cavolo coltivato nell'orto

Coltivare i cavoli

Aggiornato il 20.11.2024

Cavoli Brassica oleracea

  • Famiglia Crucifere
  • Distanza di trapianto 70x40 cm
  • Esposizione solare 2/5
  • Fabbisogno idrico 3/5
  • Difficoltà di coltivazione 3/5

Parliamo di coltivazione dei cavoli, un gruppo di ortaggi molto vasto appartenente alla ricca famiglia delle Crucifere o Brassicacee. Sono ortaggi che possiamo ritrovare nell’orto quasi tutto l’anno ma sono certamente tra i protagonisti assoluti dell’orto autunnale e invernale.

Pur essendoci tipi di cavolo molto diversi tra loro nell’aspetto, sono piante con molte caratteristiche comuni e quindi possiamo dare una serie di indicazioni di coltivazione valide per tutti quanti.

cavolo coltivato nell'orto

Con una base generale sulla coltivazione di tutti i cavoli, sarà poi più semplice scendere nei dettagli specifici che riguardano le singole tipologie e varietà di cavolo.

Quali cavoli coltivare

I diversi cavoli in realtà non sono tutte specie diverse, in gran parte sono tutte varietà che appartengono alla stessa specie, che è Brassica oleracea, ci sono alcune eccezioni, come i cavoli cinesi, Brassica rapa var. chinensis e Brassica rapa var. pechinensis. Nella famiglia delle Crucifere o Brassicacee ci sono poi altre piante come rucola e rapanelli che non elenchiamo tra i cavoli.

Ecco un elenco di cavoli ottimi da coltivare nell’orto (cliccando sul nome si possono leggere indicazioni specifiche di coltivazione.

Clima e periodo in cui coltivare cavoli

I cavoli si adattano bene al clima di tutta Italia e sono coltivabili praticamente ovunque. Non richiedono temperature alte per svilupparsi e per questo sono associati all’orto autunno-invernale, anche se molti di essi possono essere coltivati quasi tutto l’anno.

Basti pensare al cavolo cappuccio e al cavolo rapa, che possono trovarsi nell’orto dalla primavera fino all’arrivo dei primi freddi invernali, con una scalarità di semine e trapianti molto ampia. Esistono anche varietà di verze estive e di broccoli adatti alla primavera, che consentono di coltivare questi ortaggi anche fuori dai periodi più classici.

Resistenza al freddo invernale

Per quanto riguarda l’adattabilità al freddo invernale, il cavolo nero di Toscana e la verza sono i più resistenti, in virtù delle loro spesse foglie bollose. Anche i cavolini di Bruxelles hanno una buona tolleranza a basse temperature, mentre cappucci, broccoli e cavolfiori devono sicuramente essere raccolti prima delle gelate.

Però la loro resistenza dipende anche dalla fase in cui si trovano. Per esempio, i cavolfiori possono anche resistere fino a -5°C ma solo finché non hanno emesso l’infiorescenza, dopodiché subiscono danni già a 0°C, e un comportamento simile lo ha il broccolo. Il cavolo cappuccio continua a crescere finché le temperature sono oltre i 5 °C, con temperature inferiori si blocca e a 0°C la pianta può morire.

Terreno adatto ai cavoli

Per quanto riguarda il terreno, i cavoli prediligono un ambiente ricco di sostanza organica e ben lavorato, meglio se con pH vicino alla neutralità o leggermente alcalino.

Un pH acido del suolo è una condizione predisponente l’ernia del cavolo, malattia grave per queste piante e non curabile con trattamenti ma solo con ampie rotazioni.

Seminare e trapiantare piantine di cavolo

piantina di cavolo

Tutti i cavoli si mettono nell’orto con la tecnica del trapianto, acquistando piantine provviste solitamente di un proprio panetto di terra.

Per le produzioni autunno- invernali il periodo indicato per il trapianto è luglio-agosto e di conseguenza per la semina in semenzaio bisogna anticipare di un mese o anche 40 giorni.

Il semenzaio estivo differisce da quello di inizio primavera perché di solito il caldo estivo e l’insolazione impongono l’allestimento di una rete ombreggiante. Per la semina di piantine dei cavoli primaverili si può iniziare già da febbraio, prima di quella dei pomodori.

Sesto di impianto

I cavoli sono piante abbastanza ingombranti nell’orto e necessitano di spazio, ma non tutte hanno lo stesso sviluppo.

Ecco le distanze indicative tra le varie piante di cavolo che possiamo piantare:

  • Cavoli che richiedono più spazio (60-70 cm di distanza circa): broccoli e cavolfiori.
  • Cavoli con distanze intermedie (50 cm di distanza circa):  verze, cappucci e cavoli di Bruxelles.
  • Cavoli meno esigenti (30-40 cm di distanza): cavolo nero di Toscana, Kale e cavolo rapa.

Concimazione

I cavoli sono piante esigenti in termini di nutrimento, e richiedono molto azoto, ma anche zolfo e calcio.

Non è necessario ricorrere a concimi chimici granulari, questi ortaggi possono dare buone produzioni come quantità e qualità anche con prodotti di origine naturale per una coltivazione del tutto ecosostenibile, come letame, compost e humus di lombrico.

Se i trapianti avvengono in estate la concimazione dipende anche da quanto era stato distribuito per le colture precedenti all’inizio della primavera, quando probabilmente era stato utilizzato il compost maturo. In genere una distribuzione moderata di un concime organico misto è molto utile prima del trapianto dei cavoli.

Aggiunte di calcio possono provenire dalla distribuzione di cenere di legna o di farine di alghe calcaree, tra i fertilizzanti di origine naturale. Ulteriori apporti di nutrienti, soprattutto di azoto, possono provenire da concimi liquidi di origine naturale, da sciogliere per esempio nell’acqua dell’annaffiatoio, alle dosi e alle frequenze indicate sui flaconi.

Irrigazione dei cavoli

L’irrigazione non deve mai mancare alle piante di cavolo, soprattutto se trapiantate in luglio o agosto, con il caldo e spesso anche la siccità che non danno tregua. Quando le piantine sono ancora giovani devono essere irrigate con maggiore frequenza, ma non necessariamente ogni giorno, a volte basta a giorni alterni. L’importante è che non arrivino mai ad avere un aspetto appassito.

Orti di piccole dimensioni possono anche essere irrigati con l’annaffiatoio e allora in questo caso si può utilizzare acqua a temperatura ambiente, lasciata al sole in una vasca o tinozza. Per colture più estese a file conviene invece allestire un impianto di microirrigazione, da usare di solito fino a settembre compreso. Lo stesso vale per le coltivazioni di cavoli primaverili.

Difesa biologica

Per mantenere sane le piante di cavolo sono necessari alcuni accorgimenti, in particolare nel controllo di insetti come le larve di cavolaia, che possono mangiare le foglie fino a distruggere l’intera pianta. Scopriamo quali parassiti e quali malattie sono più comuni e come difendere le coltivazioni di cavolo con metodi naturali.

Parassiti comuni dei cavoli

larva di cavolaia su foglia di verza

I cavoli vengono attaccati da parassiti comuni, insetti fitofagi che amano cibarsi di piante di tutto questo gruppo.

Tra gli insetti dannosi alle piante di cavolo citiamo in particolare i più noti:

Cavolaia e altri bruchi (nottue, tignola): benché diversi tra loro, provocano danni simili che consistono nell’erodere le foglie, mangiandole, quando si trovano allo stadio di larve. L’eliminazione manuale, praticata con costanza, in genere è risolutiva per piccole produzioni. L’importante è ispezionare le piante in modo minuzioso, controllando anche la pagina inferiore delle foglie.

Come deterrente consigliamo farine di alghe o di rocce, da sciogliere in acqua e irrorare su tutte le piante. Per questi insetti la patina che resta sulla vegetazione dopo questi trattamenti è molto fastidiosa.

Volendo realizzare dei trattamenti, sono utili i prodotti a base di Bacillus thuringiensis, molto selettivo contro lepidotteri nocivi.

La cavolaia appare in estate e se non è controllata continua a fare danni per tutto l’autunno, quindi è importante tenere le piante monitorate con regolarità.

Cimici rosse e nere: compaiono già in primavera, possono essere anche molto numerose sui cavoli e provocare quelle tipiche erosioni sotto forma di punteggiature ingiallite. Le piantine piccole possono essere anche del tutto compromesse da questi attacchi, per cui serve un controllo molto frequente con eliminazione manuale, e si può provare ad allontanarle con estratti di ortica.

Mosca del cavolo: questo insetto attacca le radici dei cavoli quando è allo stadio di larva, ed è un po’ difficile rendersi conto della sua presenza. Quando si nota che le piante appassiscono nonostante la disponibilità idrica bisogna fare una prova estraendo una pianta.

Altiche: le altiche attaccano facilmente altre brassicacee, come rucole e ravanelli, ma non disdegnano anche i cavoli, soprattutto quelli cinesi. Possiamo sfuggire ai loro attacchi mettendo del tessuto non tessuto sopra le piantine appena trapiantate.

Afidi: in particolare i cavoli sono attaccati dall’afide ceroso, che oltre a succhiare la linfa può trasmettere il virus del mosaico e quello della maculatura anulare nera. Il prodotto più semplice per debellarli è il sapone disciolto in acqua e irrorato su tutte le parti attaccate.

Malattie comuni dei cavoli

Anche le malattie fungine sono comuni e riconoscibili su vari tipi di cavolo. Abbiamo già citato l’ernia del cavolo parlando di pH del suolo, citiamo ora due delle più comuni patologie di queste piante da orto crucifere:

  • Alternariosi: si tratta di una patologia fungina che causa macchie sulle foglie e anche sulle infiorescenze dei cavolfiori.
  • Peronospora: il fungo provoca sulle foglie delle macchie delimitate dalle nervature principali ed è favorito da condizioni climatiche fresche e umide.
  • La migliore prevenzione contro queste avversità fungine è l’adozione di rotazioni ampie tra tutti i tipi di cavolo e ortaggi di altre famiglie botaniche. Inoltre, è molto importante non bisogna lasciare i residui colturali a decomporsi nell’orto perché sono veicolo di ulteriori infezioni: è meglio compostarli nel cumulo. Infine, ricordiamo che un uso regolare di corroboranti come le farine di roccia, la lecitina o la propoli possono aiutare molto nel prevenire le patologie fungine.

Coltivare cavoli sul balcone

I cavoli si possono anche coltivare in vaso. Sicuramente non sono tra le piante più proficue per una coltivazione in spazio limitato come il balcone, visto che ad esempio una pianta di cavolfiore produce un solo cavolfiore e impegna un vaso di notevole dimensione. Da questo punto di vista kale e cavolo nero sono le varietà più adatte.

Il vaso corretto per i cavoli è di buona dimensione, profondità di almeno 25 cm e diametro intorno ai 30 cm. La coltivazione segue le stesse accortezze richieste nell’orto, con una particolare attenzione a irrigare in modo regolare ma senza eccesso e a mantenere un terriccio ricco e organico, eventualmente con qualche intervento di concimazione, anche con prodotti liquidi da sciogliere nell’annaffiatoio.

Raccogliere i cavoli

cavolfiore

Il momento della raccolta dei cavoli differisce tra le diverse varietà di cavolo, e anche tra le cultivar, perché ve ne sono di precoci, di medie e di tardive. Si inizia in genere dopo 70 giorni dal trapianto per arrivare anche oltre i 100.

Le modalità di raccolta differiscono in base al tipo di pianta:

  • Broccolo e cavolfiore: si deve recidere l’infiorescenza. In genere dopo la raccolta del cavolfiore, la pianta può anche essere estirpata perché non offre ulteriori ricacci, mentre del broccolo esistono molte varietà rifiorenti che emettono tanti broccolini laterali dopo il taglio dell’infiorescenza apicale.
  • Verza e cappuccio: si deve recidere la testa.
  • Cavolo nero e Kale: devono essere defogliati partendo dal basso e mai cimati. Questa accortezza ha lo scopo di prolungare al massimo l’emissione di nuove foglie dall’apice.
  • Cavolo rapa: lo si raccoglie per intero e in pratica si scartano solo le radici.
  • Cavolo cinese e pak choi: si raccoglie tutto il cespo alla base.
  • Cavolini di Bruxelles: si staccano dal fusto man mano che sono tondi e compatti.

Come anticipato sopra, tutti i resti colturali con segni di qualche patologia, o anche solo dubbi, vanno compostati accuratamente, invece che lasciati sul terreno, proprio per evitare il proliferare dei patogeni.

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