Cultivar e varietà
Origini e storia del pomodoro
Sai che il pomodoro anticamente era considerato velenoso? Scopriamo la sua storia, dalle Americhe a Pachino.
Il pomodoro (Solanum lycopersicum) è uno degli ortaggi più coltivati negli orti italiani ed è protagonista di tantissimi piatti fondamentali delle nostre tradizioni culinarie, come la pizza o la pasta al sugo. In poche parole non possiamo fare a meno di questo ortaggio.
Verrebbe da dar per scontato che in Italia i pomodori siano sempre stati conosciuti, ma non è così. La pianta infatti è di origine sudamericana ed è arrivata in Europa solo nel 1500. E come tutti i migranti nella storia anche il pomodoro ha avuto vita dura al suo arrivo, incontrando diffidenza. Nel nostro paese questa rossa verdura si è diffusa tra il 1700 e il 1800, quindi quello che consideriamo un caposaldo della nostra agricoltura è stato introdotto solo da pochi secoli. La stessa cosa è successa ad altri ortaggi importanti, per esempio alla patata.
La storia del pomodoro e delle sue origini ci insegna che l’orto è da sempre multiculturale e aperto a contaminazioni, che arricchiscono la biodiversità in campo e la gamma di sapori in cucina. Se siete curiosi proviamo quindi a indagare un poco di più, scoprendo qualcosa sulla storia dei pomodori.
Le origini della pianta
La pianta di pomodoro (Solanum lycopersicum) è originaria dell’America latina, si è sviluppata certamente in climi tropicali e in particolare nelle zone che ora corrispondono agli stati di Peru ed Ecuador, da qui fu portata in Messico dai Maya e poi largamente utilizzata dagli Atzechi. Pare che già producessero salsa con i pomodori, a cui attribuivano grandi virtù, tra le altre anche un potere afrodisiaco. I pomodori originari non erano certamente quelli che troviamo oggi nei nostri orti: noi godiamo i frutti di una lunga selezione, messa in atto per secoli dai contadini delle varie epoche, a partire proprio dagli Atzechi. Inoltre anche le diversità climatiche hanno contribuito alla trasformazione.
Il primo pomodoro selvatico era giallognolo e non rosso, sarà stato certamente caratterizzato da frutti più piccoli e in minor numero, non certo come le varietà attuali che si caricano tanto di frutti da richiedere dei tutori per sostenere i rami. Non avrà neppure prodotto grappoli regolari come nei pomodori ciliegina, che sono risultato delle selezioni in laboratorio realizzate da un’azienda sementiera di Israele.
Le origini del nome: etimologia del pomodoro
Nell’indagare la storia dell’ortaggio è istruttivo prendere in considerazione l’etimologia e andare a scoprire con quali nomi è stato chiamato e da dove derivano tali termini.
Partiamo dal nome scientifico “Solanum lycopersicum”. La prima parte “solanum” è l’indicazione del genere: infatti i pomodori sono piante solanacee, risalendo al significato solanum significa “lenire” o “curare” ed è riferito alle proprietà medicinali anticamente attribuite alle piante di questa specie. La cosa buffa è che l’attributo lycopersicum, che identifica il pomodoro, ha invece un significato opposto. Letteralmente vuol dire “pesca del lupo” (da lycos e persica): essendo considerato nocivo si pensava fosse una buona idea darlo in pasto ai lupi. Da questo nome possiamo sapere anche quali sono le due sostanze peculiari contenute nel frutto: la solanina e il licopene. Sono però le sostanze ad aver preso nome dall’ortaggio e non viceversa.
Il termine attuale invece è di facile comprensione: basta scomporre la parola “pomodoro” in “pomo d’oro“. I pomodori anticamente erano di colore giallo e hanno mantenuto il lusinghiero paragone con l’oro almeno nel nome, anche se le selezioni varietali nei secoli hanno reso la verdura di colore rosso. Non è l’unico ortaggio ad aver cambiato radicalmente tinta: le carote originariamente erano viola. Il riferimento alla bellezza del frutto non è casuale, si tratta di un nome coniato in Francia nel diciottesimo secolo, quando i pomodori erano tenuti come specie ornamentale.
Infine il nome inglese “tomato” e l’analogo “tomate“ usato anche in francese, spagnolo e portoghese, sono tutte parole che derivano direttamente dal primo nome della pianta: “xitomatl”, in uso tra gli Atzechi. Per loro il termine “tomatl” indicava molte piante dal frutto succoso e ricco di acqua, mentre xi-tomatl era proprio il nostro solanum licopersicum.
L’arrivo dei pomodori in Europa
Lo sbarco dei pomodori nel vecchio continente avviene nel 1540 in Spagna, per opera di Cortés, celebre esploratore. Agli occhi degli europei la pianta arrivata dalle Americhe era simile a una specie già conosciuta e velenosa, la solanum nigrum (erba morella). Si ritenne per associazione che anche il pomodoro non fosse commestibile. Probabilmente non si trattò solo di ignoranza: in passato i pomodori potrebbero aver avuto maggior contenuto di solanina, quindi frutti se non tossici, difficilmente digeribili. La pianta venne migliorata in seguito, per qualità e anche estetica, già nel 1572 troviamo citati pomodori di colore rosso.
Seppur non apprezzati dal punto di vista culinario i pomodori conobbero una diffusione a scopo ornamentale: mostrare piante esotiche era un vanto per i nobili, in particolare in Francia dove l’ortaggio venne piantato nel parco della reggia di Versailles per l’orgoglio del re sole.
Ci vollero due secoli per arrivare a un consumo rilevante di pomodori nel vecchio continente: fino al 1700 la diffidenza generale impedì alla verdura di diffondersi. Le carestie del 1800 furono un forte incentivo a cercare nuovi alimenti e questo permise di scoprire la ricchezza alimentare dei pomodori.
I pomodori in Italia
Il pomodoro approdò in Italia poco tempo dopo il suo arrivo in Spagna, visto che gli spagnoli avevano possedimenti nel nostro paese e intrattenevano ottimi rapporti con le varie signorie e con l’impero borbonico. L’arrivo a Firenze di un cesto di pomodori alla corte di Lorenzo il magnifico è datato 1548. Anche in Italia però i pomodori affrontarono un lungo periodo di diffidenza. Essendo un paese diviso in ducati e signorie i nuovi ortaggi arrivarono qua e là, in modo non omogeneo, raggiungendo non tutte le zone.
Il nostro clima è favorevole a questa coltura, per cui rispetto ad altri paesi d’Europa siamo stati più rapidi nell’assimilare i pomodori nella nostra cucina. Nel sud Italia si cominciarono relativamente presto i primi esperimenti culinari, in particolare in Sicilia e Campania. Un forte impulso alla diffusione dei pomodori fu l’impresa dei mille di Garibaldi, che attraversarono tutta l’Italia diffondendo l’interesse per i pomodori anche al nord.
La storia del pomodoro in Italia è una storia fatta di tante piccole storie locali, è curioso approfondire anche le origini di alcune famose varietà di pomodoro.
Non è semplice e spesso non esistono testimonianze che ci permettono di risalire all’origine esatta di una determinata cultivar, alcuni pomodori, come i cuori di bue, sono stati coltivati in diversi punti e non è possibile ricostruire la loro genealogia. Qui di seguito vi racconto da dove arrivano due varietà: una è molto antica, mentre l’altra è decisamente più recente.
Le origini dei pomodori San Marzano
La varietà San Marzano è certamente una delle più celebri tipologie di pomodoro da salsa, deriva da un paesino della Campania, San Marzano sul Sarno, dove fu seminato per la prima volta. Si narra che la semente fu un regalo arrivato direttamente dal viceré del Peru nel 1770, destinato al regno di Napoli.
La cultivar originale San Marzano si è estinta, falcidiata da malattie virali, oggi resistono alcune varietà che ne conservano parte del patrimonio genetico e sono ammesse per la produzione di pomodori DOP. Si tratta comunque di un tipo di pomodoro con radici molto antiche, anche se certamente nei secoli si è evoluta e trasformata. Chissà quante differenze tra la salsa di pomodori atzeca e quella odierna dei San Marzano.
La storia dei pomodori ciliegino di Pachino
Se il San Marzano è una cultivar antica, tramandata da prima del 1800, all’opposto i pomodori ciliegina di Pachino sono nati in anni molto più recenti e sono varietà sviluppate in laboratorio.
Pachino è un paese siciliano, dal clima particolarmente invitante per le piante di pomodoro, qui nel 1989 un’azienda di semi israeliana portò alcune varietà nuove dette Noemi e Rita, che prevedevano pomodorini di piccole dimensioni, nel caso del Rita a grappolo. Proprio dalla varietà rita israeliana deriva il rinomato pomodino Pachino. Il pomodoro ciliegino è oggi una delle varietà più amate di pomodoro.