribuisce l’acqua in tutto l’orto in maniera capillare grazie alla pressione presente nei tubi.
Dobbiamo quindi assicurarci che alla fonte l’acqua entri nell’impianto con una buona pressione. La lunghezza dei tubi è un fattore importante: più i tubi sono lunghi e più andiamo a disperdere pressione. Se la pressione è troppo bassa l’acqua non si distribuisce in modo uniforme ed è probabile che nei punti più distanti dalla partenza ne arrivi una quantità scarsa.
Lo si può notare osservando lo stato di umidità del suolo in quei punti e la crescita degli ortaggi.
Se l’orto è molto grande e non abbiamo pressione sufficiente per garantire una distribuzione corretta in tutto l’impianto si può valutare di formare aiuole più numerose e più corte, in modo da irrigarle uniformemente ma a gruppi alternati. In questo caso servirà un numero maggiore di attacchi e di rubinetti.
Esistono anche dei riduttori di pressione che possono essere messi in determinati punti, in modo da controllare che la pressione dell’impianto sia maggiormente uniforme.