Metodi di coltivazione
Sinergia in campo: cominciamo a coltivare
Negli articoli precedenti abbiamo visto come preparare il terreno, costruire i bancali, installare l’impianto di irrigazione e pacciamare l’orto. Ma ora comincia davvero l’avventura della coltivazione, piantando le colture! Scopriamo quali piante coltivare nel nostro orto sinergico e come posizionarle.
Tutti coloro che si siano messi a curiosare almeno una volta in un orto sinergico sanno che esso può assumere le sembianze di un originale e caotico giardino! Ci si troverà a camminare tra i bancali che accoglieranno, apparentemente in modo confuso, fiori profumati e erbe aromatiche tra piante di pomodori e fagioli, zucchine e cipolle.
Nell’agricoltura sinergica i tradizionali filari lasciano posto ad un turbinio di piante che fanno capolino dalla paglia e si mescolano, incontrano e sostengono a vicenda sui bancali, uno spettacolo che genera di solito un certo disagio tra quanti sono abituati a coltivare orti apparentemente delineati con la squadretta.
Ma quello che molti percepiranno a un primo sguardo come caotico, va piuttosto inteso come sinergico! Dietro quel turbinio ci sono alcune dinamiche da osservare e rispettare e, nella delicata fase dell’allestimento e dei trapianti, ci sono alcune importanti regole da seguire, a mio avviso almeno quattro.
Regola 1: (bio)diversità è ricchezza
Quando trapiantiamo le nostre colture sul bancale dell’orto sinergico, ricordiamoci che in Natura (e non solo!) la diversità e la varietà sono sempre fonte di scambio e ricchezza.
Tutti conosciamo gli effetti disastrosi delle monoculture intensive, vasti appezzamenti di terra in cui viene coltivata esclusivamente e ripetutamente una sola coltura, sia essa grano, mais o pomodoro. Quella coltura non potrà che comportarsi come un parassita nei confronti del suolo, che ne risulterà progressivamente impoverito al punto di essere privato di ogni vitalità e nutrimento. Il che condurrà all’inevitabile impiego di fertilizzanti chimici, che si accompagneranno ai necessari antiparassitari chimici e inaugureranno il circolo vizioso che fa dell’agroindustria un’attività in gran parte insostenibile.
Il peccato originale è proprio la monocoltura, l’assenza di varietà e diversità, che sono invece alla base di ogni orto sinergico, in cui è fondamentale garantire la presenza sullo stesso bancale di piante appartenenti a famiglie diverse, a mio parere mai meno di quattro. Ciascuna, infatti, “dialogherà” con il suolo in maniera differente, attingendo sostanze nutritive diverse e da diversi livelli del suolo grazie ai differenti apparati radicali e restituendo a sua volta sostanze diverse.
Si dice che in un orto sinergico non si coltivino solo le piante, ma innanzitutto la fertilità del suolo, evitando tutte quelle forzature che ne alterano il naturale processo di autorigenerazione. Io aggiungerei che noi coltiviamo in senso più ampio un equilibrio, nel suolo innanzitutto, ma anche nelle relazioni tra i diversi elementi dell’orto: tra le diverse piante, tra le piante e il suolo, tra le piante e la fauna e la microfauna e così via.
Credo che questo sia il principio fondante di ogni orto sinergico: prenderci cura della terra attraverso la sinergia di tutti gli elementi che partecipano al suo equilibrio!
Regola 2: gli ospiti fissi
Quando è il momento di trapiantare nell’orto sinergico, provo a fare l’appello di quelli che chiamo gli ospiti fissi, ovvero quelle piante irrinunciabili che in ogni bancale non devono mai mancare. Ve le presento:
- Liliacee: in ogni bancale dovrà essere sempre presente almeno una varietà di liliacea, che svolgerà una funzione antibatterica e nematodicida, formando una barriera protettiva per le altre piante.
- Leguminose: è buona abitudine coltivare sempre dei legumi, senza mai dimenticare fagioli nella stagione calda e fave nella stagione fredda. Questi, infatti grazie ad un provvidenziale batterio che cresce nelle loro radici, hanno la capacità di fissare nel suolo l’azoto atmosferico, principale nutrimento di tutte le piante.
- Aromatiche: lasciamo sempre posto a qualche pianta aromatica e officinale sul bancale, quelle che amiamo di più, che usiamo in cucina o per infusi e tisane. Piante come salvia, rosmarino, santoreggia, lavanda, timo, origano, con il loro odore pungente, infatti, offrono una valida barriera protettiva dagli insetti dannosi. La lavanda, poi, è un’attrazione irresistibile per farfalle e altri impollinatori.
- Piante fiorite: anche i fiori hanno effetti positivi sulle nostre colture, attirando insetti benefici e impollinatori e talvolta allontanando quelli ostili. Particolarmente indicati sono il tagete, che oltre ad attrarre gli impollinatori combatte nematodi e mosca bianca, la calendula, straordinario antibiotico naturale che allontana numerosi parassiti, e il nasturzio che respinge un gran numero di insetti nocivi e conferisce alle insalate un gradevolissimo gusto piccante.
Regola 3: pensiamo quadrimensionalmente!
Quando trapiantiamo le piccole piantine sul bancale, non dimentichiamo di prendere in considerazione la quarta dimensione: il tempo!
Che aspetto e che dimensione avranno queste piantine nei prossimi mesi, una volta cresciute? Se coltiviamo, ad esempio, una zucchina sul piano inclinato proprio nel punto in cui il passaggio si restringe, come faremo a passare di là una volta che la pianta sarà adulta e avrà raggiunto dimensioni mastodontiche?!
Sforziamoci di disporre le piantine immaginando quanto e quale spazio approssimativamente andranno ad occupare, in modo da garantirci sempre un’agevole accesso a tutte le aree del bancale e da raccogliere i nostri ortaggi senza dover calpestare o strapazzare le piante vicine.
In linea di principio usiamo le pareti inclinate del bancale per tutte le piante a sviluppo limitato che non creano troppo ingombro, come lattughe, carote, cavoli, ravanelli, radicchi, bietole, cicorie, ecc. Sulla parte piana del bancale possiamo invece collocare tutti gli ortaggi che crescono molto in altezza e/o che necessitano di sostegni e supporti, come pomodori, fave, melanzane, peperoni, broccoli, ecc.
Regola 4: consociazioni
Ecco la regola d’oro di ogni orto sinergico e non solo: la consociazione!
Abbiamo visto come la diversificazione delle colture sia alla base di ogni orto sinergico, così come la presenza di alcune piante che influenzano positivamente le proprie vicine, dai fiori ai legumi, dalle aromatiche alle liliacee. Ma è importante sapere che tutte le piante instaurano relazioni tra loro, grazie alle sostanze odorose emesse, a quelle prodotte dalle radici, ai diversi apporti al terreno, alle diverse esigenze in termini di nutrienti e così via.
Alla base di una corretta consociazione c’è dunque la consapevolezza che alcune piante non amano stare vicine, mentre altre si influenzano positivamente. Il nostro obiettivo è dunque di sfruttare a beneficio di alcune colture le specificità delle altre: l’effetto protettivo nei confronti di certe malattie, l’effetto repulsivo verso alcuni insetti, il fissaggio dell’azoto nel suolo e così via.
Come sempre, l’osservazione sarà la nostra principale alleata: osserviamo quali piante e dove sembrano svilupparsi al meglio e appuntiamo tutti i fattori che potrebbero aver contribuito a quella situazione favorevole (esposizione, irrigazione, ombre e anche piante vicine con cui potrebbe essersi innescata una positiva consociazione). Tuttavia, per cominciare i nostri trapianti potrà esserci molto preziosa una semplice tabella delle consociazioni: ne trovate una nel mio libro e tante altre online con una semplice ricerca su Google, e talvolta queste presenteranno addirittura qualche parere discordante!
Io preferisco condividere con voi, invece, una mappa delle consociazioni estive che ho elaborato per i bambini che partecipano ai laboratori di orto sinergico: spero la troviate non solo colorata, ma anche utile e immediata.
Articolo e foto di Marina Ferrara, autrice del libro L’Orto Sinergico