La melanzana è un ortaggio rustico e semplice da coltivare, resistente alla siccità e amante dei climi miti. Questa pianta ha un fusto robusto ed è poco soggetta alle malattie.
Insieme a patata, peperone e pomodoro appartiene alla famiglia delle solanacee, ed è conosciuta scientificamente come Solanum melongena.
Si tratta di una pianta di origine asiatica, diffusa oggi in diverse varietà, con frutti che vanno dal bianco puro al nero intenso, è una verdura interessante da portare in tavola per i suoi molti usi in cucina e le sue ottime qualità a livello nutrizionale.
Potete seminare le piante di melanzane molto semplicemente e farle crescere nel vostro orto, qui di seguito trovate nei dettagli una guida su come coltivare le melanzane secondo il metodo biologico, sempre restando sull’argomento può interessarvi anche qualche consiglio su come scegliere le migliori varietà di melanzana per l’orto.
Chi non ha un appezzamento di terreno può valutare di tenere questa pianta orticola anche in vaso, tenendo però conto che chiede un contenitore di buone dimensioni.
Clima e terreno adatti alle melanzane
Le melanzane sono una coltura davvero resistente alle malattie, il loro maggior punto debole è legato al clima, visto che il freddo può fermare la crescita della pianta rendendola nana, mentre un eccessivo caldo blocca il raccolto: se le condizioni sono sfavorevoli è possibile infatti che si verifichi una cascola dei fiori, ovvero la caduta anormale e prematura dei fiori con conseguente perdita dei frutti. Tuttavia niente paura, è sufficiente qualche piccola accortezza per garantire una buona riuscita di questo ortaggio e si può sempre proteggere la pianta quando la temperatura è troppo alta con reti ombreggianti, quando è troppo bassa con tessuto non tessuto.
Preparare il terreno
Le melanzane richiedono un terreno ricco di materia organica e sostanze nutritive, come altre solanacee quali pomodoro e peperone sono ortaggi abbastanza esigenti. Anche il fatto che l’acqua non ristagni è importante, in particolare per una coltivazione con metodi biologici: una buona lavorazione del terreno consente di prevenire la gran parte delle patologie. Per questi motivi bisogna curare la preparazione del suolo, con una vangatura profonda, in modo da renderlo sciolto e drenante.
La concimazione all’impianto
Per una buona riuscita di questa coltura nell’orto è importante che il terreno sia fertile e ben concimato. Prima del trapianto o della semina si possono interrare dai 3 agli 8 kg di letame maturo per ogni metro quadro coltivato. Se si usano pollina o stallatico in pellett, quindi un prodotto essiccato, si può considerare un decimo di questi valori, per cui parliamo di 3/8 etti. La giusta dose di concime dipende dalle caratteristiche del suolo e da quanto l’orto sia stato sfruttato in precedenza.
Nel concimare attenzione però che non deve esserci un eccesso di azoto, per evitare la cascola dei fiori, per questo anche se il nutrimento non deve mancare occorre fare attenzione a non esagerare con il concime.
Approfondimento: come concimare le melanzane
Il giusto clima
Le melanzane sono piante abbastanza delicate dal punto di vista del clima: richiedono un’esposizione solare ottima e soprattutto bisogna prestare attenzione alle temperature. Sotto ai 9 gradi la piantina subisce stress climatico causato dal freddo e rischia di restare nana, per cui attenzione in particolare di notte. Una temperatura superiore ai 15 gradi sarà poi necessaria all’allegazione dei fiori (mutazione dei fiori in frutto), mentre temperature superiori a 32 – 33° C causano la cascola dei fiori.
Semina della melanzana
Questo ortaggio in genere si semina a marzo in semenzaio protetto, mentre il trapianto a dimora nell’orto viene fatto generalmente a fine aprile o maggio, per quanto esposto sopra riguardo alle temperature bisogna mettere le piantine in campo solo quando le temperature sono stabilmente superiori ai 9 gradi.
La semina diretta in campo è possibile ma poco conveniente perché occorre aspettare troppo a piantare e si perde parte del potenziale raccolto. Nell’approfondimento su come seminare le melanzane, si spiega nel dettaglio tutta l’operazione.
Trapianto delle piantine
Dopo aver seminato in semenzaio oppure aver comprato le piantine pronte in vivaio, occorre trapiantare in campo.
In pieno campo la melanzana si mette ad almeno 80 cm tra le file e 60 cm lungo la fila, le piante si sviluppano abbastanza e hanno bisogno di spazio e luce, per cui non conviene metterle troppo serrate.
Le fasi della coltivazione di melanzana
Le operazioni di coltivazione della melanzana da orto sono un normale controllo delle erbe infestanti, su cui la pianta comunque domina senza troppi problemi per via delle sue dimensioni. Bisogna sarchiare prevalentemente attorno alle piante giovani.
Può essere utile anche un “rinforzo” di concimazione prima della produzione dei frutti, ma facendo attenzione a non eccedere con l’azoto.
Potature, sostegni e rincalzi
Sostegni. La predisposizione di tutori per sostenere la pianta è molto utile, anche se il fusto di questo ortaggio lignifica bene ed è resistente. Alcune varietà di melanzane hanno frutti che pesano parecchio e caricano i rami di un arbusto dal fusto comunque limitato, che potrebbe piegarsi se non viene sostenuto adeguatamente. In genere si utilizzano canne di bambù o appositi pali in plastica, cui legare il fusto man mano che cresce.
Rincalzo. Un’operazione di rincalzatura leggera, riportando un poco di terra ai piedi del fusto, può essere utile a rafforzarlo e aiutare quindi i sostegni, impostando la pianta stabile e ben eretta.
Potatura. Come per i pomodori anche nel caso della melanzana vanno eliminati i germogli ascellari, per ottimizzare la produzione della pianta. Non si tratta di una vera e propria potatura, questa operazione viene chiamata in diversi modi in base alle zone (scacchiatura, sfemminiellatura, …).
Approfondimento: come potare le melanzane
Si può anche approfondire leggendo l’articolo che parla di sfemminellatura del pomodoro, essendo un’operazione analoga.
Quanto e quando irrigare
La pianta della melanzana è resistente alla siccità perché ha un apparato radicale che si spinge molto in profondità. L’irrigazione deve essere progressiva, ideale utilizzare un impianto d’irrigazione a goccia.
La melanzana ama comunque anche quella a pioggia, che tiene lontano il ragnetto rosso, a differenza di peperone e pomodoro in cui irrigare a pioggia favorisce la peronospora.
Rotazione delle colture
La rotazione delle coltivazioni è una pratica molto importante nell’orto biologico. Si sconsiglia di non coltivare la melanzana in seguito a un’altra pianta della stessa famiglia, quindi non deve seguire altre solanacee (ovvero peperone, pomodoro, patata). La melanzana inoltre non deve seguire una leguminosa perché i legumi fissano azoto nel suolo e come si diceva in precedenza l’eccesso di azoto provoca la cascola dei fiori.
Le avversità della melanzana
Il problema più frequente coltivando melanzane è la cascola dei fiori, si tratta di una semplice fisiopatia, questa coltura può essere anche vittima di peronospora, verticillium e fusarium, anche se ha una buona resistenza alle malattie, tra gli insetti invece afidi e dorifora sono i più fastidiosi. Qui di seguito vediamo meglio malattie e parassiti della pianta, per maggiori informazioni sui rimedi biologici disponibili nell’orto consiglio la lettura del libro difendere l’orto con metodi naturali.
Malattie della melanzana
La melanzana è molto rustica come pianta da orto e sono poche le malattie che possono attaccarla. Peronospora e fusarium causano qualche inconveniente ma questo ortaggio è meno sensibile rispetto ad altre piante simili, come il pomodoro. La peronospora si riconosce per l’ingiallimento delle foglie che poi seccano.
La malattia peggiore per la melanzana è il verticillium daliae che ne ostruisce i vasi (tracheomicosi) e la porta alla morte rapidamente.
Tutte queste malattie sono funginee e in orticoltura biologica si combattono con il rame. I trattamenti di rame benché consentiti dal metodo biologico sono comunque tossici, se possibile è meglio evitarli. Una buona gestione del suolo e la corretta rotazione delle colture già spiegata possono essere accorgimenti utili a prevenire ogni problema, indispensabili per una coltivazione bio di questo ortaggio.
Parassiti e insetti nocivi
Afidi. Questi minuscoli insettini dannosi sono un problema comune a gran parte delle piante da orto e non risparmiano neppure le melanzane. Gli afidi vanno a posizionarsi sotto le foglie, producono un’appiccicosa melata che ostacola la fotosintesi e spesso diffondono virosi alla pianta. Se intercettati subito si contrastano con rimozione manuale o sapone di Marsiglia, ma se l’infestazione prende piede possono servire diversi trattamenti per eliminarli con insetticidi biologici. Se ci sono coccinelle nell’orto se ne occupano loro, visto che sono voraci predatori di questi pidocchietti. Approfondisci come sconfiggere gli afidi.
Dorifora. Come per la patata anche la melanzana può essere infestata da questo coleottero, conviene controllare manualmente durante la seconda metà di maggio e rimuovere uova e larve, l’argomento si può approfondire leggendo l’articolo su come difendersi dalla dorifora.
Ragnetto rosso: si tiene lontano annaffiando le foglie e si può combattere con lo zolfo, l’aglio o il sapone di Marsiglia. Anche un controllo manuale può fermare la diffusione di questi acari delle piante, se l’infestazione viene presa per tempo. Approfondisci leggendo la difesa dal ragnetto rosso.
La cascola dei fiori
Abbiamo già citato parlando del clima adatto e del terreno il possibile avvenimento della cascola dei fiori, che ovviamente chi coltiva melanzane deve cercare di evitare. Non si tratta di una malattia vera e propria ma di una semplice fisiopatia dovuta a clima avverso o a uno squilibrio nutritivo.
La cascola dei fiori di melanzana si verifica soprattutto per una temperatura troppo alta, quindi avviene nei mesi estivi molto caldi: spesso la produzione si arresta a luglio e riprende a settembre, visto ce la melanzana richiede temperature tra i 15 ed i 30 gradi, mentre sopra ai 32-33 gradi i fiori cadono prima di fruttificare. Questo problema si può manifestare anche per eccesso di azoto nel terreno oppure per carenza d’acqua.
Quando si raccoglie la melanzana
Le melanzane si raccolgono circa una decina di giorni dopo l’allegazione dei fiori, prima che il frutto diventi duro. Si tratta di un ortaggio che produce a partire dall’estate fino a novembre quando il freddo la mette in difficoltà. La pianta muore alla prima brinata diffondendo un odore simile al tabacco.
La melanzana matura si riconosce per la sua buccia brillante, il frutto poi invecchia e lo si nota dalla perdita di lucentezza, da qui assume un colore giallastro marrone sulla buccia, che diventa dura e legnosa. Importante quindi non aspettare troppo per il raccolto e scegliere il momento giusto.
Varietà di melanzana
Vi sono numerose qualità di melanzana selezionate per l’orto, si differenziano per forme e colori della verdura.
Alcuni esempi di colori:
- Melanzana nera
- Melanzana viola
- Melanzana striata
- Melanzana bianca (white egg)
- Melanzana rossa
- Melanzana gialla
- Melanzana verde
Alcuni esempi di forme possibili:
- Melanzana allungata
- Melanzana rotonda
- Melanzana globosa
- Melanzana a lampadina
Ricordiamo tra le più coltivate negli orti italiani la violetta di Firenze di forma tonda, la Black Beauty conosciuta per i frutti grandi, la White Egg di colore chiaro e la melanzana riminese, color viola scuro, dalla forma allungata e molto precoce. Trovate alcune tra le migliori varietà di melanzana recensite sul nostro sito.